2019-12-08
Altre indagini su babbo Tiziano dopo gli scoop fatti dalla «Verità»
Inquirenti incuriositi dalle contraddizioni evidenziate dal nostro giornale. Finiti sotto controllo anche i telefoni dei cronisti. Nelle carte dell'inchiesta sulla bancarotta di tre coop fiorentine di cui sono accusati, tra gli altri, Tiziano Renzi e Laura Bovoli compare più e più volte il nome della Verità. Addirittura i pm fiorentini nel marzo 2018, subito dopo le elezioni politiche (e in concomitanza con l'inizio delle intercettazioni nei confronti dei genitori dell'ex premier, prorogate per circa 4 mesi) chiesero i tabulati telefonici del vostro cronista e di altri quattro soggetti. Nella richiesta di esibizione d'atti destinata alle compagnie telefoniche si legge: «Il pubblico ministero (…) considerato il contenuto della nota dell'8 marzo 2018» del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Firenze ritiene «che, al fine di individuare elementi utili alla ricostruzione dei fatti per cui si procede, è necessario acquisire i dati del traffico telefonico generato dalle seguenti utenze per il periodo compreso tra l'8 marzo 2017 e l'8 marzo 2018». Il pm il 21 marzo chiederà un ulteriore esame del traffico avvenuto tra l'8 marzo e il 21 marzo. Non sappiamo che cosa abbiano segnalato i finanzieri ai magistrati nel pieno delle indagini sui Renzi e sui suoi affari, ma di certo, a partire dall'ottobre del 2017 avevamo iniziato a realizzare una lunga serie di scoop sulle inchieste relative alla famiglia dell'ex (i genitori erano stati iscritti a maggio per una prima ipotesi di bancarotta).Anche in tempi più recenti i nostri articoli hanno destato la curiosità delle Fiamme gialle che li hanno segnalati alla Procura, considerandoli d'interesse investigativo. Prendiamo ad esempio l'annotazione del 16 luglio 2019.I finanzieri fanno il punto su due articoli su cui il procuratore aggiunto Luca Turco, «per le vie brevi», aveva chiesto approfondimenti. I servizi uscirono sulla Nazione (titolo: «Tiziano Renzi: “Mi hanno dipinto come non sono"») e sulla Verità («Babbo Tiziano confessa: “Ho più di 200 dipendenti". E arriva un'altra indagine»). Riportano i finanzieri: «In merito all'articolo apparso sulla Nazione, è opportuno evidenziare il passaggio in cui Tiziano Renzi dichiara: “(…) Anche se volessi non potrei tornare a fare l'imprenditore, non sono più spendibile, mi hanno distrutto un'azienda da 200 dipendenti con 5 milioni di fatturato (…)". Tali dichiarazioni vengono rese da Tiziano Renzi in occasione di una festa organizzata presso l'Unione sportiva Rignanese (…) ove i coniugi Renzi hanno festeggiato i 47 anni di matrimonio». I finanzieri annotano che tali dichiarazioni erano messe in discussione in un articolo della Verità, dove, già nel sommario, si leggeva: Renzi senior «dice che gli “hanno distrutto un'azienda con 5 milioni di fatturato". Ma dichiarava un organico di sole sei persone (…) ». Inoltre, nel servizio, aggiungevamo che ufficialmente il babbo era stato, sino al 31 dicembre 2018, un semplice agente di commercio a provvigioni. Dunque per noi quello di Tiziano era «un lapsus» che sembrava «confermare quanto sostenuto dagli inquirenti e cioè che Renzi senior fosse l'amministratore di fatto anche delle coop che lavoravano per lui e che avevano a libro paga decine di persone».La nostra obiezione ha dato il via agli approfondimenti: «Alla luce di quanto sopra, si è proceduto, attraverso la consultazione delle banche dati in uso al corpo e all'analisi dei reperti informatici acquisiti nell'ambito del procedimento penale in oggetto, a cercare eventuali riscontri sulle notizie emerse». Il risultato? I finanzieri devono darci ragione: «In riferimento alle dichiarazioni sul numero di dipendenti e sul volume d'affari si segnala che: la società Eventi 6, legata alla famiglia Renzi, ha attualmente 2 dipendenti e ne ha avuti massimo 7 nel 2012. Dall'analisi dell'ultima dichiarazione Iva 2018 (periodo d'imposta 2017) si evince che la Eventi 6 ha avuto un volume d'affari di 6.209.937 euro, importo coerente con quanto affermato». Ma gli investigatori sono stati incuriositi anche da un altro tema sollevato dagli articoli della Nazione e della Verità. Ossia il ruolo di Renzi senior nel nuovo bar di Rignano, gestito dall'ennesima cooperativa. «Non ho quote e non sono un socio, ma solamente un volontario e cliente: tengo tutti gli scontrini, sia mai che un giorno…» aveva detto al quotidiano fiorentino. Un'affermazione fatta dopo che La Verità aveva evidenziato il ruolo del babbo (interdetto da ogni attività imprenditoriale a partire dal 18 febbraio 2018) nella nascita del locale. I finanzieri hanno cercato, «per quanto possibile», eventuali rapporti commerciali tra Renzi senior e il caffè aperto presso la Usd Rignanese, anche attraverso alcune mail rinvenute nei pc sequestrati ai genitori dell'ex premier.In un messaggio di posta del 14 novembre 2018 babbo Tiziano chiede materiale della cooperativa che dovrà gestire il bar «utile per aggregare nuovi soci». Il 20 e il 22 dicembre invia una ponderosa analisi dei costi della nuova iniziativa e firma una lettera destinata a eventuali finanziatori (disponibili a garantire una fideiussione bancaria) in cui discetta di «star tap» e «break eaven» e dell'«idea meravigliosa» che «ci siamo messi in testa». Il 18 febbraio 2019 Tiziano viene arrestato e il 22 dello stesso mese la Usd Rignanese firma l'atto con cui dà in locazione il bar alla coop. Queste le conclusioni delle Fiamme gialle: «Alla luce di quanto appena esposto risulta di tutta evidenza l'interessamento del signor Tiziano Renzi all'iniziativa imprenditoriale afferente la gestione del bar della Rignanese e in particolare nella concezione della stessa». Pur dovendo ammettere che Renzi senior non è un semplice volontario, bensì uno degli ideatori dell'impresa, gli investigatori precisano, però, che «l'interessamento e il coinvolgimento nell'attività imprenditoriale del signor Tiziano Renzi sono cronologicamente antecedenti all'interdizione disposta dal Tribunale distrettuale del Riesame di Firenze in data 8 marzo 2019». Va detto che il babbo, dopo che avevamo vaticinato clamorosi provvedimenti giudiziari, a fine dicembre 2018, si era persino cancellato dall'albo degli agenti di commercio. Ma ovviamente potrebbe trattarsi solo di coincidenze.