2021-01-24
Dall’algoritmo all’Rt. Ciò che serve sapere per capire qualcosa del semaforo di Conte
Guida ai criteri cervellotici con cui il governo decide il colore dei territori. E limita pesantemente la vita di cittadini e imprese.Nelle ultime ore il caso della Lombardia, «promossa» dal rosso all'arancione, ha riacceso i dubbi sul sistema «a semaforo» che il governo ha introdotto a novembre per arginare il Covid. Ogni variazione di colore finisce per avere importanti ricadute sulla vita di ciascuno di noi. Scuola, lavoro, spostamenti: la nostra quotidianità dipende ormai dalla fascia in cui viene collocato il proprio territorio. Tuttavia, comprendere i passaggi alla base di tale cambiamento è affare assai complicato. Vediamo in sintesi come funziona questo meccanismo. Ogni settimana l'Istituto superiore di sanità pubblica il report di monitoraggio sulla base dei dati comunicati dalle Regioni, e il ministero della Salute emette di conseguenza le relative ordinanze. Nota importante: il rapporto si riferisce alla settimana precedente, dunque quello diffuso venerdì si basa sui dati rilevati dall'11 al 17 gennaio. Le colonne su cui poggia l'assegnazione delle zone sono quattro: l'indice di trasmissione nazionale (meglio noto come Rt), l'incidenza settimanale dei casi ogni 100.000 abitanti, il livello di rischio (basato sull'algoritmo) e lo scenario di trasmissione. Combinati tra loro, questi quattro fattori restituiscono il rispettivo colore stabilito in base ai parametri presenti nel dpcm 14 gennaio 2021.1 Indice Rt. Rappresenta il numero medio di persone che un malato può contagiare, e viene utilizzato dagli epidemiologi per valutare la diffusione di un'epidemia. Mentre «R con zero» indica il potenziale di trasmissione di una malattia infettiva non controllata - quando cioè non vengono messi in atto specifici interventi, farmacologici e non - Rt viene calcolato nel tempo. In altri termini, mentre «R con zero» serve a valutare la forza di un patogeno all'inizio del contagio, Rt serve invece a valutare l'efficacia degli interventi nel corso di una pandemia. L'Rt viene calcolato tramite una formula statistica molto complessa, e tiene conto solo dei casi sintomatici. La rilevazione dei casi asintomatici, infatti, dipende dalla capacità di screening: più test si fanno, più persone positive si trovano. Al contrario, per restituire un valore affidabile l'Rt ha bisogno di poggiare su dati robusti e definiti da criteri comuni (cioè la sintomatologia). L'equivoco della Lombardia è legato alla forte sovrastima dell'indice, causata dal calcolo di un doppio Rt (per casi sintomatici e per ospedalizzati) e all'introduzione del nuovo status di guarito.2Incidenza settimanale dei casi. Rappresenta il numero di casi alla settimana ogni 100.000 abitanti. Attualmente la soglia «critica» è rappresentata da 50 casi ogni 100.000 abitanti (per la Lombardia circa 5.000 casi alla settimana). Sopra tale soglia, e al verificarsi di determinate condizioni, scatta la zona arancione o, peggio, quella rossa.3Algoritmo. Stabilito dal dm Salute del 30 aprile 2020, consta di tre domande concatenate per la valutazione di probabilità di diffusione (Sono stati segnalati nuovi casi negli ultimi cinque giorni nella Regione/Provincia autonoma? Vi è evidenza di un aumento di trasmissione con Rt>1 e/o aumento nel numero o dimensione dei focolai? Vi è evidenza di trasmissione diffusa non gestibile in modo efficace con misure locali) e impatto (Sono stati segnalati nuovi casi negli ultimi cinque giorni in soggetti di età maggiore di 50 anni? Vi sono segnali di sovraccarico dei servizi sanitari? Vi è evidenza di nuovi focolai negli ultimi sette giorni in Rsa/case di riposo/ospedali o altri luoghi che ospitino popolazioni vulnerabili?). Per rispondere ci si basa sui 21 indicatori di rischio e vengono determinati quattro livelli: molto basso, basso, moderato e alto. 4Livello di rischio. La valutazione del rischio è uno dei punti cardine del sistema a fasce, e forse anche il più contorto e controverso. Per determinarla, si incrociano in una matrice la valutazione di probabilità e di impatto, unite al giudizio di resilienza territoriale. Il risultato è la classificazione complessiva del rischio: bassa, moderata, moderata ad alto rischio di progressione a rischio alto, alta.5Scenari di trasmissione. Sono stati delineati nel documento «Prevenzione e risposta a Covid-19: evoluzione della strategia e pianificazione nella fase di transizione per il periodo autunno-invernale», pubblicato lo scorso ottobre, e sono di quattro tipi. Tipo 1: situazione di trasmissione localizzata (focolai) sostanzialmente invariata rispetto al periodo luglio-agosto 2020 e caratterizzata da Rt regionali inferiori a 1; tipo 2: trasmissibilità sostenuta e diffusa ma gestibile nel breve-medio periodo, con Rt compreso tra 1 e 1,25; tipo 3: trasmissibilità sostenuta e diffusa con rischi di tenuta del sistema sanitario nel medio periodo, Rt tra 1,25 e 1,50; tipo 4: trasmissibilità non controllata con criticità nella tenuta del sistema sanitario nel breve periodo e Rt sistematicamente superiore a 1,5.Secondo la normativa attuale, si entra in zona arancione se l'incidenza settimanale supera i 50 casi ogni 100.000 abitanti, si rientra in uno scenario di tipo 2 e la Regione presenta un livello di rischio almeno moderato, oppure con scenario di tipo 1 e rischio alto. La zona rossa, invece, riguarda i territori con più di 50 casi ogni 100.000 abitanti, uno scenario almeno di tipo 3 e livello di rischio almeno moderato. Solo rimanendo al di sotto di 50 casi ogni 100.000 abitanti per tre settimane di seguito si può aspirare alla «zona bianca», dove vige solo l'obbligo della mascherina e del distanziamento.