2024-09-26
«30.000 aborti spacciati per contraccezione»
Le pillole d’emergenza ellaOne e Norlevo non evitano la fecondazione bensì, nell’80% dei casi, impediscono l’impianto dell’embrione (già formato). Bruno Mozzanega, presidente di Sipre: «Si fa credere alle donne che non concepiranno: non è vero».«Nel 2021 ci sono stati più di 16.000 bambini non nati per l’utilizzo del contraccettivo d’emergenza ellaOne. Quasi altrettanti con l’altra pillola Norlevo. Vanno aggiunti al conteggio ufficiale di 63.653 aborti riportati dal ministero della Salute nella relazione sull’attuazione della 194», avverte Bruno Mozzanega. Docente di ginecologia all’Università di Padova e presidente della Sipre, la Società italiana procreazione responsabile, autore del libro Da Vita a vita. Viaggio alla scoperta della riproduzione umana (Società editrice Universo), da anni segnala la pericolosità per la donna della contraccezione d’emergenza e l’aggiuntiva «strage di bambini». Pochi giorni fa, l’associazione ginecologi e ostetrici ospedalieri italiani (Agoi), riportava l’interrogazione urgente presentata dal deputato Gilda Sportiello (M5s) e discussa alla Camera. La pentastellata chiede che le pillole «del giorno dopo» siano inserite all’interno della lista dei farmaci che devono essere obbligatoriamente disponibili in farmacia, scorporandole dai contraccettivi ormonali che si assumono preventivamente. «È diritto alla salute», sostiene, e solo così verrebbero evitati «comportamenti illegittimi», da parte dei farmacisti «che si dichiarano obiettori o che si rifiutano di dare i contraccettivi di emergenza alle persone che ne fanno richiesta». Il sottosegretario per i Rapporti con il Parlamento, Matilde Siracusano, ha spiegato che di una «eventuale rivisitazione delle disposizioni» se ne stanno occupando esperti. «Ogni esame e valutazione tecnico scientifici, concernenti la modifica e l’aggiornamento della farmacopea, oggi è rimesso a un apposito tavolo di lavoro tecnico», è stata la sua precisazione.Contraccettivi d’emergenza, da assumere via orale dopo un rapporto sessuale non protetto, sono i medicinali progestinici contenenti levonorgestrel (Lng) conosciuti con il nome commerciale Norlevo, che agiscono fino a 72 ore dopo il rapporto; e i preparati anti progestinici contenenti ulipristal acetato (Upa), ovvero ellaOne, attivi fino a 120 ore dopo il rapporto. L’agenzia italiana del farmaco (Aifa), nell’ottobre 2020 rese ellaOne dispensabile senza ricetta medica anche alle under 18. Alfredo Mantovano, oggi sottosegretario alla presidenza del Consiglio, quando era ancora vicepresidente del Centro studi Rosario Livatino scrisse che con quella determina «addirittura le minorenni sono autorizzate ad acquistare la ellaOne senza prescrizione, senza cioè l’assunzione di responsabilità di un medico, il quale accerti che il test di gravidanza sia stato effettuato, e che sia stato negativo». Infatti, come informava il 15 giugno 2011 l’allora sottosegretario alla Salute, Eugenia Roccella (attuale ministro per la Famiglia, la Natalità e le Pari opportunità), l’indicazione fornita dal Consiglio superiore di sanità era che ellaOne risulta «compatibile con le leggi italiane se c’è un test che elimina ogni dubbio di gravidanza in atto, perché in quel caso bisogna invece seguire la legge 194». Invece, osservava Mantovano nel 2020, la determina Aifa «aggira le disposizioni della legge 194 nell’ipotesi di una gravidanza già un corso».Precisa Mozzanega: «Ti dicono di prendere la pillola d’emergenza, perché agirebbe “inibendo o ritardando l’ovulazione ed evitando la fecondazione”. Invece, nell’80% dei casi ovuli, concepisci e l’embrione non si impianta e muore. Perché ellaOne è un anti annidamento. Gli studi sperimentali lo riportano, un quinto di questa pillola ha gli stessi effetti endometriali di 200 mg di RU486, ovvero di mifepristone: la dose per interrompere la gravidanza». Aggiunge il medico: «La libertà di scelta di una donna così non è rispettata, perché ti dicevano che non avresti concepito. E come dichiarò nel 2009 l’Emea - oggi Ema - ellaOne può determinare l’aborto in quanto “impedisce la sintesi delle proteine necessarie al mantenimento della gravidanza”. Eppure, lo Stato italiano, attraverso le sue leggi, finalizza la procreazione responsabile alla tutela della salute della donna e del prodotto del concepimento». Secondo gli ultimi dati del ministero della Sanità, contenuti nella relazione sulla legge 194 dello scorso anno, nel 2021 furono vendute in Italia 331.982 confezioni di ellaOne, soprattutto alle più giovani, e 284.376 di Norlevo. «In base alla percentuale di fertilità, su 100 rapporti non protetti il numero di gravidanze attese, è di 6 e nasce 1 bambino», spiega Mozzanega. «Questo significa che 5 su 100 rapporti in cui si è usato poi ellaOne sono embrioni non nati. Ci sono stati oltre 16.599 bambini non nati, quell’anno, oltre agli aborti, solo con ellaOne», precisa. «E 14.818 con l’altra pillola d’emergenza a base di levonorgestrel. È un’illegale eliminazione di più di 30.800 embrioni».Non solo, ci sono problemi di epatotossica e di accumuli di ulipristal acetato in tessuti e organi. Ogni compressa di ellaOne contiene 30 milligrammi del farmaco, inibitore del recettore del progesterone. Nel 2020 Aifa, a proposito del farmaco Esmya impiegato nel trattamento del fibroma uterino, dichiara che non deve essere utilizzato. «Nel 2018, il Comitato di valutazione dei rischi per la farmacovigilanza (Prac) dell’Ema, ha finalizzato la revisione di Esmya 5 mg (ulipristal acetato), iniziata a seguito di casi di danno epatico grave, inclusi 4 casi che hanno richiesto il trapianto epatico». E l’epatotossicità nell’utilizzo come contraccettivo d’emergenza, di cui è suggerita come innocua l’assunzione ripetuta? Sembra non destare interesse.
Jose Mourinho (Getty Images)