2025-04-26
Nell’anniversario della scomparsa Legnago rivendica le spoglie di Salieri
La cittadina del Veronese, che ha dato i natali all’artista, chiede che il feretro sia trasferito da Vienna, dove il compositore morto 200 anni fa riposa nel cimitero monumentale. Appello al ministro Antonio Tajani.Cielo capriccioso, a tratti corrusco e a tratti burrascoso, sopra la cittadina e il suo teatro in stile neo-rococò dove, il 19 aprile 2025, Sabato Santo, il pubblico, con presenze anche dall’estero, ha vibrato nell’ascolto di La Passione di Gesù Cristo, oratorio per soli, coro e orchestra, eseguito dal corpo musicale della fondazione Arena di Verona e ideato da Antonio Salieri. Benvenuti a Legnago, sud-est di Verona, oltre 25.000 abitanti censiti. Qui il musicista nacque, il 18 agosto 1950, in una piccola abitazione ancor oggi esistente, nel centro storico, in una strettoia di via Disciplina. Sulla facciata della casa, non visitabile e di proprietà del forno Venturi, dove all’interno rimangono solo due colonne originali, si osserva una lapide-ricordo in pietra bianca. Salieri morì a Vienna il 7 maggio 1825, duecento anni fa. Legnago è gemellata con Gelnhausen, una località tedesca, ma non con Vienna. Un sepolcro del «Zentralfriedhof», il cimitero monumentale della capitale austriaca, nel quartiere Simmering, contiene i resti mortali del compositore. La tomba, confinata accanto a un muro di cinta, un ammattonato malconcio, reca le generalità, «Anton Salieri», e un epitaffio composto da un suo allievo, Joseph Weigl: «Riposa in pace! Non coperta di polvere l’eternità ti è riservata». Ora il suo paese natale torna a rivendicare le spoglie. Falliti o arenatisi numerosi altri tentativi, di cui il primo un secolo fa, marzo 1925, nel primo centenario della morte, avanzato dal sindaco dell’epoca, Francesco Rossato, un avvocato, si annuncia che il deputato veronese Paola Boscaini, di Forza Italia, ha interessato Antonio Tajani, vicepremier e ministro degli Esteri, il cui interlocutore sarà l’ambasciatore italiano in Austria Giovanni Pugliese. «Questo governo ha una particolare attenzione per Salieri» afferma Boscaini «avendo finanziato l’edizione nazionale del Falstaff», che sarà messa in scena, in autunno 2025, nel teatro a lui intitolato. Degli orpelli burocratici più spiccioli per l’eventuale rimpatrio delle spoglie dovrà invece occuparsi Paolo Longhi, attuale primo cittadino di Legnago. La pasionaria che si è battuta anima e core per far partire l’iniziativa è Loretta Paola Giacomelli, presidente del comitato «Legnago per Salieri». Ammesso che l’operazione vada in porto, dove sarebbero ri-tumulati i resti? «Nel duomo di Legnago» risponde. Negli archivi del duomo di san Martino vescovo, tra l’altro, si conserva l’atto di battesimo del musicista. «Ho l’autorizzazione scritta del vescovo emerito di Verona, Giuseppe Zenti e l’assenso dell’ex-parroco di Legnago, don Dante Righetti» aggiunge. Ma siamo certi che i resti nel sepolcro al «Zentralfriedhof» siano proprio quelli di Salieri? «Ho chiesto a un giudice, Karl Weiss, tesoriere della Minoritenkirche», la «chiesa degli italiani» di Vienna, di cui Salieri fu sempre parrocchiano e dove si celebrarono le esequie con Requiem da lui stesso composto per la sua dipartita. «Mi ha confermato che le spoglie di Salieri sono proprio in quella tomba». E per le supposte operazioni di estumulazione? «Ogni Comune è attrezzato per farlo». Secondo il parere di uno dei più autorevoli medici legali italiani, interpellato da chi scrive, in linea teorica, pur dopo due secoli, nella cassa potrebbero essere rinvenuti resti scheletrici o anche mummificati. Giacomelli avverte: «Più passa il tempo, più corriamo il rischio che si disperdano nel terreno sottostante». Da quando vide il film Amadeus ha intrapreso numerosi viaggi, diretta al camposanto viennese, portando fiori nella tomba e rimarcando con vernice dorata l’epitaffio ossidato. Al «Zentralfriedhof» svettano i sepolcri d’onore di Ludwig van Beethoven e Franz Schubert, di cui l’illustre veneto fu maestro, e di vari altri. Il sito wien.info attira turisti con i nomi altisonanti lì sepolti, da Johannes Brahms e Johann Strauss padre e figlio, fino al mito pop Falco, Johann Hölzel, autore di Der Kommissar e di Rock me Amadeus. Nessun riferimento a Salieri. E che dire della stella, sul selciato della Kärntner Strasse, dedicata al compositore? Il luogo di nascita è indicato come «Legnano», anziché Legnago. Errata anche la data di nascita sia sulla tomba sia sulla stella: 19 agosto anziché 18. Nel 2023, l’ex-sindaco di Legnago, Graziano Lorenzetti, scrisse a Vienna, offrendo il pagamento delle spese per la correzione. La consigliera alla Cultura Veronica Kaup-Hasler rispose che non serve correggere «perché quelle stelle saranno tolte». Credibile? E le spoglie? Un precedente primo cittadino, Silvio Gandini, in un atto di altruismo, chiese che i resti fossero traslati nella Minoritenkirche. Niente. E pensare che nel 1939 il podestà, Arrigo Marchiori, spalleggiato dal deputato Valerio Valeri, ottenne un nullaosta formale al trasferimento delle spoglie. Ma scoppiò la seconda guerra mondiale e tutto naufragò. Un precedente legale? Giacomelli ci ha provato, ma gli austriaci tartagliano. Vienna sembra comportarsi come un marito che ignora la moglie ma diventa geloso quando gliela stanno per soffiare. Cumulonembi sopra Legnago, enfi di pioggia, sciabolate di sole. Uno scenario quasi espressionista, con le note salieriane della Passione, flauti, oboi, violini, viole, violoncelli e contrabbassi. E gli assoli di tenore, soprano, contralto e basso. Il signor Roberto, organista del duomo, cattolico convinto, è sereno e fiducioso: «Tajani è persona seria e di grande spessore. Potrebbe essere la volta buona. Sai che gioia accogliere Salieri?». In Russia le bambine ne suonano le arie al pianoforte sin dai tempi sovietici. Complice Aleksandr Puškin, tra i massimi scrittori russi, che nel 1830 traspose in un dramma poetico breve, Mozart e Salieri - Il convitato di pietra, trasformato in opera da Nikolaj Rimskij Korsakov, la supposta vicenda dell’avvelenamento di Wolfgang Amadeus Mozart da parte di Salieri causa invidia. Da qui la pièce teatrale di Peter Shaffer del 1978 e il film di Miloš Forman Amadeus (1984), campione d’incassi e premiato con 8 Oscar. Gli italiani e il mondo ne conobbero la complessa figura ma i legnaghesi, usciti dal cinema, s’indignarono nel vedere il compositore, interpretato dall’enigmatico Murray Abraham, tra pazzi ingabbiati, infamato da una simile accusa e così pieno di bile nei confronti di Mozart da dare alle fiamme un crocifisso. La pasticceria Scarpato, nella centrale via Roma, continua a produrre quei «capezzoli di Venere», dolcetti al cioccolato, marzapane e rum, nel ’700 forse fatti con un marron glacé, che Salieri faceva trasportare in giardiniera da Legnago per offrirli a corte, anche a Costanze Weber, consorte di Mozart, nel film interpretata da Elizabeth Berridge, che ne dovette degustare così tanti «fino al voltastomaco».Le acque dell’Adige continuano a scorrere a Legnago, esattamente come nel 1766, quando il compositore, da poco orfano di padre e madre e già avviato a suonare violino e organo, fu affidato, a Venezia, a un nobile, Antonio Mocenigo, che lo presentò a Florian Leopold Gassmann, maestro di cappella dei regnanti austriaci. Questi lo portò con sé a Vienna alla corte di Giuseppe II d’Asburgo-Lorena. Salieri, ottavo figlio nato dal secondo matrimonio di Antonio Salieri senior, esercente di una bottega di scope di saggina e farine, con Anna Maria Scacchi, aveva 16 anni. Quando vide le acque del Danubio, non poteva sapere che, alla morte di Gassmann, nel 1774, l’imperatore gli avrebbe assegnato la carica del suo maestro. Nell’agosto 1778 il suo dramma Europa riconosciuta fu scelto per l’inaugurazione del teatro alla Scala di Milano. Alla Scala fu riproposto il 1° dicembre 2004, con direzione d’orchestra di Riccardo Muti e presenza di Carlo Azeglio Ciampi. Pertanto Salieri, per lungo tempo dimenticato, va valutato per il valore delle sue opere e non per la presunta rivalità con Mozart. Così Forman sintetizzò il suo film: «una fantasia liberamente ispirata alla realtà». Quando uscì Amadeus Enzo Tortora dedicò al caso una puntata della sua serie Rai Giallo. Ma come andarono realmente le cose? Il thriller storico non è mai stato chiarito. È vero che il legnaghese, anziano e affetto da demenza senile, tentò per due volte di tagliarsi la gola? «Una risposta potrebbe trovarsi nella biografia di Salieri scritta da Ignaz Franz von Mosel? (in lingua tedesca, pubblicata nel 1827, ristampata nel 1999, mai tradotta in italiano, ndr.)» si chiede Fiorello Mario Stopazzolo, un ingegnere in pensione di Legnago che ha dedicato anni a cercare notizie e verità sul compositore. Come nacque la storia giunta alle orecchie di Puškin? Stopazzolo suggerisce la visione di un film del 1985 del regista slovacco Miroslav Luther (classe 1945, vivente). Titolo con cui uscì nelle sale italiane: Non dimenticate Mozart. Titolo originale opposto, Vergesst Mozart, ossia Dimenticate Mozart. Fu premiato dall’Accademia delle arti e delle scienze di Berlino. Nel film si narra che, alla morte di Mozart, il conte Graf Pergen, capo della polizia imperiale di Vienna, convocò un gruppo di testi, tra cui Antonio Salieri e il capo della loggia massonica Gottfried van Swieten, per un’indagine. In quell’occasione Salieri rilanciò accuse: «Voi l’avete lasciato morire, voi l’avete abbandonato». Mozart, temperamento irrequieto, come noto aderì alla loggia e al potere imperiale e poi se ne volle slegare, per diventare «libero artista», operazione considerata, da Norbert Elias, velleitaria. Davvero Salieri offrì a Mozart, morto a 35 anni forse per una nefropatia e sepolto in una fossa comune nel cimitero di St. Marx, servigi di mondane chiedendo in cambio il divino segreto della musica, come in questo film si racconta? Il fatto è che il dono di creare musica l’avevano ricevuto entrambi.
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