2024-05-21
Al porto scatta l’occupazione dei sindacati
Prima il presidio in piazza, poi l’assemblea permanente nella sede dell’autorità a Genova. L’Usb si scontra con la Triplice per l’esclusione della sigla autonoma dalle Rsu aziendali e per il silenzio sull’inchiesta: «Cgil, Cisl e Uil zitte sulle mazzette».«Un’iniziativa contro il sistema di corruzione messo in luce dalle indagini della Procura e contro il blocco delle relazioni sindacali con Usb nel porto» questo si legge nel comunicato dell’Unione sindacale di base che a Genova rappresenta 200 lavoratori portuali. Ieri i lavoratori della sigla hanno occupato palazzo San Giorgio sede dell’autorità portuale «per la democrazia sindacale e contro la corruzione nel porto di Genova». A far cadere la goccia, per i sindacalisti dell’Usb, l’esclusione dalle elezioni Rsu del terminal Psa-Gp. «Non è un caso che oggi il sindacalismo complice insieme alle organizzazioni di categoria datoriale come Assiterminal, abbiano deciso di escludere proprio Usb dalle elezioni delle rappresentanze sindacali all’interno del maggior terminal container di Italia». I dirigenti del sindacato denunciano che «il “sistema Genova” ha prodotto corruzione nelle concessioni portuali, mazzette e favori per spartirsi le banchine pubbliche e fare affari. Tutti i soggetti erano coinvolti o comunque conniventi. Padroni e sindacati insieme per blindare gli spazi di democrazia sindacale ed evitare voci fuori dal coro. Uno strenuo ultimo tentativo di difendere il loro sistema e i loro equilibri costruiti negli anni».L’occupazione si è svolta nella sala dei Capitani della sede dell’autorità portuale di Genova dopo un presidio in piazza Caricamento. Lì è stata poi indetta un’assemblea permanente. La protesta avviene lì perché secondo i sindacalisti dell’Usb, emerge che l’autorità portuale «non ha svolto finora il suo ruolo super partes e ha finito per agevolare quel sistema tra sindacati confederali e associazioni padronali».«Noi non diamo colpa ai confederali ma vogliamo una rappresentanza perché siamo presenti sui luoghi di lavoro» ha detto Jose Nivoi di Usb. «Oggi, con questo atto vogliamo dire che, visto che i lavoratori si sono voluti iscrivere con noi, vogliamo essere riconosciuti come parte sociale all’interno del porto. È un atto estremo ma non abbiamo altre armi: o si esce da questa liturgia, da questo modello genovese, sennò rimaniamo qui, perché il sistema va rotto». Infine accusano le sigle più grosse del sindacalismo italiano: «Riteniamo intollerabile che Cgil Cisl e Uil, muti e zitti su quanto accade in questi giorni in porto tra corruzione, abusi d’ufficio e molto altro diano un segnale di vita solo per escludere Usb e compiacere i padroni».Nel frattempo prosegue e si allarga l’inchiesta e il timore è che si fermi tutto in Liguria, soprattutto le grandi opere, come la diga di Genova. «La diga di Genova serve ai genovesi, non serve a un politico, a Tizio o a Caio. Avere il porto di Genova più grande significa fare entrare le grandi navi con i container, a dare lavoro a migliaia di operai e aiutare le vite delle imprese» avverte il vicepremier e ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Matteo Salvini che annuncia una visita a Genova per giovedì e ribadisce: «Rispetto il lavoro dei magistrati che faranno il loro percorso, se qualcuno ha sbagliato è giusto che paghi ma questo per Genova, come per Bologna, come per Bari, come per Palermo, le inchieste non possono fermare l’Italia».Il timore è fondato perché per far sì che la diga venga completata, è necessario che venga approvato il finanziamento di 57 milioni di euro a carico della Regione Liguria. Una cifra che rappresenta il 4% del costo totale della diga (350 milioni di euro). «Per concludere i lavori della parte B della nuova diga di Genova con un anticipo di quattro anni rispetto al progetto originario, è assolutamente necessario che venga completato il finanziamento» avverte il Commissario straordinario alla ricostruzione e sindaco di Genova Marco Bucci in attesa del consiglio regionale che si riunirà proprio oggi anche per votare questo finanziamento. «Fermare i lavori della Diga significa fermare lo sviluppo del nostro territorio e la competitività dell’Italia» la chiosa di Bucci.I lavori coinvolgono 150 persone, tra diretti e di terzi, che diventeranno 600 nel picco di produzione, e oltre 130 imprese della filiera, che hanno lavorato al progetto fin dall’ inizio dei lavori. Intanto è tutto pronto per la posa del primo cassone che andrà a comporre in maniera stabile la struttura a mare della diga. Pergenova Breakwater, il consorzio cui è affidata la costruzione della grande diga foranea di Genova avrebbe dunque risposto alle eccezioni sollevate dall’Autorità portuale genovese che aveva scritto lamentando ritardi ed esprimendo forti preoccupazioni circa i test dei campi prova non ancora realizzati. Secondo indiscrezioni, per il Consorzio (composto da Webuild capofila con Fincantieri, Fincosit e Sidra), le attività procederebbero spedite su più fronti in parallelo alla posa del primo cassone e nelle varie aree nel rispetto del cronoprogramma tanto che nei campi prova 1 e 2 e nelle sezioni T1, T2 e T3, ci sono attività in corso o completate, in linea con gli sviluppi progettuali. I cassoni, realizzati nel porto di Vado Ligure dove è stata quasi ultimata la barriera destinata a proteggere dal moto ondoso, saranno posati a una profondità massima di 50 metri, uno accanto all’altro, fino a completare il profilo della diga: 100 i cassoni previsti in tutto. Inoltre per il consolidamento del profilo della diga sono state posate sul fondale oltre 1,3 milioni di tonnellate di ghiaia, sulla quale vengono realizzate le colonne che reggeranno il basamento della diga. Infine le attività di bonifica bellica sull’impronta della diga, dovrebbero essere completate entro l’estate.
Jose Mourinho (Getty Images)