2023-11-02
L’alunno «no mask» assolto ma rovinato: dopo 4 giorni di Tso ha interrotto gli studi
Valerio si era legato al banco per contestare la mascherina obbligatoria e fu internato in ospedale. «Sono rimasto segnato».Voleva solo stare in classe senza mascherina. Stava bene, non era un soggetto fragile. Non comprendeva l’obbligo di indossare per tante ore una museruola che gli impediva di respirare e che per giunta può nuocere alla salute, come molti studi hanno poi certificato. Valerio Tellenio aveva da poco compiuto 18 anni quando il 5 maggio 2021 la preside chiamò polizia e ambulanza, perché portassero via quello studente. «Colpevole», di essersi legato al banco con la catena della bicicletta come protesta contro l’obbligo di indossare le mascherine anti Covid. Fu denunciato dalla direttrice dell’istituto professionale Olivetti di Fano, nelle Marche, per interruzione di pubblico servizio. Il pm aveva chiesto 30 giorni di condanna, il 24 ottobre il giudice lo ha assolto: non ci fu reato. Però la famiglia battaglia perché venga dichiarato illegittimo il trattamento sanitario obbligatorio (Tso) cui fu sottoposto. Il 6 novembre ci sarà l’appello, in primo grado il giudice respinse l’impugnazione.È una storia vergognosa, quella in cui si è trovato coinvolto Valerio. Tanti soprusi, in nome dell’obbligo a mascherarsi. E un amore per lo studio finito calpestato: quel ragazzo definito «brillante» non ha più avuto voglia di arrivare alla maturità. Si è fermato, cerca lavoro e tenta, a fatica, di dimenticare l’ingiustizia subìta. «Valerio desiderava solo tornare in classe, dopo i lunghi periodi della didattica a distanza che venne imposta agli studenti», spiega Nicola Peverelli, legale del giovane. Frequentava il penultimo anno dell’istituto professionale servizi commerciali, i professori l’hanno sempre decritto come bravo, attento, impegnato sui libri. Magari irrequieto, pronto a farsi tante domande come un ragazzo intelligente dovrebbe fare a quell’età.Non sopportava la mascherina imposta. Si era documentato, aveva chiesto chiarimenti anche a persone di cui si fidava, gli era stato detto che le posizioni scientifiche erano molto diverse sulla protezione offerta da uno schermo facciale. Il settantenne Lamberto Roberti di Pesaro lo aveva anche rassicurato, quella norma era incostituzionale e faceva bene a ribellarsi. Anche Roberti è stato denunciato, lo stesso giudice di Pesaro l’ha assolto perché mancava la prova dell’istigazione. Valerio era stato più volte ripreso a scuola, per non voler rispettare l’obbligo del dispositivo di protezione facciale. «La direttrice scolastica, Eleonora Maria Augello, aveva chiamato i vigili e anche i carabinieri per allontanarlo dalla classe», racconta l’avvocato Peverelli. «Eppure non era un disturbatore, non cercava di convincere gli altri studenti a ribellarsi alle imposizioni. Si sedeva in disparte, voleva solo poter seguire le lezioni senza mascherina».Il 4 maggio del 2021, stanco di essere chiamato nell’ufficio di presidenza, Valerio inscena la prima protesta. Si lega al banco con un lucchetto a catena per bicicletta, poi accetta di liberarsi. Il giorno seguente ci riprova, allora la preside chiama polizia e 118. «Valerio non si era mezzo a urlare, a rompere arredi scolastici. Protestava in silenzio, non faceva nulla di pericoloso per sé e per i compagni di classe. C’era bisogno di fare intervenire le forze dell’ordine?». Il giovane viene fatto salire sull’ambulanza, pur stando bene e senza dare in escandescenze. Al pronto soccorso gli vogliono fare il tampone anti Covid ma si rifiuta: non aveva sintomi, nemmeno febbre e poi mica era stata una scelta sua, quella di andare in ospedale.Allora due medici decidono di applicargli il Tso. Trattamento che si sarebbe reso urgente perché il giovane rappresentava una minaccia per la salute pubblica, e che viene disposto con provvedimento del sindaco. «Il primo cittadino firmò, senza informarsi sul giovane. Nemmeno andò a parlargli, eppure era uno studente di 18 anni, mica un delinquente», esclama Peverelli. Dopo il via libera del sindaco Massimo Seri (eletto con il Pd, oggi in Azione, collezionista di multe per eccesso di velocità), dato a un trattamento che deve essere considerato un’eventualità del tutto eccezionale, senza che i genitori potessero opporsi Valerio viene mandato nel dipartimento di salute mentale dell’ospedale San Salvatore Muraglia, a Pesaro. Ci resterà 4 giorni, neanche fosse uno squilibrato da rinchiudere. Gli viene tolto il cellulare e il suo letto aveva le cinghie. «Fui avvisato dai genitori, andai subito in ospedale per farmi firmare il mandato con il quale avrei potuto rappresentarlo, ma non mi fecero entrare», racconta sempre l’avvocato. «Insistetti, chiamarono i carabinieri ai quali dovetti dare le mie generalità. Si scusarono, era la prassi, però rimasi fuori. L’incarico fu firmato da Valerio solo quando venne rilasciato». Abituati come siamo, nostro malgrado, a leggere di extracomunitari lasciati liberi di continuare a delinquere anche se colti più volte in flagrante e guai a dar loro dei matti, «sono vittime dell’intolleranza della nostra società», possiamo solo inorridire pensando all’accanimento mostrato nei confronti di un innocuo studente.Il giudice tutelare convalidò il Tso e i familiari di Valerio impugnarono quella convalida. Vogliono che un tribunale affermi che non c’erano i presupposti per applicare un simile provvedimento, rimasto come stigma oltre al danno sofferto dal loro figlio. In primo grado, il giudice ha rigettato l’impugnazione «sostenendo che non era un medico. Però bastava che predisponesse una consulenza tecnica», osserva il legale di Tellenio.Il 6 novembre ci sarà l’appello, intanto sul fronte penale almeno è stata resa giustizia a Valerio. Protestare legandosi a un banco non era un reato, è stato assolto. Ma si è sentito tradito, soprattutto dalla scuola. Non ha più finito gli studi, non si è diplomato. Vive in famiglia, tutti vaccinati, cerca lavoro. «Questa vicenda mi ha profondamente segnato», ha detto alla Verità. «Non potrò mai cancellare quello che mi è accaduto, che ritengo profondamente ingiusto».Era questo il messaggio che la scuola, le istituzioni, volevano far passare in epoca Covid? Obbedisci, non protestare, altrimenti la paghi? La Cga, la Corte siciliana, ha risarcito con mille euro l’undicenne Francesco al quale fu proibito di uscire per 5 giorni. Era un divieto immotivato, quindi illegittimo. Quale danno dovrebbe essere riconosciuto a Valerio?
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