2025-07-08
Islamismo in fuga, Macron insegue
Di fronte alla minaccia dei Fratelli musulmani il presidente convoca il Consiglio di Difesa. Il rafforzamento delle «regole esistenti» però è una minestra riscaldata.Nel timore di apparire, forse, inconcludente di fronte alla minaccia rappresentata delle infiltrazioni dei Fratelli musulmani nella società e nello Stato francesi, il presidente Emmanuel Macron ha convocato nuovamente ieri il Consiglio di difesa. La riunione si è tenuta a fine mattinata all’Eliseo. Stando alle dichiarazioni di Macron riportate dal settimanale Paris Match, le decisioni prese dal Consiglio sembrano tanto una minestra riscaldata perché pare che siano (o verranno) solo estese delle normative amministrative già esistenti. Ad esempio, Macron ha detto che è stato «ampliato l’ambito degli scioglimenti amministrativi ai fondi di dotazione», mentre fino a ora questi provvedimenti potevano toccare solo le associazioni. Il capo dello Stato francese ha anche parlato del «rafforzamento delle regole esistenti» in materia di controlli sulle donazioni finanziarie ricevute dalle associazioni. Il leader transalpino ha anche annunciato la presentazione di un nuovo progetto di legge dopo l’estate, per completare la legge vigente in materia, approvata nel 2021.Tra i partecipanti alla riunione c’erano il ministro dell’interno, Bruno Retailleau, quello dell’educazione, nonché ex premier, Élisabeth Borne, ma anche il ministro dello Sport, Marie Barsacq. La presenza dei titolari di questi dicasteri ha evidenziato che oltre a quello della sicurezza nazionale, gli altri fronti caldi sui quali si combatte la battaglia contro l’islamismo sono quelli legati ai giovani: la scuola e lo sport. Del resto tra il periodo delle stragi islamiste di Tolosa, del Bataclan o ancora Nizza, che hanno insanguinato la Francia tra il 2012 e il 2016, e oggi, dei «terroristi della porta accanto» hanno compiuto attentati proprio nelle scuole. Basti pensare alla decapitazione del professor Samuel Paty, compiuta dal diciottenne di origine cecena Abdoullakh Anzorov. Più o meno lo stesso triste copione si è verificato anche ad Arras, dove il rifugiato Mohammed Mogouchkov, ha ucciso il professor Dominique Bernard.Non bisogna dimenticare che, nell’ultimo decennio, la pressione islamista nelle scuole e centri sportivi è diventata sempre più forte. Non si è trattato necessariamente di fatti di sangue ma di provocazioni, spesso compiute da giovani immigrati o discendenti di immigrati. È il caso delle ragazze musulmane che rivendicano il diritto a indossare anche nelle scuole pubbliche, quindi laiche e repubblicane, il niqab o altre varianti del velo islamico. Gli islamisti hanno fatto pressione anche nello sport, come rivelato da una missione dell’Assemblea nazionale affidata ai deputati Caroline Yadan (macronista) e Julien Odoul (Rassemblement nationa) incaricata di fare luce sulle «derive comunitarie e islamiste nello sport». Tra le sue conclusioni, presentate nel marzo scorso, si parlava di associazioni (dalle 25 alle 130) «con obiettivi separatisti» dirette «da individui che organizzano dei progetti di rottura nei confronti della Repubblica, in particolare su iniziativa dei Fratelli musulmani». Recensite anche più di 500 squadre con iscritti che «a titolo individuale, esprimono rivendicazioni religiose». La riunione di ieri del Consiglio di difesa seguiva quella tenutasi un mese e mezzo fa. All’epoca, Macron si era irritato, dopo che i risultati di un rapporto sulle infiltrazioni dei «Fratelli» erano stati pubblicati dai media. Il documento parlava, tra l’altro, del rischio di un exploit di liste islamiste alle prossime elezioni comunali del 2026: un «islamismo municipale» che preoccupa il governo di Parigi, ma che potrebbe verificarsi per una semplice ragione. In effetti, da decenni la Francia «regala» la propria cittadinanza o ora rischia di non poter più fronteggiare il nemico islamista cresciuto al proprio interno. Un rischio che potrebbe interessare anche l’Italia se entrassero in vigore regole come quella dello ius scholae.
Sergio Spadaro e Fabio De Pasquale (Imagoeconomica)