2024-04-26
Gli antifa «censurati» sfilano in copertina e sui palchi in piazza
Antonio Scurati ieri sul palco della manifestazione per il 25 aprile a Milano (Ansa). Nel riquadro la copertina digitale di Vanity Fair, con Serena Bortone.
Antonio Scurati, atteso da Fabio Fazio, ieri era al corteo di Milano. Roberto Salis, invece, ha affiancato Roberto Gualtieri. Intanto, Serena Bortone gongola in prima pagina.Se si potesse sapere con certezza chi ha architettato lo stop alla messa in onda del monologo di Antonio Scurati sulla Rai, siamo certi che lo stesso Scurati non potrebbe non omaggiare l’autore del gesto con una cassa di ottimo vino. Che ci crediate o no, infatti, ieri Scurati è stato il protagonista assoluto del 25 aprile: il suo monologo è stato letto in decine di piazze italiane, lui ha sfilato tutto contento al corteo di Milano, ha stretto mani, firmato autografi, incassato complimenti e congratulazioni. A proposito di incassare: Scurati ha pure ricevuto l’invito (prevedibilissimo) di Fabio Fazio, e domenica declamerà il suo monologo a Che Tempo Che Fa, sul Nove. Lo farà gratis o percepirà un bel compenso? Chi lo sa: quello che si sa è che ieri Scurati ha oscurato i consueti protagonisti della festa della Liberazione, ovvero nell’ordine: i segretari dei partiti di sinistra, i leader dei sindacati, i partigiani, gli attori e i cantautori progressisti, i vignettisti e pure, manco a dirlo, e immaginiamo con suo sommo dispiacere, tutti gli scrittori di sinistra. Il monologo di Scurati è stato letto in piazza, insieme alla Costituzione (pensate un po’), nelle celebrazioni del 25 aprile di Napoli e Firenze; lo hanno declamato con commozione e afflato lirico i sindaci di Catanzaro, Reggio Calabria, Prato, Chieti, Bari, Pesaro, Marzabotto e chi sa quanti altri ancora. Lui, il Grande Oscurato, ha scelto invece Milano per manifestarsi in carne e ossa ai devoti: ha partecipato al corteo e poi ha recitato live dal palco la sua hit, della quale ormai è lecito attendersi pure una versione dance e una rap (Geolier potrebbe farci un pensierino). Il sindaco di Milano, Beppe Sala, in brodo di giuggiole, ha raccontato come è riuscito ad accaparrarsi l’eroe del giorno: «In questi giorni», ha detto Sala, «abbiamo assistito alla censura alla quale è stato sottoposto Scurati in Rai, allora io, d’accordo con Anpi, ho chiesto ad Antonio di leggere quelle parole che non volevano far sentire».Lo chiama «Antonio», mica Scurati, perché come tutti sappiamo chiamare un vip per nome fa assai vip, come per dire «io e Antonio ci sentiamo tutti i giorni, che ne potete sapere». A furia di essere oscurati però si finisce per oscurare, e così Antonio ha finito per far passare totalmente sotto silenzio l’intervento dal palco di Elly Schlein. Scurati, però, ha rimediato con la sua proverbiale generosità: «Terminato il monologo», hanno riferito le cronache da Piazza Duomo, «è sceso dal palco e ha abbracciato la segretaria del Pd, prima di allontanarsi». Una immagine il cui significato mistico non sfuggirà ai nostri lettori. A proposito di Piazza Duomo: «Con la censura ad Antonio Scurati», ha affermato dallo stesso palco il presidente dell’Anpi, Gianfranco Pagliarulo, «la Costituzione è stata tradita. Ringraziamo Antonio Scurati per le sue parole e la coraggiosa giornalista Serena Bortone che le ha lette in diretta». Serena Bortone: chi siamo noi per trascurare questa temeraria paladina della libertà di espressione, capace di illuminare con il suo coraggio i tempi oscuri, anzi oscurati, nei quali ci troviamo a vivere? Nessuno, e infatti ne parliamo, celebrando la bella copertina (digitale) che ieri Vanity Fair le ha dedicato, con la sobria didascalia «Femminista, antifascista e allergica ai compromessi: chi è Serena Bortone, conduttrice di Chesarà». La sua modestia non le ha impedito di pubblicare la suddetta copertina su Facebook, con la didascalia «Buona liberazione a tutti! #25aprile». L’immagine vale più di mille parole: sguardo fermo, sorrisetto impertinente, la Bortone ha diviso la palma di protagonista al femminile di questo 25 aprile con Ilaria Salis, il cui babbo Roberto ha sfilato a Roma al fianco del sindaco Roberto Gualtieri. Dal palco, padre Salis ha letto il messaggio inviato alle masse dalla figlia, detenuta in Ungheria e candidata alle Europee con Alleanza Verdi e Sinistra: «Sono orgogliosa», ha scritto Ilaria, «che nel mio Paese si ricordi tutti gli anni la cacciata dei nazifascisti grazie alla coraggiosa lotta di partigiani e partigiane. Dalla mia cella ardentemente desidero che il mio Paese si mostri tutti i giorni all’altezza della propria storia, che oggi come in passato voglia opporsi all’ingiustizia del mondo e schierarsi dalla parte giusta della storia. Buon 25 aprile». Un’ondata di sincera emozione ha attraversato la platea, che ha potuto ascoltare il verbo della Salis attraverso la voce del genitore. Infine, la nostra sincera solidarietà va a Roberto Saviano, più oscurato che mai da Scurati, Bortone e Salis, il quale ha affidato a una piazza virtuale, X, la sua riflessione: «Oggi è il 25 aprile», ha scritto Saviano, «Festa della Liberazione d’Italia. Questo non è un anniversario come tutti gli altri, ma assume un significato particolare perché al governo oggi c’è chi non si dichiara antifascista, c’è chi ha tradito la Costituzione su cui ha giurato». Nulla di originale, si vede che Saviano non era in forma.
(Totaleu)
Lo ha dichiarato l'europarlamentare della Lega Roberto Vannacci durante un'intervista al Parlamento europeo di Bruxelles.