2020-01-28
Anche Montanelli provò la banalità del male
Durante la campagna di Abissinia il giornalista «affittò» una ragazzina di 12 anni. Una macchia indelebile nella storia di un grande uomo. In quel contesto avere una schiava era «normale». Ma che qualcuno la venda non rende meno grave l'acquisto di una vita.Ne parla in un'intervista rilasciata a Enzo Biagi nel 1982, reperibile su Youtube e in una rubrica, la Stanza di Montanelli, sul Corriere della Sera del 12 febbraio del 2000. Riporto le parole di Montanelli in corsivo. I commenti sono miei. Il comandante di Battaglione… mi disse di consultarmi col mio «sciumbasci», il più elevato in grado della truppa.La banalità del male comincia con queste dure frasi: mi hanno detto di farlo, lo facevano tutti. Una cosa resta sbagliata anche se la fanno tutti.Si trattava di trovare una compagna intatta per ragioni sanitarie, in quei Paesi tropicali la sifilide era, e credo che ancora sia, largamente diffusa.La sifilide, come ogni altra malattia sessualmente trasmissibile, non è trasmessa nei Paesi tropicali in maniera differente che nei climi temperati o all'Antartide e, per inciso, fu portata dalle truppe coloniali. La sifilide non esiste dove non esistono rapporti extramatrimoniali ed esplode sempre quando ci siano guerre, sia per gli stupri che per la promiscuità. Esplose con la Campagna di Abissinia. Nessuno si pose il problema se il soldato italiano venticinquenne o trentenne o quarantenne potesse contagiare la ragazzetta africana. All'epoca la sifilide era incurabile. Un numero imprecisato di italiani sifilitici comprò ragazzine vergini e le infettò, con una malattia inguaribile che avrebbe dannato anche i loro bambini. Per inciso: i caschi blu della mitica Onu hanno fatto ben di peggio, hanno letteralmente devastato Haiti, hanno insegnato la prostituzione di bambine in terre che non la conoscevano; anche l'intellettuale Gabriel Matzneff ha fatto ben di peggio in Thailandia ed è diventato anche un apologeta della pedofilia e ben di peggio hanno fatto tutti i clienti di Jeffrey Epstein, di cui mai sapremo il nome, grazie a un provvidenziale suicidio che ha stupito tutto e forse ha stupito anche lo stesso Epstein.Di stabilirne col padre il prezzo.Cioè comprare una schiava. Almeno Montanelli pagò 350 lire dell'epoca, i caschi blu invece hanno infettato bimbe di 9 anni di Aids per un pacchetto di biscotti e un blister di antibiotici. Il fatto che qualcuno venda non rende meno grave il comprare. La nostra televisione ci ammannisce in continuazione l'inno a uomini che hanno comprato neonati. Assistenti sociali organizzano convegni sulle cosiddette famiglie arcobaleno, in realtà ottusamente monocolori, dove uomini hanno comprato neonati. A questa ragazzina non ha riconosciuto nemmeno il requisito minimo dell'essere umano, il desiderio di scegliere, di un uomo che amasse solo lei, che per lei sarebbe andato a battersi coi leoni dell'altopiano di Giuda. Anche quelli che comprano i bambini non concedono ai loro acquisti il sogno di avere una madre e poter vivere con lei. Sono ladri di sogni, oltre che di vite. Vendere ragazzine era normale nell'etica dell'Abissinia dell'epoca, ma comprarle non faceva parte dell'etica cristiana cui apparteneva Montanelli. Tornò con la ragazza e un contratto redatto dal capopaese in amarico, che non era un contratto di matrimonio ma - come oggi si direbbe - una specie di «leasing», cioè di uso a termine. Anche le bambine dei bordelli thailandesi sono state vendute dal padre con regolare contratto scritto in thailandese. Questo tipo di contratto si chiamava madamato ed era vietato dalla legge italiana, ma tutti se ne infischiavano. Nessuna legge vietava a Montanelli, una volta presa in casa la ragazzina, anche per avere la biancheria stirata ed essere più «comprensibile» ai suoi ascari, di tenersi i pantaloni abbottonati e usare il tempo trascorso con lei invece che a penetrarla sulla lacerazione di un'infibulazione aperta, a insegnarle a leggere e scrivere, come hanno fatto altri, scoprendo intelligenze vivissime che non aspettavano altro per sbocciare. Aveva 12 anni, ma non mi prendere per un bruto: a 12 anni (o forse 14 in un'altra dichiarazione) quelle lì sono già donne. Nei Paesi tropicali a 14 anni una donna è già donna, e passati i 20 è una vecchia […].Nei Paesi tropicali molto poveri una trentenne sembra una quarantenne, ma una sedicenne sembra una sedicenne e il matrimonio precoce è una delle maggiori cause di mortalità da parto neonatale. Lei era un animalino docile. Non era un animalino, era una persona. Sulla docilità dell'«animalino» non dubitiamo. La ragazzina era infibulata. La terrificante «operazione» viene fatta senza alcun tipo di anestesia su tessuti sensibilissimi, i più sensibili al dolore, che vengono recisi e poi suturati. La bambina deve restare un mese con le gambe legate tra di loro, orinare e defecare nelle prime settimane sono tortura, per tutta la vita non sarà in grado di divaricare completamente le gambe, né di dare un calcio a un pallone. Il dolore e la vergogna abissali creano una situazione di stress cronico, di rassegnazione e di docilità assoluta, anche perché per tutta la vita la sensibilità al dolore è esasperata e questo crea terrore cronico e quindi arrendevolezza totale. Faticai molto a superare il suo odore, dovuto al sego di capra di cui erano intrisi i suoi capelli.Moglie e buoi dei paesi tuoi. Le differenze tra i popoli sono di cultura e di odori. Non si stabilisce l'intimità con qualcuno di cui non tolleri l'odore, cioè di cui non comprendi la civiltà. E ancor di più a stabilire con lei un rapporto sessuale perché era fin dalla nascita infibulata. Non dalla nascita, è stata infibulata con un intervento atroce fatto a 4 o 5 anni che l'ha spezzata per sempre. Il che, oltre a opporre ai miei desideri una barriera pressoché insormontabile, ci volle, per demolirla, il brutale intervento della madre. Il brutale intervento della madre è un taglio con qualcosa di non sterile che di certo non è un bisturi, che lascia una ferita aperta e sanguinante oltre che dannatamente dolente. Come la madre avrà sicuramente spiegato, la ferita perché non cicatrizzi subito in chiusura va «tenuta aperta dal pene dalla penetrazione, che nelle prime settimane avviene su tessuti sanguinanti e dolentissimi. Erano andati a portare la civiltà? E la deinfibulazione non poteva farla il medico militare, qualcuno fornito di anestetico, ferri sterili e filo di sutura, che avrebbero permesso una riapertura indolore, una cicatrizzazione senza retrazione e la penetrazione rimandata a dopo la cicatrizzazione e quindi senza pena? Non erano andati a portare la civiltà, non hanno ucciso, distrutto villaggi, comprato bambine e diffuso sifilide per portare la civiltà? E allora che la portassero. Il fatto che questo sia fatto da tutti i maschi nei luoghi dove l'infibulazione esiste, non autorizza un altro a fare il male. Il male è male e fa male anche se lo fanno tutti. Non è vero che era insensibile. L'infibulazione elimina clitoride e possibilità di piacere, in compenso moltiplica il dolore. I primi due mesi di rapporti sono stati per la ragazzina una tortura. Anche se senza clitoride, se sono con un uomo che amano, anche le donne che hanno subitole mutilazioni provano piacere, non l'orgasmo, certo, ma il piacere della sensualità che può essere enorme. La ragazzina stava ferma come un palo durante gli amplessi perché li stava subendo.Quanti sono gli utenti della prostituzione nigeriana? Ragazzine torturate e vendute e ogni cliente è un complice. Ogni utente di pornografia ha ridotto un altro a cosa. Come comincia la banalità del male? Violando la legge, la legge ebraico cristiana, quella della civiltà cui Montanelli appartiene. La legge dice non commettere atti impuri e la donna che non è la tua, che non hai sposato, non desiderarla nemmeno. Se tutti applicano la Legge, la prostituzione e la pornografia scompaiono. Montanelli ha violato la Legge, l'ha ritenuta un'accozzaglia di regole per bigotti, e anziane zie nubili e ha infangato la sua anima che sarebbe stata di persone perbene.Quando in televisione ci fanno vedere come una bella cosa che due uomini abbiano sottratto a un bambino il diritto di avere una madre, di avere un sistema immunitario forte grazie al latte materno, presentati in un qualche sdolcinato programma, ricordiamoci la banalità del male. Ci sono stati due colonialismi. C'è stato un altro colonialismi, quello delle suorine della Consolata andate a morire di malaria per fondare scuola, dei salesiani che hanno fondato lebbrosari, dei maestri che alle bambine infibulate non hanno divaricato e gambe, ma hanno insegnato a scrivere, per scoprire che potevano scrivere benissimo e commuoversi davanti ai versi della Genesi o alla storia di Paolo e Francesca.Teniamoci stretta la Legge. Ringraziamo Montanelli per questa ultima lezione. I caschi blu hanno fatto peggio, molto peggio, e anche parecchi dei gentiluomini delle cosiddette Ong hanno fatto peggio. La banalità del male esiste.
Nel riquadro Roberto Catalucci. Sullo sfondo il Centro Federale Tennis Brallo
Sempre più risparmiatori scelgono i Piani di accumulo del capitale in fondi scambiati in borsa per costruire un capitale con costi chiari e trasparenti. A differenza dei fondi tradizionali, dove le commissioni erodono i rendimenti, gli Etf offrono efficienza e diversificazione nel lungo periodo.
Il risparmio gestito non è più un lusso per pochi, ma una realtà accessibile a un numero crescente di investitori. In Europa si sta assistendo a una vera e propria rivoluzione, con milioni di risparmiatori che scelgono di investire attraverso i Piani di accumulo del capitale (Pac). Questi piani permettono di mettere da parte piccole somme di denaro a intervalli regolari e il Pac si sta affermando come uno strumento essenziale per chiunque voglia crearsi una "pensione di scorta" in modo semplice e trasparente, con costi chiari e sotto controllo.
«Oggi il risparmio gestito è alla portata di tutti, e i numeri lo dimostrano: in Europa, gli investitori privati detengono circa 266 miliardi di euro in etf. E si prevede che entro la fine del 2028 questa cifra supererà i 650 miliardi di euro», spiega Salvatore Gaziano, responsabile delle strategie di investimento di SoldiExpert SCF. Questo dato conferma la fiducia crescente in strumenti come gli etf, che rappresentano l'ossatura perfetta per un PAC che ha visto in questi anni soprattutto dalla Germania il boom di questa formula. Si stima che quasi 11 milioni di piani di risparmio in Etf, con un volume di circa 17,6 miliardi di euro, siano già attivi, e si prevede che entro il 2028 si arriverà a 32 milioni di piani.
Uno degli aspetti più cruciali di un investimento a lungo termine è il costo. Spesso sottovalutato, può erodere gran parte dei rendimenti nel tempo. La scelta tra un fondo con costi elevati e un Etf a costi ridotti può fare la differenza tra il successo e il fallimento del proprio piano di accumulo.
«I nostri studi, e il buon senso, ci dicono che i costi contano. La maggior parte dei fondi comuni, infatti, fallisce nel battere il proprio indice di riferimento proprio a causa dei costi elevati. Siamo di fronte a una realtà dove oltre il 90% dei fondi tradizionali non riesce a superare i propri benchmark nel lungo periodo, a causa delle alte commissioni di gestione, che spesso superano il 2% annuo, oltre a costi di performance, ingresso e uscita», sottolinea Gaziano.
Gli Etf, al contrario, sono noti per la loro trasparenza e i costi di gestione (Ter) che spesso non superano lo 0,3% annuo. Per fare un esempio pratico che dimostra il potere dei costi, ipotizziamo di investire 200 euro al mese per 30 anni, con un rendimento annuo ipotizzato del 7%. Due gli scenari. Il primo (fondo con costi elevati): con un costo di gestione annuo del 2%, il capitale finale si aggirerebbe intorno ai 167.000 euro (al netto dei costi). Il secondo (etf a costi ridotti): Con una spesa dello 0,3%, il capitale finale supererebbe i 231.000 euro (al netto dei costi).
Una differenza di quasi 64.000 euro che dimostra in modo lampante come i costi incidano profondamente sul risultato finale del nostro Pac. «È fondamentale, quando si valuta un investimento, guardare non solo al rendimento potenziale, ma anche e soprattutto ai costi. È la variabile più facile da controllare», afferma Salvatore Gaziano.
Un altro vantaggio degli Etf è la loro naturale diversificazione. Un singolo etf può raggruppare centinaia o migliaia di titoli di diverse aziende, settori e Paesi, garantendo una ripartizione del rischio senza dover acquistare decine di strumenti diversi. Questo evita di concentrare il proprio capitale su settori «di moda» o troppo specifici, che possono essere molto volatili.
Per un Pac, che per sua natura è un investimento a lungo termine, è fondamentale investire in un paniere il più possibile ampio e diversificato, che non risenta dei cicli di mercato di un singolo settore o di un singolo Paese. Gli Etf globali, ad esempio, che replicano indici come l'Msci World, offrono proprio questa caratteristica, riducendo il rischio di entrare sul mercato "al momento sbagliato" e permettendo di beneficiare della crescita economica mondiale.
La crescente domanda di Pac in Etf ha spinto banche e broker a competere offrendo soluzioni sempre più convenienti. Oggi, è possibile costruire un piano di accumulo con commissioni di acquisto molto basse, o addirittura azzerate. Alcuni esempi? Directa: È stata pioniera in Italia offrendo un Pac automatico in Etf con zero costi di esecuzione su una vasta lista di strumenti convenzionati. È una soluzione ideale per chi vuole avere il pieno controllo e agire in autonomia. Fineco: Con il servizio Piano Replay, permette di creare un Pac su Etf con la possibilità di ribilanciamento automatico. L'offerta è particolarmente vantaggiosa per gli under 30, che possono usufruire del servizio gratuitamente. Moneyfarm: Ha recentemente lanciato il suo Pac in Etf automatico, che si aggiunge al servizio di gestione patrimoniale. Con versamenti a partire da 10 euro e commissioni di acquisto azzerate, si posiziona come una valida alternativa per chi cerca semplicità e automazione.
Ma sono sempre più numerose le banche e le piattaforme (Trade Republic, Scalable, Revolut…) che offrono la possibilità di sottoscrivere dei Pac in etf o comunque tutte consentono di negoziare gli etf e naturalmente un aspetto importante prima di sottoscrivere un pac è valutare i costi sia dello strumento sottostante che quelli diretti e indiretti come spese fisse o di negoziazione.
La scelta della piattaforma dipende dalle esigenze di ciascuno, ma il punto fermo rimane l'importanza di investire in strumenti diversificati e con costi contenuti. Per un investimento di lungo periodo, è fondamentale scegliere un paniere che non sia troppo tematico o «alla moda» secondo SoldiExpert SCF ma che rifletta una diversificazione ampia a livello di settori e Paesi. Questo è il miglior antidoto contro la volatilità e le mode del momento.
«Come consulenti finanziari indipendenti ovvero soggetti iscritti all’Albo Ocf (obbligatorio per chi in Italia fornisce consigli di investimento)», spiega Gaziano, «forniamo un’ampia consulenza senza conflitti di interesse (siamo pagati solo a parcella e non riceviamo commissioni sui prodotti o strumenti consigliati) a piccoli e grandi investitore e supportiamo i clienti nella scelta del Pac migliore a partire dalla scelta dell’intermediario e poi degli strumenti migliori o valutiamo se già sono stati attivati dei Pac magari in fondi di investimento se superano la valutazione costi-benefici».
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