2019-08-02
Alla Onlus degli amici di Hansel e Gretel 269.000 euro pubblici
I servizi di Mirandola coinvolti in «Veleno» affidarono una bimba alla comunità dell'allieva di Claudio Foti. Forza Italia: «Danno erariale».Nonostante gli arresti e le indagini, nonostante il clamore mediatico, il sistema Bibbiano e le sue propaggini non sono state del tutto bloccate. Il meccanismo, in qualche modo, funziona ancora. Lo svela la storia che andiamo a raccontare, una vicenda che mostra con chiarezza il legame fra «Angeli e demoni» e l'orrendo caso dei «Diavoli della bassa». La protagonista è la piccola S, una bimba fragile che ha passato gran parte della vita in una comunità. S è nata a Mirandola e già nel 2011 viene presa in carico dai servizi sociali dell'Unione Comuni modenesi area nord (Ucman). Nel 2013 arriva il primo affidamento a una comunità. E qui cominciano ad apparire i primi particolari suggestivi. A firmare la determina con cui S viene data in affido è una signora di nome Monica Benati, la responsabile dei servizi sociali locali. Il suo nome non è sconosciuto a chi abbia letto Veleno, il libro di Pablo Trincia sui Diavoli della Bassa. La Benati, infatti, è una delle protagoniste di quella brutta faccenda. Lavorava fianco a fianco con Valeria Donati, la psicologa che fece raccontare ai bimbi gli abusi subiti, poi rivelatisi falsi. Nonostante ciò, la donna è rimasta alla guida dei servizi sociali fino al 2016. La piccola S, però, non viene affidata a una comunità qualsiasi. No, la mandano alla Comunità familiare Madamadorè che si trova a Fornovo di Taro, in provincia di Parma. A gestire la comunità sono i coniugi Paolo Dioni e Romina Sani Brenelli. È soprattutto quest'ultima, però, ad avere un profilo interessante. Sul sito della comunità si legge che è «una fornovese doc, che dopo una lunga carriera nel mondo della musicologia (liceo musicale, conservatorio, università)… si affaccia al mondo dell'accoglienza, che comprende in breve tempo essere la propria strada». L'accoglienza è la sua strada e infatti è diventata il suo mestiere: «La condivisione della sua vita coi ragazzi ospiti non le impedisce di avere un lavoro che ama: è la responsabile della comunità socio-educativa “La Collina"».rapporti stretti C'è qualcos'altro, però. Romina Sani, infatti, è in stretto contatto con Claudio Foti. Apprendiamo che è stata allieva del suo master in «Gestione e sviluppo delle risorse emotive». Scrive sul quotidiano online diretto da Foti medesimo. Ma, soprattutto, Romina Sani fa parte del direttivo dell'Associazione «Rompere il silenzio. La voce dei bambini», insieme a Claudio Foti, Nadia Bolognini (indagati nell'inchiesta «Angeli e demoni») e altri. Curioso: i servizi sociali modenesi, che già avevano avuto a che fare con il centro Hansel e Gretel negli anni di «Veleno», affidano una bimba a una comunità gestita proprio da una allieva (e si suppone amica) di Foti e dei suoi. E non è tutto. A partire dal 2008, l'Unione dei Comuni modenesi area nord fa parte del Cismai, di cui è rimasta socia fino al 2018, pagando regolarmente le quote associative. In realtà, ancora oggi risulta tra i soci, almeno sul sito del Cismai (il quale, a sua volta, è stato chiamato in causa nella vicenda Veleno). Torniamo però alla piccola S. Nel 2016 vive ancora in comunità. Nel settembre di quell'anno, la sua responsabile Romina Sani invia una mail ai servizi sociali in cui spiega che la bambina ha avuto una forte crisi e che bisognerebbe farla «seguire costantemente da un centro specializzato» onde lavorare sui «traumi profondi che ha subito». La Sani scrive: «Come già proposto e discusso col servizio sociale, ci rendiamo disponibili a compartecipare nella realizzazione di un progetto di psicoterapia, in collaborazione con il Centro Hansel e Gretel di Torino, col quale da anni collaboriamo». Detto, fatto. Sapete dove viene mandata S? A Bibbiano, al centro «La Cura» gestito da Hansel e Gretel, 135 euro per ogni ora di seduta. Viene da chiedersi perché la ragazzina sia stata spedita proprio lì e non, per esempio, da uno specialista del servizio sanitario. Se lo sono domandati, tra gli altri, Mauro Neri, capogruppo di Forza Italia nell'Ucman e Antonio Platis, consigliere provinciale modenese di Forza Italia. «Invece di affidarsi al Servizio sanitario regionale», dicono, «l'area nord ha stipulato una convenzione, formalmente con la Val d'Enza, ma palesemente con il Centro Hansel e Gretel per pagare psicologi 135 euro l'ora».L'Unione dei Comuni modenesi area nord, per altro, risulta partner del progetto La Cura in occasione del convegno Rinascere dal trauma, organizzato a Bibbiano nel 2018. Tra i presenti: Nadia Bolognini, Claudio Foti, l'ex sindaco di Bibbiano Andrea Carletti, il presidente del Cismai Gloria Soavi e pure Romina Sani, la donna che gestisce la comunità dove vive S. Del resto, come scrive il giudice per le indagini preliminari di Reggio Emilia, è «verosimile» che la Sani - frequentando Foti, la Bolognini e Federica Anghinolfi - ne segua «gli orientamenti e le idee in termini di “ricerca" dell'abuso sessuale anche davanti a qualsivoglia e seppur minimo sintomo specifico». È proprio frequentando Bibbiano, infatti, che la povera S diventa protagonista dell'inchiesta «Angeli e demoni». Nonostante sia in comunità dal 2013, è solo nel 2017 - cioè da quando inizia la terapia con Nadia Bolognini - che la ragazzina comincia a raccontare di «abusi sessuali seriali» di cui sarebbe stata vittima assieme ai fratelli «da parte dei relativi genitori». S viene trattata con le stimolazioni dell'ormai celebre metodo Emdr e la Procura di Reggio Emilia intravede il rischio che alla minorenne siano stati indotti falsi ricordi riguardanti appunto gli abusi subiti ad opera dei genitori. Nelle relazioni della Bolognini sul caso di S, molestie e violenze sono raccontate con dovizia di particolari. Eppure, tra il 2011 e il 2018, psicologi e neuropsichiatri dell'Asl hanno visitato la ragazza e non hanno mai trovato tracce di violenze sessuali.situazione grave Resta il fatto che, negli anni passati in comunità, la situazione di S si è aggravata fino ad arrivare alle crisi e ai racconti di orrorifici a sfondo sessuale, conditi tra l'altro da un immaginario satanico (proprio come nel caso Veleno). Nonostante ciò, il 3 luglio scorso, con il caso Bibbiano già esploso, i servizi sociali modenesi hanno deciso di rinnovare la fiducia alla comunità Madamadorè della Sani, affidandole ancora S, che nel frattempo è diventata maggiorenne. Per la gestione di S (e, per un breve periodo, di un altro minore), alla Onlus della Sani sono arrivati 269.354 euro dall'Unione dei Comuni modenesi area nord. A questo denaro, spiega Antonio Platis di Forza Italia, si aggiungono «circa 10.000 euro che, tra Comuni e Asl, sono stati versati al progetto La Cura di Bibbiano». Gli esponenti di Forza Italia sono convinti che tutto questo costituisca un danno erariale per l'Unione dei Comuni modenesi area nord. Dopo aver presentato un'interrogazione a livello locale, Platis e Neri fanno sapere che presenteranno un esposto alla Corte dei conti. Intanto, però, per una via o per un'altra il sistema Bibbiano continua a essere operativo.
Manifestazione a Roma di Ultima Generazione (Ansa)