2024-01-24
Sui 30 all’ora scatta l’indottrinamento in aula
Matteo Lepore (Imagoeconomica)
Dopo aver stravolto la viabilità cittadina, il sindaco dem di Bologna Matteo Lepore ordina alle scuole di fare propaganda. I professori dovranno infatti spiegare ai futuri automobilisti che la rivoluzione lenta è per il loro bene. E che le accuse di voler fare cassa sono infondate.Continua a far discutere la riforma della viabilità introdotta a Bologna, mentre il dibattito sulle zone a 30 chilometri all’ora sta infiammando la cronaca locale in molte aree del Paese. Nel frattempo, il Comune guidato da Matteo Lepore ha inviato una lettera a tutte le scuole felsinee chiedendo agli istituti di chiarire i perché della Città 30. Nell’email si invita a consultare la pagina «domande frequenti» del sito ufficiale, con l’obiettivo di spiegare «perché non aumenteranno tempi di percorrenza, traffico e smog», «quali sono le strade a 30 all’ora e quali quelle a 50» e «per quale motivo l’amministrazione non vuole fare cassa con le multe». Un gesto quantomeno opinabile, ma che tradisce anche un desiderio recondito della sinistra: la rieducazione dei cittadini, che fatalmente finisce sempre per riguardare le scuole. Si può solo immaginare che cosa succederebbe, al contrario, se una giunta di destra si rivolgesse agli istituti scolastici per diffondere il proprio programma politico. A leggere la stampa delle ultime settimane, pare che uno dei principali problemi dell’Italia sia la viabilità urbana. La polemica è partita da Bologna, dove settimana scorsa il sindaco Lepore ha dato ufficialmente il via al provvedimento che prescrive il limite di 30 all’ora sul 70% delle strade cittadine (il 90% se si considerano le vie più densamente vissute). Parallelamente, si discute se introdurre le ormai famose zone 30 in diverse città italiane, anche se il più delle volte con più buonsenso rispetto a quanto visto a Bologna. Sul Corriere dell’Umbria, per esempio, si legge che dal 15 marzo a Terni scatterà il limite di 30 all’ora, ma solo nella zona a traffico limitato. «All’interno del centro storico, nella Ztl la zona 30 ha un senso in quanto in alcuni punti non ci sono marciapiedi, le vie sono più strette e poi sono vie di passeggio», ha spiegato Marco Iapadre, assessore alla mobilità della città. «In altre zone a traffico scorrevole la zona 30 non ha proprio senso», per la cui istituzione «ci devono essere delle caratteristiche specifiche, tanto che ci sono zone che richiedono tale provvedimento». Una posizione meno ideologica, per altro in linea con le dichiarazioni del viceministro Galeazzo Bignami a Radio 24: «Andare a 30 all’ora dappertutto rischia di far perdere attenzione rispetto ai luoghi davvero sensibili, come le scuole». Intanto ieri il Mit ha annunciato che è pronta la nuova direttiva sui limiti di velocità nei centri urbani, su cui verrà avviato un confronto istituzionale. Il ministro Matteo Salvini «ha chiarito che va trovato un equilibrio affinché non ci siano provvedimenti poco efficaci o addirittura dannosi», precisa la nota.Nel frattempo Lepore ha cercato di buttare acqua sul fuoco, tendendo una mano a Salvini e invitandolo al dialogo. Con l’altra mano, però, ha chiesto alle scuole di spiegare le ragioni del suo provvedimento. Stando a quanto riferisce il Corriere di Bologna, nell’email recapitata agli istituti la giunta avrebbe suggerito di fare riferimento, per ulteriori chiarimenti, ad Andrea Colombo, ex assessore alla mobilità e attualmente consulente del Comune, nonché «componente dello staff della Fondazione innovazione urbana, in qualità di esperto senior e consulente». Cioè un esperto del Pd. La mossa del Comune, tuttavia, ha generato dei malumori: «C’è chi tra i genitori è rimasto perplesso per le modalità utilizzate, ritenendo inopportuno veicolare attraverso le scuole “un’informazione di parte”», si legge sempre sul quotidiano locale, dove si è tenuto a precisare - attraverso le virgolette - che la partigianeria del messaggio inviato agli istituti scolastici non è un fatto, bensì una convinzione personale di queste famiglie. «Ma da Palazzo d’Accursio ridimensionano il tutto», prosegue l’articolo, «derubricando la scelta di inviare una mail informativa alle scuole come una normale attività di informazione all’interno delle campagne che il Comune sta portando avanti». Dev’essere dunque considerato normale, nei Comuni amministrati dal Pd, diffondere (o meglio difendere) nelle scuole misure politiche oggetto di acceso dibattito. Si sbaglia pertanto chi pensava che durante Educazione civica si insegnasse la Costituzione e i principi che essa sancisce, e non il programma politico del Pd. Forse agli studenti converrebbe imparare il valore della prudenza alla guida più che le motivazioni di regole che, se brandite ideologicamente, cozzano con il buonsenso.Anche le opposizioni locali si stanno muovendo per contrastare il progetto. Ieri il capogruppo della Lega in Emilia Romagna, Matteo Rancan, ha annunciato una raccolta firme nelle strade per fermare Città 30. Nel frattempo, un sondaggio lanciato dal Resto del Carlino - a ieri vi hanno partecipato più di 5.000 persone - indica che quattro bolognesi su cinque sono contrari alle nuove misure. Vedremo se tutto ciò riuscirà a scalfire la ferma volontà di Lepore.