2025-06-12
        Mps-Mediobanca, si muove la procura tra esposti e querele
    
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Entrano in campo i pm e mirano al cuore della finanza italiana: Delfin, Caltagirone e ora anche Unicredit (che avrebbe fatto un esposto) al centro di una battaglia per il risiko bancario italiano. Arriva anche un'interrogazione parlamentare di Fdi per fare chiarezza sulle «illazioni» di Report sulla scalata della banca senese. A pochi giorni dall’assemblea cruciale di Mediobanca del 16 giugno, l’aria inizia a farsi pesante nel mondo finanziario milanese. C’è un’indagine della procura di Milano sull’operazione Mps. Secondo l'Ansa, tutto sarebbe nato da una querela per diffamazione sporta proprio da Mediobanca: l’istituto guidato da Alberto Nagel avrebbe denunciato una serie di articoli accusati di aver diffuso contenuti falsi, tra cui l’asserzione che la banca ostacolasse manovre sul risiko bancario. Ma dietro la semplice accusa ci sarebbe molto di più. Il fascicolo aperto dalla Procura di Milano, affidato all’aggiunto Roberto Pellicano (pool reati economico-finanziari), ha già cominciato a raccogliere indizi che vanno ben oltre la diffamazione.La denuncia, infatti, offrirebbe una dettagliata ricostruzione delle trame societarie intorno all’offerta pubblica di scambio (OPS) tentata da Mps su Mediobanca, con una presunta convergenza di interessi tra Delfin e Caltagirone – soci comuni in Mediobanca, Mps e Generali. Un asse che, secondo Mediobanca, avrebbe cominciato a muoversi già dal 2019.Nella ricostruzione si cita anche la cessione del 15% di Mps da parte del Tesoro tramite “accelerated book building” lo scorso novembre, operazione gestita da Banca Akros, braccio operativo del gruppo Banco Bpm: oggi la Guardia di finanza avrebbe acquisito documenti proprio in Akros. Allo stesso tempo anche Unicredit ha deciso di intervenire a gamba tesa, presentando un esposto alla Procura di Milano su presunti accordi di concerto tra Caltagirone e Delfin nell’acquisto di azioni Mps. Una mossa che, a pochi giorni dall’assemblea di Mediobanca, suona come l’annuncio di una guerra vera e propria tra i grandi blocchi del capitalismo italiano.La partita si gioca anche sui tavoli di Consob e Bce, dove Mediobanca ha già segnalato possibili anomalie. Nel frattempo si muove anche la politica. Venerdì 13 giugno sarà depositata un’interrogazione parlamentare, da parte di Letizia Giorgianni di Fratelli D'Italia, indirizzata al Ministro dell’Economia e al Ministro delle Imprese, che prende le mosse dalla trasmissione Report andata in onda su Rai 3 il 1° giugno. Secondo gli interroganti, il servizio «presentava una ricostruzione nel complesso tendenziosa, e in parte inesatta», accusando il Governo di essere «amico dei banchieri» e ignorando «la filiera istituzionale che tuttora lega i partiti dell’attuale opposizione ad alcuni istituti di credito”.L’interrogazione denuncia «l’assenza nel prospetto dell’offerta su Banca Generali di informazioni sugli accordi commerciali tra la target e Assicurazioni Generali», definendo questo silenzio «un deficit di trasparenza» potenzialmente in grado di «rendere indeterminata o comunque poco attendibile la valutazione della target».Gravi critiche vengono mosse anche al modo in cui Report ha trattato il ruolo del Tesoro nella dismissione delle quote Mps. «Il Ministero ha agito nel rispetto dei meccanismi di mercato» e «non ha esercitato alcuna influenza irregolare sull’Ops», si legge nel testo, che respinge come infondate le «accuse relative a una presunta ingerenza dell’Esecutivo» nelle decisioni operative.Particolarmente duro il passaggio in cui si sottolinea che il prodotto televisivo in questione «conteneva elementi di violazione delle norme generali poste a presidio della concorrenza e dell’ordinato funzionamento del mercato», capaci di «indurre gli investitori ad assumere decisioni affrettate sulla base di un quadro informativo inadeguato», con il rischio di «nocumento per la stabilità sistemica e il benessere economico della Nazione».
        Donald Trump e Xi Jinping (Ansa)
    
        
    (Ansa)
    
«Alla magistratura contabile voglio dire che sono rimasta francamente un po’ incuriosita di fronte ad alcuni rilievi, come quello nel quale ci si chiedeva per quale ragione avessimo condiviso una parte della documentazione via link, perché verrebbe voglia di rispondere “perché c’è internet”. Dopodiché il governo aspetta i rilievi, risponderà ai rilievi, sia chiaro che l’obiettivo è fare il ponte sullo Stretto di Messina, che è un’opera strategica, sarà un’opera ingegneristica unica al mondo». «Noi siamo eredi di una civiltà che con i suoi ponti ha meravigliato il mondo per millenni – ha aggiunto Meloni – e io non mi rassegno all’idea che non si possa più fare oggi perché siamo soffocati dalla burocrazia e dai cavilli».
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