2022-12-03
«Anche il Messico fu invaso dagli Usa. Per questo condanniamo la Russia»
Nel riquadro, Israel Zamora Guzman
Il senatore del Partito verde ecologista Israel Zamora Guzman: «Non sosteniamo l’invio di armi o denaro, ma il dialogo tra le parti. Dobbiamo aprire un tavolo sul tema immigrazione con gli Stati Uniti . La Cina? Ottimo partner commerciale».Da alcuni anni ormai il Messico sta acquisendo un crescente peso geopolitico. Dai rapporti con il resto dell’America Latina alle relazioni con Pechino, questo Paese si contraddistingue per una politica estera piuttosto articolata.I problemi interni non mancano di certo, mentre i rapporti con gli Stati Uniti appaiono caratterizzati da una notevole complessità. Se i legami economici restano particolarmente forti, è l’immigrazione a rappresentare un nodo significativamente rilevante. Tra l’altro, è pur vero che il clima tra Washington e Città del Messico fosse tutt’altro che idilliaco ai tempi dell’amministrazione Trump. Tuttavia non è che con l’avvento di Joe Biden la situazione sia granché migliorata: ricordiamo infatti che, appena lo scorso giugno, il presidente messicano, Manuel López Obrador, si è rifiutato di prender parte al nono vertice del Summit of the Americas, ospitato a Los Angeles. Segno che l’attuale Casa Bianca sta perdendo influenza sull’America Latina, nonostante l’anno scorso Biden avesse incaricato Kamala Harris di affrontare la questione migratoria dal punto di vista diplomatico con i Paesi dell’area.È quindi per cercare di avere un punto di vista interno che La Verità ha deciso di intervistare Israel Zamora Guzman: senatore appartenente al Partito verde ecologista del Messico.Senatore, quali sono le principali sfide geopolitiche che il Messico si sta trovando ad affrontare oggi? «Le sfide sono numerose. Una di esse è certamente l’immigrazione, ma anche le difficoltà che l’economia sta incontrando (non solo in Messico). Il peso ha, inoltre, mantenuto un forte valore rispetto al dollaro e stiamo affrontando anche questa situazione. La questione dell’immigrazione la stiamo vivendo in tutta l’America Latina e nell’area caraibica a causa della pandemia ma anche della crisi economica. Come è noto, molte persone stanno andando negli Stati Uniti e usano il nostro Paese come un Paese di transito. Un ulteriore problema che il Messico deve affrontare sono i cambiamenti economici dovuti allo scontro commerciale tra Stati Uniti e Cina».La questione migratoria ha un impatto diretto sui rapporti tra Messico e Stati Uniti. «La prima ragione per cui le persone vanno negli Stati Uniti è di tipo lavorativo. Oltre il 60% delle persone che si dirige verso gli Stati Uniti lo fa perché vuole un nuovo lavoro o opportunità professionali che non ha nel nostro Paese. E questo accade anche in El Salvador, Guatemala e Honduras. Quindi, è chiaro che dobbiamo cercare una corresponsabilità tra il Messico, gli Stati Uniti e questi tre Paesi. Anziché erigere barriere difensive, dovremmo investire per creare opportunità nei Paesi del Centro America.Come giudica le relazioni tra Messico e Cina? «Abbiamo una forte relazione con la Cina. Come è noto, i principali partner commerciali degli Stati Uniti sono Canada, Messico e Cina. Dall’altra parte, il nostro secondo partner è precisamente la Cina. Il mondo sta attraversando una crisi economica tremenda a causa della pandemia da Covid 19: questo ha portato gli Stati Uniti a cambiare la supply chain che avevano in Cina: un fenomeno che noi chiamiamo rilocalizzazione. In questo modo, il Messico sta traendo beneficio da tale situazione, perché noi siamo vicini agli Stati Uniti e molte aziende che erano in Cina si stanno trasferendo in Messico. Il Messico sta, quindi, cercando di prendere al volo tutti questi investimenti. Tuttavia, noi abbiamo anche una forte relazione con la Cina. Loro sono il nostro secondo partner commerciale, quindi abbiamo senza dubbio buone relazioni. È un rapporto basato sul rispetto: li rispettiamo, non ci facciamo coinvolgere nei loro affari politici interni, così come non lo facciamo con nessun altro Paese al mondo».Secondo lei, quale ruolo può giocare il Messico nella complicata crisi ucraina? «Quando la guerra in Ucraina è esplosa, il Messico l’ha condannata perché non ci piace né sosteniamo alcuna invasione. Non ci interessa chi invada chi: la posizione del Messico è sempre stata di condanna perché anche noi, nella nostra storia, abbiamo subito invasioni dalla Spagna e dagli Stati Uniti. Per questa ragione il Messico condanna l’invasione della Russia in Ucraina. Tuttavia, la soluzione che noi stiamo ricercando è attraverso la via politica e diplomatica, poiché noi pensiamo che il dialogo risolverà il conflitto. Non possiamo risolvere questa guerra con più guerra. Per questo il Messico ha sempre cercato di instaurare un ambiente di comprensione che porti la pace in tutto il mondo. Noi rispettiamo la sovranità di ogni Paese e per questo condanniamo l’invasione. Tuttavia, il Messico non sosterrà l’invio di armi o l’invio di denaro per acquistare armi. Noi puntiamo a risolvere la questione per via diplomatica».
Charlie Kirk (Getty Images). Nel riquadro Tyler Robinson