2023-05-29
All’estero li arrestano, qui li chiamano attivisti
In Germania, dove i Verdi sono un partito serio, il cancelliere Scholz chiama gli scalmanati che bloccano le strade «fuorilegge». In Olanda la polizia ne ferma 1.600 e ne manda a processo 40. Da noi? Solo coccole.I Verdi in Germania sono una delle principali forze politiche del Paese, che non soltanto fa parte del governo, con alcuni ministri di peso, ma che negli anni passati ha imposto alcune decisioni in materia energetica, come ad esempio la chiusura delle centrali nucleari. Una premessa d’obbligo per capire quanto il movimento ambientalista sia radicato e quanto conti a Berlino e dintorni. Tuttavia il cancelliere Olaf Scholz non ha esitato un istante a dare dei criminali agli attivisti di Ultima generazione, definendoli completamente fuori di testa. «Sono fuori dalla legge», ha detto, sostenendo che è sotto gli occhi di tutti come il movimento commetta ripetutamente crimini e aggiungendo che lo Stato di diritto non può essere ignorato da nessuno e per nessun motivo. I pesanti giudizi di Scholz sono stati rilasciati dopo che la polizia bavarese ha lanciato un’operazione che ha portato all’incriminazione degli attivisti di Ultima generazione, con perquisizioni e sequestri e l’accusa di aver dato vita a un’associazione a delinquere. Non meglio è andata in Olanda, dove, dopo il blocco di una delle principali autostrade, la polizia ha fermato 1.600 esponenti del movimento, denunciandone alla magistratura una quarantina. Tutto ciò per dire che in alcuni dei Paesi particolarmente sensibili alla difesa dell’ambiente, sia le forze dell’ordine che la politica hanno deciso di usare la mano dura con i giovanotti che inscenano proteste in giro per l’Europa allo scopo di attirare l’attenzione sul surriscaldamento globale e sulle sue conseguenze. Dopo l’iniziale stupore per alcune clamorose iniziative, come appunto il blocco di alcune strade o le secchiate di pittura sui monumenti, in Germania e Olanda ne hanno le tasche piene e hanno deciso di usare la mano pesante. Da noi no. Al contrario di ciò che accade all’estero, dove si dà la caccia ai conti correnti dell’organizzazione, per recidere le fonti finanziarie di Ultima generazione, la politica di sinistra coccola i ribelli dell’ambiente, giocando a invitarli e capirli. Dei ragazzi invasati sporcano il Palazzo del Senato o una statua in piazza Duomo a Milano? Bisogna comprenderli. Gli estremisti gettano secchi di pittura sul muro di Palazzo Vecchio o su in un museo? Bisogna dialogare con loro.Secondo la sinistra, che è sempre pronta a inseguire qualsiasi movimento estremista convinta di poterlo usare ai propri scopi, la protesta di Ultima generazione è giusta, sono i metodi ad essere sbagliati. A sinistra non ci si spinge a dire che fanno bene a invadere le corsie del Grande raccordo anulare, bloccando il traffico e mandando in tilt la circolazione della Capitale. Tuttavia pur criticando l’iniziativa coccolano i teppisti che impediscono a lavoratori e imprenditori di raggiungere fabbriche e uffici. Non si devono sporcare muri e quadri, ammoniscono i compagni, però anche se il mezzo utilizzato non può essere approvato, l’allarme è condiviso.E invece no, è proprio questo il problema. Che non si debba inquinare e che si debbano mettere al bando i materiali che mettono a rischio l’ambiente siamo d’accordo. Ma l’allarmismo è ingiustificato. Soprattutto non ha alcuna ragione di esistere un movimento che si arroga il diritto di compiere una violenza privata come il blocco delle strade o la deturpazione di un’opera d’arte. Nessuna azione teppistica può essere giustificata o anche solo compresa. Soprattutto quando si capisce che dietro a Ultima generazione si intravedono finanziatori che hanno solidi interessi nell’economia green. Il movimento che in questi mesi è stato al centro delle polemiche fa parte di un network che riceve soldi da Climate emergency fund, fondazione guidata dalla nipote di uno dei magnati dell’industria petrolifera e di cui fanno parte alcuni eredi di ricche famiglie americane ed europee, insieme a attori, registi e produttori di Hollywood. Climate emergency fund si vanta di finanziare 106 movimenti nel mondo e di avere 30.000 attivisti addestrati a compiere azioni come quelle che abbiamo imparato a conoscere e detestare, mentre sarebbero oltre un milione i simpatizzanti pronti ad essere mobilitati per proteste dimostrative. Il gruppo sostiene di organizzare proteste non violente, ma in realtà le iniziative che tiene a battesimo sono violente. Prova ne sia che chi blocchi la circolazione per la legge italiana non solo può essere accusato di violazione dell’apposito articolo di legge, ma può anche essere perseguito per violenza privata.Altro che punire chi neghi che l’alluvione in Emilia Romagna sia conseguenza del cambiamento climatico e non dell’inettitudine della politica che non ha realizzato le opere indispensabili a evitare le esondazioni. Se c’è una cosa da fare con urgenza è mettere le manette a una banda di scalmanati che, per usare le parole di Scholz, sono fuori di testa. E, soprattutto, fuori dalla legge.