2025-05-24
L’antisemitismo social arma i folli
L’ennesima strage causata dall’odio per Israele è il frutto della propaganda di Hamas, che prova a sdoganare pure il nazismo. Per fortuna alcuni palestinesi si scandalizzano.Chi sono i mandanti del delitto di Washington? Due giovani funzionari dell’ambasciata israeliana, Yaron Lischinsky e Sarah Milgrim, sono stati abbattuti come cani davanti al Museo ebraico della città. Yaron aveva appena comprato un anello per Sarah, si sarebbero sposati a Gerusalemme. Nel museo si stava tenendo un evento umanitario che aveva come scopo l’aiuto alla popolazione di Gaza. L’omicida si è dichiarato un protettore della popolazione della Striscia, un vendicatore di torti. Il mandante è l’antisemitismo social, che grazie alla sapiente e costosissima propaganda di Hamas è esploso fino a livelli omicidi. L’antisemitismo social si è riversato nelle strade: la ristoratrice di Napoli che caccia gli israeliani, la merciaia che nega loro l’accesso, i latrati e le violenze dei cortei pro Pal sono i primi timidi esempi. L’apogeo è stato raggiunto alle commemorazioni del 25 aprile, quando la bandiera della Brigata ebraica è stata oltraggiata e le bandiere degli alleati in Medio Oriente di Adolf Hitler sono state esaltate. Il massimo è il vergognoso episodio all’università di Torino con l’aggressione agli studenti ebrei, a uno dei quali è stato strappato il nastro giallo in memoria permanente degli ostaggi. Per inciso: porto anche io quel nastro, quindi la prossima volta che fate la lista degli amici degli ebrei e di Israele, mi raccomando, mettete anche il mio nome. Innumerevoli sprovveduti stanno rilanciando l’antisemitismo più bieco e quindi tutti sono ufficialmente i mandanti dell’antisemitismo che risorge dalle sue ceneri come un’orrida fenice. Mi dichiaro un’esperta in antisemitismo da social. Alcuni miei post, nei quali pubblicavo la fotografia dei bambini con i capelli rossi e della loro madre, rapiti il 7 ottobre per essere strangolati il mese successivo, hanno ottenuto alcune migliaia di insulti. L’antisemitismo è sempre appartenuto alla cultura europea. Siamo la stessa civiltà che dopo secoli di pogrom ha sterminato 6 milioni di ebrei, sul proprio territorio. Poi, certo, tutti allineati e coperti il 27 gennaio a ricordare la cosa, ma tutti hanno colto la meravigliosa offerta di Hamas, l’assoluzione del genocidio hitleriano. Tra le varie forme di sconvolgente idiozia che stanno dilagando sui social c’è quella di pubblicare fotografie di bambini scheletrici, nella grande maggioranza dei casi si tratta di bambini affetti da enterocoliti necrotizzanti e da fasi terminali di malattie oncologiche. È possibile recuperare le loro foto su Google e spacciarle per fotografie di bambini di Gaza affamati dal nemico sionista. Nulla è più squallido della commistione tra la memoria di Auschwitz e la sua negazione. Hitler ha tolto decenza all’antisemitismo: dopo il 1945 nessuno osava più dichiararsi fieramente antisemita. Inventandosi che antisemitismo e antisionismo siano cose diverse, si può rilanciare il gioco. «Sporco ebreo» è moralmente ignobile, mentre «Sporco sionista» diventa magnificamente morale. Hamas con il sacrificio del popolo palestinese buttato allo sbaraglio, ridà onore all’antisemitismo. Ci spiegano che Israele «non aspettava altro che un 7 ottobre per fare un genocidio». Se Israele volesse fare un genocidio, potrebbe farlo in sei giorni perché ha la capacità tecnica di farlo, non solo perché Hamas non ha la contraerei, ma perché tutta l’acqua che arriva a Gaza passa da Israele. Basterebbe che Israele chiudesse i rubinetti. Israele ha un’enorme potenza di fuoco e addirittura una potenza nucleare poteva bombardare a tappeto dall’alto, risparmiando i propri soldati. Al contrario ha fatto operazioni di fanteria perdendo 3.000 uomini proprio per minimizzare le perdite civili di Gaza. Nella corsa a chi è il più antisemita del reame una speciale menzione spetta a tutti coloro che stanno pubblicando il video fatto in Siria il 22 agosto del 2013 dopo un bombardamento chimico. Fu colpita una scuola. Nel video si vedono i cadaveri allineati dei bambini: sono bambini uccisi con un bombardamento chimico, quindi non hanno segni di ferite. Nel video, ogni tanto nella parte alta a sinistra, si illuminava una scritta in caratteri arabi con la data, 22 agosto 2013. Tutti continuano a specificare che è lo Stato sionista a causare queste stragi a Gaza, incapaci persino di leggere la data. Peccato che nel 2013 nessuno di loro abbia protestato per i terrificanti massacri in Siria. «Free Palestine» è il nuovo grido degli assassini. Sui social scrivono che sono gli stessi sionisti ad aver assassinato i due funzionari per passare da vittime. Sono gli stessi che scrivono che il 7 ottobre è stata una burla. Al contrario, è nel mondo arabo che si comincia a prendere le distanze da questa follia. Addirittura nel mondo palestinese. Ahmed Fouad Alkhatib, palestinese, attivista per i diritti umani, blogger, ricercatore senior per il Medio Oriente dell’Atlantic council, ha scritto su X: «Liberate la Palestina dai folli uomini armati che propugnano la “liberazione della Palestina”!». «L’omicidio criminale e la tragica uccisione di due membri del personale dell’ambasciata israeliana al Capital jewish museum, durante un evento per giovani diplomatici dell’American jewish community (Ajc) a Washington Dc a cui avrei voluto partecipare con un collega, se non fosse stato per un viaggio a New York, sono un orribile promemoria di un discorso israeliano e palestinese ormai in frantumi». «Il vile aggressore, Elias Rodriguez, ha urlato: “Free free Palestine”. Sebbene ci siano molte voci legittime che sostengono i diritti e le aspirazioni palestinesi, la questione e la causa palestinese sono tragicamente e dolorosamente diventate un terreno fertile per terroristi violenti e feccia squilibrata in tutto il mondo. Come può la popolazione di Gaza o della Palestina trarre beneficio da un atto di violenza così atroce e casuale? L’antisemitismo deve essere respinto; gli slogan e la retorica divisiva possono avere, e di fatto hanno, conseguenze mortali. Questo è davvero il momento giusto per chiarire che, indipendentemente dal problema o dalla causa che divide le varie comunità, dobbiamo opporci in modo chiaro e unito alla violenza politica di qualsiasi tipo. Chiunque cerchi di giustificare ciò che è accaduto o di fare acrobazie mentali in difesa di questo atto indifendibile è un autentico apologeta del terrorismo». Mentre la gallina di turno pubblica le foto delle stragi di Bashar Al Assad in Siria per invocare la distruzione di Israele dal fiume al mare, esistono uomini di buona volontà che cercano di costruire la pace.
Giusi Bartolozzi (Imagoeconomica)
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