2019-08-07
Antirazzista, pacifista e democratico: ecco chi era il folle stragista dell’Ohio
Connor Betts, 24 anni, ha ammazzato 9 persone prima di essere ucciso. Si dichiarava metallaro e di sinistra, odiava Donald Trump, adorava Satana e sosteneva una senatrice dem. A essere suprematista era solo la malattia mentale.Gli stragisti americani suprematisti bianchi e con il cuore che batte, ammesso ne abbiano uno, alla destra più estrema? Così è stato descritto il killer di El Paso, Patrick Crusius, che ha ucciso 22 persone, la gran parte cittadini messicani e di origine ispanica nel centro commerciale Walmart. Così effettivamente sembra essere questo ragazzo di buona famiglia che, prima d'imbracciare il suo fucile semiautomatico, ha postato online un lungo e farneticante manifesto lungo quattro pagine che denunciava «l'invasione del Texas» e degli Stati Uniti da parte dei sudamericani.Si poteva supporre che anche l'autore della strage di Dayton, in Ohio, fosse della stessa pasta. Quella che sui social inneggia ai massacri a sfondo di odio razziale o religioso, quale quello avvenuto in Nuova Zelanda a Christchurch. Invece Connor Betts, 24 anni, ucciso dalla polizia mentre sparava a tutti quelli che gli venivano a tiro, causando 9 vittime, era di tutt'altre idee politiche: antirazziste, pacifiste e democratiche. Anche se come Crusius resta fondamentalmente un folle assassino. La scoperta è arrivata dai tweet che si è lasciato alle spalle in cui si descriveva come «metallaro» e «di sinistra». Diceva di volere «il socialismo. E non aspetterò che gli idioti comprendano». Inoltre esaltava la senatrice del Massachusetts, Elizabeth Warren, in corsa per le presidenziali nello schieramento democratico: «Voterei per lei», declamava convintamente. Attaccava pure l'attuale presidente Donald Trump: «Fa scelte orrende». Dulcis in fundo condannava anche l'uso delle pistole ed era contro il secondo emendamento, quello che garantisce il diritto di possedere armi. Posizione decisamente singolare per un killer che è entrato in un locale della movida mascherato, col giubbotto anti proiettile e un fucile da cento colpi calibro 223. Arma acquistata online da un rivenditore del Texas. Un killer che ha anche ammazzato Megan, la sorella minore e ferito gravemente il suo fidanzato.Infatti probabilmente la politica non c'entra nulla ma piuttosto si tratta di degrado mentale, come d'altronde nel caso dell'altro ragazzo che voleva «ripulire» gli Stati Uniti dagli immigrati. Scorrendo l'account di Connor Betts, che adesso è stato chiuso dalle autorità, si scopre anche che adorava Satana e l'Heavy Metal: «Sto andando all'inferno. E da lì non ritorno», scriveva, non si sa se riferendosi all'azione che aveva in mente. Questo ragazzo era tutto una contraddizione, c'è piuttosto da domandarsi perché nessuno abbia compreso il pericolo derivante delle sue turbe: alla Bellbrook High School era iscritto al programma Junior Rotc, la riserva giovanile dove l'esercito sceglie reclute, si dedicava al teatro e aveva interpretato il ruolo di Puck nel Sogno di una notte di mezza estate. Però nel contempo era misogino, sadico, violento: aveva stilato sui muri dei bagni della scuola due liste. Da una parte i maschi da ammazzare e dall'altra le ragazze da stuprare. Lo avevano espulso dal college e solo dopo aver una lettera di scuse, lo avevano riammesso. Questi fatti dimostrano però che non c'è una sola ideologia distorta a monte della follia e dell'odio. E che il presidente Trump lo ha compreso, condannando sì suprematismo bianco e razzismo, ma ricordando anche che le spiegazioni di queste stragi sono da ricercarsi nella malattia mentale. The Donald insiste sulla «malattia mentale» come ragione più frequente che conduce a prendere un'arma e aprire il fuoco. Che si tratti di una scuola, di conflitti sul luogo di lavoro, di una sinagoga, di problemi in famiglia o altro, la vera molla della strage sarebbe sempre la follia. Di qui muove l'idea che qualsiasi legge per il controllo delle armi non servirebbe. Un folle sarebbe infatti in grado di procurarsi comunque una pistola e la legge, alla fine. avrebbe l'effetto di limitare il secondo emendamento che garantisce a ogni americano di difendere sé stesso, la sua famiglia e le sue proprietà. Resta però il fatto, inquietante, che negli Usa chiunque può comprarsi un fucile da guerra su Internet.Infatti l'appello del tycoon, dopo le stragi, è per rafforzare i controlli sulla vendita di armi e per una riforma delle norme sull'immigrazione, che possa debellare il virus razzista: «Non possiamo lasciare che coloro che sono stati uccisi a El Paso, in Texas e Dayton muoiano invano. Lo stesso vale per i feriti gravi. Non possiamo mai dimenticarli e tutti quelli che sono venuti prima di loro», ha scritto su Twitter, «repubblicani e democratici devono unirsi e fare in modo che ci siano forti controlli sui precedenti, magari unendo questa norma alla riforma sull'immigrazione di cui abbiamo disperatamente bisogno. Dobbiamo fare in modo che qualcosa di buono, se non addirittura grandioso, esca da questi due tragici eventi».Sulle parole di Trump c'è da registrare anche l'imbarazzante scelta del New York Times costretto a cambiare il titolo di prima pagina di ieri, dopo aver ricevuto una pioggia di critiche sui social network da lettori ed esponenti del Partito democratico. «Trump esorta all'unità contro il razzismo», si leggeva in prima nella versione iniziale: un titolo che, per molti, non condannava sufficientemente Trump per non aver fatto autocritica sulla sua «retorica incendiaria e anti immigrati» che, a detta dei detrattori, alimenta odio e violenze. Così La seconda edizione del quotidiano è uscita quindi con un nuovo titolo. «Trump attacca l'odio ma non le armi». Anche i grandi giornali cambiano idea.