
Archiviato, a Bolzano, il caso di un uomo colpito dallo storditore elettrico e poi deceduto. Anche allora, come oggi, la cronaca fu un pretesto per disarmare le forze dell’ordine.Torniamo ad occuparci del taser, perché questa volta c’è stato il decesso di un uomo, ma con l’uso del taser questa morte non c’entra assolutamente niente. Legittima la volontà dei genitori di fronte alla morte del loro figlio Carlo Lattanzio, un operaio di 42 anni morto la notte tra l’8 e il 9 luglio 2024, a Bolzano. Questo, naturalmente, ha già scatenato una discussione che si protrae da tempo sull’utilizzo del taser stesso da parte delle forze dell’ordine, con la richiesta, tra l’altro non nuova, di non dotare chi vigila sulla sicurezza di tutti noi di questo strumento invece fondamentale e, in molti casi, alternativo all’uso di armi da fuoco. Ma di questo si è occupato pochi giorni fa Mario Giordano. Il quale, con l’efficacia che conosciamo, ha scritto che se fosse per qualcuno carabinieri, polizia e tutti gli appartenenti alle forze dell’ordine andrebbero private di tutti gli strumenti di difesa o di utilità per la repressione del crimine. Non so cosa vorrebbero questi signori, ma so che andrebbero, almeno i legislatori, messi alla prova anche solo assistendo a qualche operazione di polizia. Allora forse si renderebbero conto, ma non ne siamo certi perché spesso anche di fronte all’evidenza continuano a perpetrare le loro lagnanze, i loro piagnistei, solo ed esclusivamente per raccogliere il consenso di qualcuno, che a loro imitazione, usa il cervello a corrente alternata. Talora è acceso, spesso è spento, molte volte è acceso ma non funzionante. Bisognerebbe apporre sulla testa di coloro una lampadina sul modello di quella di Edi, l’aiutante di Archimede, il cugino di Paperino, Gastone. Edi, l’assistente-robot di Archimede e quello che risolve, con colpi di genio, i problemi di Archimede stesso. Chissà se con l’avvento dell’intelligenza artificiale potremmo creare l’assistente Edi che accompagni almeno i decisori pubblici che si occupano di sicurezza non capendoci una beata minchia. Mentre confermiamo la naturale esigenza dei genitori di Lattanzio di volerci vedere chiaro, continuiamo a deplorare coloro che vorrebbero togliere a questi agenti qualsiasi strumento loro utile nell’adempimento del loro dovere che coincide con la tutela dell’esercizio delle nostra libertà dalla paura. Quando gli agenti della sicurezza usano la pistola, apriti cielo e spalancati terra. Novanta su 100, l’uso di quella pistola è considerato da costoro abuso di legittima difesa. Per fortuna molti processi hanno dimostrato che quell’abuso è quasi nella totalità dei casi inesistente. C’è anche chi ha contestato il manganello, perché non è uno strumento educativo nei confronti di giovani che se ne fottono delle regole che dovrebbero rispettare. C’è anche chi ha contestato l’uso dello spray al peperoncino, perché anch’ esso è pericoloso. Allora delle due l’una: o i poliziotti, in caso di pericolo debbono rivolgerci a San Gabriele Arcangelo, loro protettore, e gli appartenenti all’arma dei carabinieri, la Virgo Fidelis, loro protettrice, sperando nel miracolo, e cioè nell’ammansimento del delinquente, oppure devono stare fermi fino al martirio; oppure rimane consentito l’uso del peperoncino del quale debbono portare una corona intorno al collo, non per motivi scaramantici, ma per utilizzarla come strumento di dissuasione prendendo un peperoncino in mano e brandendolo innanzi allo sventurato e colpevole delinquente.La vicenda di Bolzano secondo le conclusioni del gip, Emilio Schönsberg, appena messe nero su bianco parlano in modo chiaro: «La causa della morte risiede unicamente nello stato tossicologico del soggetto, in particolare nella presenza di cocaina dosi elevate. L’uso del taser, sebbene coincidente temporalmente con il decesso, non ha determinato né provocato alcuna lesione specifica né effetti letali». La famiglia ha presentato ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo, e su questo non abbiamo nulla da dire se non la comprensione della disperazione di fronte alla morte di un figlio di appena 42 anni. Abbiamo, invece, molto da dire su coloro che in questi mesi si sono prodigati in affermazioni irragionevoli e soprattutto pronunciando una sentenza, come sono soliti fare, soprattutto quando si tratta di poliziotti o carabinieri o appartenenti ad altre forze dell’ordine, prima che ci venisse fatto dal Tribunale. Non ci illudiamo che anche di fronte a questa evidenza continueranno imperterriti sproloquiare senza cognizione di causa. Eppure, come dicevano i filosofi di fronte all’evidenza, siamo nelle condizioni in cui qualcosa si mostra, e non c’è bisogno di dimostrarlo. Ma questo sarebbe chiedere troppo e quindi ci asteniamo dal farlo. Sarebbe già sufficiente un minimo di ragionevolezza, molto minimo, quasi infimo livello della medesima. Ma quando c’è di mezzo l’ideologia, la ragionevolezza scompare e spesso non c’è nulla da fare. Essa si impadronisce di questi cervelli, si fa per dire, e ci scusiamo con il cervello medesimo, e si gettano nel vuoto delle loro parole nel quale si trovano a loro agio come i pesci nell’acqua. Per quanto riguarda la specie dei pesci, si può scegliere tra il pesce palla, il pesce sega, certamente non il polpo che è considerato il pesce più intelligente. Chissà se qualcuno si scuserà con le forze dell’ordine dopo questo pronunciamento del gip di Bolzano?
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