In Italia c’è sempre un istante preciso in cui la giustizia decide di scendere in campo con un provvedimento a orologeria. Non è mai un caso, mai un incidente: è una coreografia. E così, nel giorno in cui Mps perde il 4,56%, Mediobanca scivola di un altro -1,9%, e il mercato si chiede cosa stia succedendo, arriva il colpo di teatro: la Procura di Milano notifica avvisi di garanzia a Borsa aperta, come se si trattasse di un profit warning. Tempismo chirurgico. L’effetto è devastante: Mps affonda a 8,330 euro, Mediobanca scivola a 16,750. E tutto perché la notizia - trapelata prima da Corriere.it e poi confermata da un comunicato di Rocca Salimbeni - corre come una scintilla tra gli operatori: Francesco Gaetano Caltagirone, Francesco Milleri e il ceo Luigi Lovaglio sono indagati nell’inchiesta sulla scalata che ha portato l’istituto senese a conquistare l’86,3% di Mediobanca.
Alberto Nagel (Ansa)
Entrano in campo i pm e mirano al cuore della finanza italiana: Delfin, Caltagirone e ora anche Unicredit (che avrebbe fatto un esposto) al centro di una battaglia per il risiko bancario italiano. Arriva anche un'interrogazione parlamentare di Fdi per fare chiarezza sulle «illazioni» di Report sulla scalata della banca senese.
Piazzetta Cuccia difende l’Ops: «Crea valore per gli azionisti» Il Mef: «Sul golden power per Unicredit non si torna indietro».
Luigi Lovaglio, ad di Montepaschi (Imagoeconomica)
Per l’ad Lovaglio le turbolenze dei mercati non impatteranno sull’operazione da chiudere entro luglio. Il 17 è prevista l’assemblea: sì all’aumento di capitale da Caltagirone, Delfin e Tesoro. Lettera Ue all’Italia: chiarimenti sul golden power per Unicredit-Bpm.





