Alta finanza, dopo Generali si scalda Mediobanca: Caltagirone sale al 5,5%

Caltagirone sale al 5,5% in Mediobanca dopo la sconfitta in Generali
Dopo le Generali lo scontro si sposterà al piano di sopra, cioè su Mediobanca. Questo ripetevano negli ultimi tempi le cronache finanziarie.
Bene: tanto tuonò che piovve. Ieri le comunicazioni alla Consob sulle partecipazioni rilevanti hanno riportato che Francesco Gaetano Caltagirone è salito al 5,499% di Mediobanca dal 3,043% dell'ultimo aggiornamento, che risaliva al 22 novembre scorso. La quota è detenuta attraverso Istituto Finanziario 2012 (3,203%), Fincal (1,88%) e Gamma (0,416%). E' quanto emerge dalle comunicazioni alla Consob sulle partecipazioni rilevanti.
L’imprenditore romano ha dunque comprato quasi il 2,5% di Piazzetta Cuccia e dovrebbe aver sborsato oltre 200 milioni di euro. L’operazione è datata 27 aprile, cioè soli due giorni prima dell’assemblea delle Generali che ha visto prevalere la lista del cda (che era sponsorizzata da Mediobanca e appoggiava la conferma dell’amministratore delegato Philippe Donnet) su quella presentata dallo stesso Caltagirone e che è stata votata anche dalla Delfin di Leonardo Del Vecchio e dalla Fondazione Crt.
Considerando che il patron di EssilorLuxottica di Mediobanca detiene il 19% circa, ciò significa che il peso dei due esperti e facoltosi imprenditori nel capitale di Piazzetta Cuccia ormai si aggirà già intorno al 25%. Al pari della partita Generali, anche qui il pensiero va all’assemblea che dovrà rinnovare gli organi societari, che per Mediobanca è in calendario per l’anno prossimo.
Attendendo di verificare se la merchant bank diventerà il nuovo campo di battaglia dopo Trieste, va rilevato che dalle comunicazioni alla Consob ieri è emerso che Caltagirone è anche entrato nel capitale di Anima Holding, di cui ha comprato il 3,192%. Anima ha tra i principali azionisti il Banco Bpm, che in questa fase rappresenta una delle pedine calde del risiko bancario italiano dopo il mancato blitz dell’Unicredit e dopo l’ingresso nel capitale di Piazza Meda da parte dei francesi del Crédit Agricole con il 9,3%.
Tornando a Medioabanca, l’istituto per rafforzare la prima linea e in particolare le attività di investment banking ha annunciato l’ingaggio da Deutsche Bank di Giuseppe Baldelli a co-head global del Cib (Corporate and investment banking), country head Italia e chairman of global coverage. Baldelli riporterà al ceo Alberto Nagel e affiancherà Francisco Bachiller, Cib executive chairman e co-head global Cib.
La posizione era rimasta vacante per oltre un anno, dall'uscita di Francesco Canzonieri. Baldelli ha un'esperienza di oltre 25 anni nell'investment banking in Italia e all’estero, durante i quali ha seguito alcune tra le principali operazioni di m&a, equity e debito. «Giusppe Baldelli», ha commentato Nagel, «ha il profilo giusto per consentire a Mediobanca di proseguire nella crescita delle attività di corporate & investment banking con la continua espansione sul mercato domestico e, in seguito all’acquisizione di Messier Associés in Francia, con un’ulteriore accelerazione della crescente presenza internazionale».
È mancato serenamente a 91 anni il mese scorso. Aimo Moroni si era ritirato oramai da un po’ di tempo dalla prima linea dei fornelli del locale da lui fondato nel 1962 con la sua Nadia, ovvero «Il luogo di Aimo e Nadia», ora affidato nelle salde mani della figlia Stefania e dei due bravi eredi Fabio Pisani e Alessandro Negrini, ma l’eredità che ha lasciato e la storia, per certi versi unica, del suo impegno e della passione dedicata a valorizzare la cucina italiana, i suoi prodotti e quel mondo di artigiani che, silenziosi, hanno sempre operato dietro le quinte, merita adeguato onore.
C’è un’Italia che continua a credere nella bellezza del tempo speso bene, nel valore dei gesti sapienti e nella perfezione di un punto cucito a mano. È l’Italia della sartoria, un’eccellenza che Arbiter celebra da sempre come forma d’arte, cultura e stile di vita. In questo spirito nasce il «Su misura - Trofeo Arbiter», il premio ideato da Franz Botrè, direttore della storica rivista, giunto alla quinta edizione, vinta quest’anno da Francesco Florio della Sartoria Florio di Parigi mentre Hanna Bond, dell’atelier Norton & Sons di Londra, si è aggiudicata lo Spillo d’Oro, assegnato dagli studenti del Master in fashion & luxury management dell’università Bocconi. Un appuntamento, quello del trofeo, che riunisce i migliori maestri sarti italiani e internazionali, protagonisti di una competizione che è prima di tutto un omaggio al mestiere, alla passione e alla capacità di trasformare il tessuto in emozione. Il tema scelto per questa edizione, «Winter elegance», richiama l’eleganza invernale e rende tributo ai prossimi Giochi olimpici di Milano-Cortina 2026, unendo sport, stile e territorio in un’unica narrazione di eccellenza. A firmare la partnership, un nome che è sinonimo di qualità assoluta: Loro Piana, simbolo di lusso discreto e artigianalità senza tempo. Con Franz Botrè abbiamo parlato delle origini del premio, del significato profondo della sartoria su misura e di come, in un mondo dominato dalla velocità, l’abito del sarto resti l’emblema di un’eleganza autentica e duratura.
Dopo quattro anni dalla precedente edizione, che si era tenuta in forma ridotta a causa della pandemia Covid, si è svolta a Roma la VII Conferenza nazionale sulle dipendenze, che ha visto la numerosa partecipazione dei soggetti, pubblici e privati del terzo settore, che operano nel campo non solo delle tossicodipendenze da stupefacenti, ma anche nel campo di quelle che potremmo definire le «nuove dipendenze»: da condotte e comportamenti, legate all’abuso di internet, con giochi online (gaming), gioco d’azzardo patologico (gambling), che richiedono un’attenzione speciale per i comportamenti a rischio dei giovani e giovanissimi (10/13 anni!). In ordine alla tossicodipendenza, il messaggio unanime degli operatori sul campo è stato molto chiaro e forte: non esistono droghe leggere!













