2025-07-01
Addio ai «pattisti» di Mediobanca. Mediolanum vende la sua quota
Alberto Nagel (Imagoeconomica)
Avviata cessione accelerata del 3,5%. Mossa di Alberto Nagel: via l’uomo vicino ai Del Vecchio.Banca Mediolanum si chiama fuori dal risiko, ma soprattutto dal Patto. Ieri ha annunciato la vendita del 3,5% di Mediobanca lasciando Alberto Nagel sempre più solo nel suo tentativo di fermare l’Ops di Montepaschi. L’operazione riguarda 27 milioni di azioni e sarà curata da Morgan Stanley. Con questa iniziativa il colosso del risparmio gestito si sfila da un gioco di potere che presenta molti profili di rischio. La famiglia Doris rimarrà azionista di Mediobanca, con una partecipazione che ormai assume solo un valore simbolico. Si tratta dello 0,96% conservata direttamente nella cassaforte della dinastia. Insomma, un ridimensionamento che non sembra mantenere nemmeno un piccolo segno di continuità. Al massimo una sorta di filo diretto che, anche nelle pieghe più profonde della governance bancaria, tiene vivo il rapporto personale fra Massimo Doris e Alberto Nagel. Resta il fatto che l’uscita di Mediolanum azzoppa il Patto di consultazione che, con l’ 11,6% è stato finora il presidio più forte per garantire l’indipendenza di Piazzetta Cuccia. Già l’uscita di Vittoria Assicurazioni aveva dato un segnale di disimpegno. Da ieri. Alberto Nagel è più solo nella trincea dove vorrebbe fermare l’avanzata di Mps. Può sperare nel differenziale di prezzo che, al momento rende poco conveniente l’Ops del Monte.Un angolo che ha spinto Nagel a una mossa estrema. Così Sandro Panizza, presidente del comitato di corporate governance di Mediobanca, è stato licenziato. Al suo posto, il consiglio di amministrazione ha deliberato, su proposta del comitato nomine, di integrare il comitato parti correlate con il consigliere indipendente Vittorio Pignatti Morano, nominandolo presidente.Facile immaginare che ci sia Nagel dietro questa girandola di poltrone. Una decisione, secondo quanto riporta il quotidiano La Stampa, presa senza il voto favorevole dei consiglieri di minoranza Sabrina Pucci e lo stesso Panizza espressione della lista sconfitta due anni fa che fa capo a Caltagirone e Delfin. C’è anche il parere contrario del presidente del collegio sindacale, Mario Matteo Busso. Secondo quanto scrive il quotidiano torinese quanto risulta, peraltro, i tre vorrebbero chiedere delucidazioni alla Consob riguardo le modalità assunte dai vertici di Mediobanca. Di certo la mossa inattesa rischia di acuire ulteriormente le tensioni tra il management guidato da Alberto Nagel e i principali azionisti della banca d'affari: la Delfin della famiglia Del Vecchio con il 19,7% e il gruppo Caltagirone che detiene una partecipazione del 10 per cento. Un po’ perché è passata in sordina dopo la presentazione al mercato, proprio venerdì mattina, dell’aggiornamento del piano industriale al 2028, ma soprattutto perché la guida del comitato parti correlate, in momento particolarmente delicato per la banca milanese sotto scalata da parte di Mps e promotrice di un’offerta per rilevare Banca Generali da Generali, passa a un professionista eletto tra le fila della lista di maggioranza del cda.La febbre del risiko non colpisce solo i piani alti del sistema ma anche i livelli intermedi. Ieri, infatti, è stata annunciata l’Opa di Banca CF+ su Banca Sistema.L’obiettivo di dar vita a un nuovo operatore di riferimento nel settore delle banche specializzate.L’operazione, sostenuta da Elliott, prevede un corrispettivo complessivo di 1,8 euro per azione (sconto dell’8,3% rispetto al prezzo di chiusura di venerdì 27 giugno a 1,964 euro), così composto: 1,382 euro in contanti e 0,418 euro attraverso l’attribuzione di 21 azioni Kruso Kapital, controllata da Banca Sistema e quotata all’Egm (+1,55% a 1,96 euro), previo frazionamento delle stesse: ogni azione Kruso attualmente esistente verrà cioè divisa in 98 nuovi titoli.
Ll’ex procuratore aggiunto di Pavia Mario Venditti (Ansa)
Francesco Paolo Capone (Imagoeconomica)
Silvia Sardone (Imagoeconomica)