2025-11-01
Un coretto al Duce rianima la sinistra: «Allarme fascismo»
Il palazzo dove ha sede Fratelli d'Italia a Parma
Parma, alcuni giovani di Fdi intonano un brano del ventennio. Donzelli: «Da noi chi sbaglia paga». Ma la Procura indaga.Soccorso nero. Annichilita dalla sconfitta in Parlamento sul dossier giustizia, spiazzata dai dati positivi dell’economia, depressa dai successi meloniani all’estero e ammutolita dalle critiche del nonno di casa Romano Prodi, la sinistra si aggrappa all’unico salvagente garantito: il ritorno del fascismo. Questa volta non se lo deve neppure inventare perché alcuni ragazzotti poco ammobiliati di pensiero servono «l’allarme democratico» su un piatto d’argento inneggiando a Benito Mussolini sulle strofe della canzone «Me ne frego» nella sede di Parma di Fratelli d’Italia. L’audio fa il giro del web e l’indignazione per la deriva autoritaria è automatica come i cani di Pavlov.Il fatto avviene la sera di giovedì 28 ottobre, giorno della Marcia su Roma, quando il quartetto o l’ensemble di Gioventù nazionale, il movimento giovanile di Fdi, decide di ricordarla intonando una delle canzoni del ventennio. «Se il sol dell’avvenire è rosso di colore/ me ne frego di morire sventolando il tricolore/ Ce ne freghiamo della galera, camicia nera trionferà/ Se non trionfa sarà un macello/ col manganello e le bombe a man!». Il motto dannunziano degli Arditi nella battaglia del Piave (1918), poi fatto proprio dal fascismo per sottolineare il disprezzo per la morte, risuona nel silenzio di Borgo del Parmigianino. Qualcuno registra il coretto e lo posta su Instagram. Il soccorso nero non poteva essere più efficace. I vertici di Gioventù nazionale intuiscono al volo gli effetti mediatici dello slittamento della frizione e commissariano in tempo reale il drappello parmense; il coordinamento provinciale di Fdi ribadisce la propria «ferma distanza da ogni forma di estremismo o comportamento inappropriato, riaffermando i propri valori di libertà, responsabilità e rispetto delle istituzioni». Con la velocità di un giro di pista di Charles Leclerc, la Procura di Parma apre un fascicolo contro ignoti. «Non c’è ancora un reato ipotizzato e non ci sono persone iscritte sul registro degli indagati, bisogna verificare se il fatto sia vero. Siamo ancora nella fase esplorativa sulla base delle notizie di stampa», ammette il procuratore capo Alfonso D’Avino. Ovviamente la cautela è inutile perché in poche ore il coretto diventa la boa alla quale la sinistra si aggrappa, a cominciare dalla segretaria del Pd Elly Schlein. «La cosa è molto grave e aspettiamo di sentire una presa di distanza della presidente del Consiglio. Proviamo vergogna e sdegno, deve condannare. O forse tacerà anche questa volta». Il sindaco di Parma, Michele Guerra: «I valori che rappresenta questa città sono contrapposti a quelli, non accetteremo mai la squallida propaganda di un tempo passato e orrendo». A ruota Chiara Gribaudo, vicepresidente del partito: «La cosa grave è che si sentono intoccabili, impuniti, tanto da fare canti fascisti dentro una sede pubblica su una strada. Attendiamo il commento di Giorgia Meloni: anche stavolta insulterà chi ha ripreso la scena indegna o condannerà dichiarandosi antifascista?».La premier ha dichiarato per tre volte «l’incompatibilità della destra di oggi con la nostalgia fascista», ma ricordarlo non serve. Poiché l’allarme nero è l’unico collante programmatico ed elettorale della sinistra nel 2025, la strumentalizzazione galoppa. La replica di Fdi è affidata al responsabile dell’organizzazione del partito, Giovanni Donzelli: «Non accettiamo lezioni. Da noi chi sbaglia paga, a sinistra non so. Da noi non c’è spazio per la nostalgia dei totalitarismi. La sinistra come sempre cerca di montare una polemica priva di senso: i ragazzi di Gioventù nazionale erano intervenuti subito, non c’era bisogno che del fatto si accorgessero gli autoproclamati tutori della democrazia». Il vicesegretario della Lega, Roberto Vannacci, ha un approccio originale: «Se l’evento non costituisce reato, come non dovrebbe ai sensi della sentenza di Cassazione del gennaio 2024, la vicenda interessa solo a chi da tre anni urla al pericolo fascista e al tempo stesso inneggia alla rivolta sociale schierandosi dalla parte dei delinquenti nelle violenze di piazza».Il tradizionale doppiopesismo politico e mediatico è imbarazzante. Solo tre giorni fa l’esponente piddino Emanuele Fiano, cacciato dai Collettivi comunisti dall’università veneziana di Ca’ Foscari perché ebreo, ha denunciato «lo shock per lo sguardo di ghiaccio e le mani alzate a simulare la P38 con cui gli attivisti hanno provato a zittire il mio intervento». Nessun sussulto democratico, nessuna fremente condanna e - per quel che ci risulta - nessuna inchiesta giudiziaria. Per il Pd a caccia di «intoccabili e impuniti» è più grave un coretto fuori dal tempo del gesto simbolo delle Brigate Rosse, evocate dagli studenti marxisti e antisemiti dell’ateneo.La memoria corre ai due assessori e ai due consiglieri comunali del Pd che in un corteo Pro Pal, proprio un mese fa a Parma, hanno partecipato all’occupazione violenta dei binari del treno. Silenzio a sinistra, allora per il sindaco Guerra i valori istituzionali erano ben rappresentati. E ancora mutismo assoluto a Vasto quando, al centro di una manifestazione leonka, estremisti hanno esibito con orgoglio magliette delle BR. Ieri sera a Parma la polizia ha dovuto respingere l’assalto dei centri sociali, in un corteo improvvisato (quindi illegale), per evitare la devastazione della sede di Fdi. Nessun imbarazzo a sinistra. Perché prendere le distanze dai bambini che sbagliano? Quello è disagio giovanile, pensano al Nazareno. Un modo cool per dire «anch’io me ne frego».
Guido Guidesi, assessore allo Sviluppo Economico della Regione Lombardia (Ansa)
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