2021-09-10
Al «capo» pagati anche i ritocchini estetici
Nelle intercettazioni vizi e capricci dell’indagata: dal sushi al parrucchiere di lusso fino alla massaggiatrice«Tu ti rendi conto, questo dipartimento è fatto da me e te». Al telefono con il potente capo delle risorse umane del Miur Giovanna Boda c’era l’editore dell’agenzia di stampa Dire Federico Bianchi di Castelbianco. Un imprenditore che, di fatto, operava, stando alle intercettazioni telefoniche dell’inchiesta, come se fosse uno del ministero. Giovanna arriva ad ammettere: «Lavoriamo tutti grazie a te». Bianchi di Castelbianco sembra saper toccare le corde giuste, assecondando tutte le necessità della manager pubblica. Anche quando Boda lo informa della sua volontà di far vaccinare sua madre e suo padre e di metterli su un aereo per Israele. Bianchi di Castelbianco è pronto e risponde: «Ci penso io». Chi indaga ascolta perfino l’imprenditore dire alla dirigente: «Ti faccio una proposta, noi dobbiamo dividere le attività qua dentro». Tant’è che Bianchi di Castelbianco avrebbe partecipato «attivamente» anche alle «modalità di assegnazione dei fondi»: ben 61 milioni di euro. «Quindi», dice durante una captazione ambientale nella stanza di Boda, «povertà educativa sono 40.000... di questi 40 milioni quant’è il totale? 18 col punto interrogativo perché tu li devi rivedere. Se anche fosse tutto giusto ne restano 22». E cerca il suo margine, facendo i conti in tasca al ministero: «Quindi meno male che lei ha tolto questi, perché così non gliela faccio fa, perché tanto sono 5 milioni e mezzo... fermo restando che questi li possiamo risparmiare qua, fermo i 18 anche se ne restano 22, 16 vanno a 400 scuole per 40.000 euro circa, uguale 16. Quindi qui ne restano 6».In cambio Boda otteneva le assunzioni di persone che indicava. Valentina Franco e Fabio Condoleo, per esempio, erano dipendenti dell’agenzia Dire ma, di fatto, collaboratori della Boda. Bianchi di Castelbianco poi effettuava i pagamenti. Anche a persone che avrebbero fornito prestazioni non attinenti alla sfera lavorativa. È il caso di Fatima Gellaa, che dalle telefonate intercettate dovrebbe essere la massaggiatrice, e di un geometra, tale Riccio, che si occupava di lavori privati dell’indagata. Valentina si presenta anche a loro al telefono come «la collaboratrice di Giovanna Boda». Lo fa con Paola, alla quale dice che «Giovanna ci teneva tantissimo» e che «le faranno un piccolo contratto per degli articoli che riguarderanno la legalità sulla scuola e poi faranno in modo di farle fare il tesserino da giornalista». Altra segnalazione. Valentina parla con Matteo. Si presenta dicendo che il contatto glielo ha fornito Alessandra. Gli investigatori identificano la donna in Alessandra Migliozzi, capo ufficio stampa del Miur con un passato da redattrice dell’agenzia Dire. La chiamata viene riassunta così nell’ordinanza: «Valentina specifica che è stato indicato da Alessandra per delle attività da svolgere con l’ufficio stampa. Matteo risponde che è già assunto al Senato con un contratto a tempo indeterminato e che Alessandra gli ha detto di vedere con lei la forma migliore da adattare alla sua situazione». Migliozzi, inoltre, compare anche in un appunto con le persone da pagare, accanto al nome di Matteo e all’indicazione «contratto sei mesi». E anche accanto al nome Greta: «Dal 10 marzo... importo?». I telefoni intercettati sono bollenti. Assunzioni, piaceri. Poi, però, accade qualcosa che gli investigatori non avevano previsto. Condoleo scopre una microtelecamera nella Mercedes noleggiata per Boda. Ne parla con Valentina, ma questa volta a bassa voce: «Ho visto un buco e ho guardato dentro». Lei risponde: «È un problema Fabio, mo’ non ti agitare inutilmente, vai a capire e basta; cambiamoci i telefoni tutti». Viene disposta una bonifica. Trovata la telecamera, però, Fabio non fa in tempo ad avvertire Boda né Bianchi di Castelbianco, perché nel frattempo i pm hanno disposto le perquisizioni. Con quell’auto Condoleo aveva portato la mamma di Boda a fare shopping da Luisa Spagnoli. E spesso si era trasformato in un factotum: per Boda compra cibo giapponese, fa acquisti da Thun e da Eataly per oltre 300 euro di cibo. Si procura palloncini a forma di cuore da 50 euro l’uno. Boda elenca le cose che deve fare: «Prendere le pizzette a via Tagliamento e portarle una parte in via Campania dal padre e l’altra parte in via Piemonte alle 10.30». E Fabio deve assecondare tutti i capricci: deve trovare i grissini, «quelli da lei preferiti... deve cercarli nei negozi o acquistarli online».Lo stesso fa Valentina, anticipando soldi per spese di qualsiasi tipo: regali per la figlia, il parrucchiere di lusso in via Veneto (700 euro), un tapis roulant e finanche il chirurgo estetico. E anche Nadia Buttaglieri anticipa per Boda: «Allora coi soldi, l’ho finiti. Sto ad anticipa’ io le spesucce in farmacia e le sorpresine e so’ piccole cose ma non glie posso di’ di no». Bianchi di Castelbianco non vuole il dettaglio. E lascia intendere che a monte ci sia un accordo. «Corruttivo», secondo la Procura.
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Giancarlo Tancredi (Ansa)