2019-06-17
Il Nobel dell’accoglienza
ci rispedisce gli africani sedati
La cancelliera lodata dai «buoni» applica alla lettera l'accordo di Dublino. Matteo Salvini può fare solo una cosa: fermare le partenze.Nei programmi televisivi che si occupano di immigrazione, quando il dibattito si scalda, c'è sempre qualcuno - di solito un politico progressista - che grida: «La Germania ha accolto un milione di profughi!». È un tormentone che abbiamo sentito ripetere fino allo sfinimento, negli anni scorsi. Quando si voleva sminuire l'emergenza migratoria, quando si voleva criticare la politica di rigore portata avanti da Matteo Salvini, ecco che saltava fuori il riferimento all'accogliente Angela Merkel. Che la realtà fosse parecchio diversa non lo abbiamo certo appreso ieri. Dopo il beau geste iniziale rivolto ai siriani (migranti di livello sociale medio alto, potenzialmente utili all'economia), la cancelliera ha cambiato decisamente linea. Dell'accordo con la Turchia (costato svariati miliardi di euro anche nostri) per bloccare gli ingressi si è scritto e riscritto. Questo giornale, già un paio di anni fa, ha sviscerato pure la questione dei cosiddetti «dublinanti», ovvero i profughi che i vari Paesi europei - in base all'accordo di Dublino - rimandano nel Paese di primo approdo. La Germania, da un paio d'anni, si sta divertendo a rispedire al mittente i migranti sgraditi. Il flusso verso la Grecia, per un periodo, era stato bloccato: un gesto di pietà nei confronti di Atene vessata dalla crisi economica. Poi, però, Berlino ha deciso di far ricominciare le partenze. Non soltanto verso l'Ellade, ma anche verso l'Italia. Come ha raccontato, alla metà di maggio, Italia Oggi, dal territorio tedesco partono circa 60 stranieri al giorno, caricati su voli charter e rimandati al mittente. Nel 2017 i ritorni di «dublinati» dalla Germania all'Italia sono stati 1.004. Il piano della Merkel prevedeva oltre 10.000 trasferimenti nel 2018, ma nel quarto trimestre dell'anno quelli effettivi sono stati soltanto 557. La stessa cifra registrata nel primo trimestre del 2019. In tutto fa 1.114 stranieri rispediti qui nell'arco di 6 mesi. Non è affatto piacevole, ma è tutto regolare. L'accordo di Dublino, infatti, prevede che gli Stati dell'Ue possano riconsegnare i migranti al Paese che per primo li ha registrati all'approdo. E, ovviamente, i due Stati che ne hanno registrati di più, dal 2016 a oggi, sono l'Italia e la Grecia. Ieri Repubblica ha deciso di occuparsi a modo suo della faccenda, sparando un titolone in prima pagina: «Migranti, il trucco tedesco. Sedati e spediti in Italia». Poi l'analisi: «Il fallimento della linea Salvini: in 1200 già trasferiti nel nostro Paese». Dunque se la Germania rispedisce qui gli stranieri la colpa di chi è? Ma ovviamente del ministro leghista, il quale non ha voluto sottoscrivere accordi bilaterali con Berlino come ha fatto la Grecia. Da Atene, infatti, sono stati mandati in Germania 1.021 migranti in 6 mesi. Dall'Italia ne sono partiti appena 85. Fallimento leghista, dunque? Non proprio. È dal 2017 che la Grecia rimanda gli aspiranti profughi in terra tedesca. Nel 2016, Berlino accettò di riprendersi ben 2.400 persone, salvo poi - nel 2017 - ridurre drasticamente il numero delle partenze dopo una sorta di accordo non scritto tra il ministro dell'Interno tedesco, Thomas de Maiziere, e il ministro greco per le Politiche migratorie, Ioannis Mouzalas. Ora sembra che il flusso si sia intensificato, ma bisogna fare attenzione: non stiamo parlando di migranti che i tedeschi si riprendono perché hanno il cuore grande. Qui parliamo di ricongiungimenti familiari previsti dagli accordi europei e dalla Convenzione di Ginevra (quindi non eliminabili). Anche se Salvini avesse firmato patti bilaterali con Berlino, non è nemmeno detto che l'Italia abbia migranti con parenti in Germania da far partire. Dunque un eventuale accordo fra il nostro governo e quello tedesco non avrebbe necessariamente un esito favorevole al nostro Paese. Lasciamo però da parte i tecnicismi e concentriamoci su due dati rilevanti contenuti nell'articolo di Repubblica. Il primo è quello politico. Davvero la linea della fermezza del nostro governo è un disastro? La risposta è no. Poiché l'accordo di Dublino (non sottoscritto dall'attuale esecutivo) prevede che i migranti identificati qui ci vengano riconsegnati, l'unica cosa saggia da fare è fermare gli sbarchi. Meno persone registriamo, meno dobbiamo mantenerne ed eventualmente riprendere se riescono a varcare i confini. Il secondo dato fondamentale è la parola «sedati» che compare nel titolo di Repubblica. Stando a quanto sostengono alcune associazioni umanitarie, gli stranieri che «si ribellano ai trasferimenti» vengono drogati onde essere più agevolmente caricati sull'aereo diretto in Italia. Se così fosse, la Germania dovrebbe probabilmente fornire qualche spiegazione. Soprattutto, però, dovrebbero fare qualche riflessione tutti gli illuminati progressisti che, fino all'altro ieri, indicavano la Merkel come esempio di accoglienza e di bontà. A quanto pare - proprio come i francesi - anche i tedeschi non si fanno scrupoli quando si tratta di cacciare gli immigrati fastidiosi.
Ursula von der Leyen (Ansa)
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