2025-01-02
Nel 2024 più cortei e poliziotti feriti
Il Viminale certifica la recrudescenza degli scontri di piazza: per bastonate, sassaiole e bombe carta sono finiti in ospedale 266 agenti (+122%) durante 12.287 presidi (+9,5%).A fine anno è sempre tempo di bilanci e quello che il Viminale ha approntato relativamente alle manifestazioni di piazza (e ai loro effetti) è da bollino rosso. I numeri non mentono mai e quelli raccolti da Adnkronos segnano un aumento del numero delle proteste di piazza nel corso del 2024 che hanno avuto, come conseguenza, un incremento notevole anche del numero di agenti feriti e che hanno avuto bisogno delle cure in ospedale. Insomma, più proteste e più violenze, il tutto ammantato dal tradizionale allarme sul «diritto di manifestare» usato dalla sinistra per giustificare (quasi sempre) qualsiasi misfatto.Secondo i dati del ministero dell’Interno, dunque, sono state 12.287 le manifestazioni di piazza nel 2024, in aumento del 9,5% rispetto all’anno precedente. In particolare, tra queste, 4.602 (+0,7%) hanno riguardato temi politici o elettorali, 4.186 (+39%) questioni occupazionali e 1.873 (+39%) i conflitti in ambito internazionale. In 318 casi si sono registrate criticità sotto il profilo dell’ordine pubblico, dato in diminuzione del 20% rispetto al 2023. Complessivamente sono stati 14 gli arrestati e 2.065 i denunciati. Gli operatori delle forze dell’ordine rimasti feriti sono stati 266, in aumento del 122% rispetto all’anno precedente.Insomma, il diritto di protesta si sta trasformando rapidamente, per colpire il governo Meloni, in un diritto a randellare il poliziotto che sorveglia il regolare svolgimento di cortei e presidi di vario tipo. E che l’anno che si è appena chiuso fosse stato nero sul fronte delle aggressioni alle forze di polizia lo hanno capito gli stessi agenti, scesi in piazza il 25 novembre scorso a Torino «contro le continue aggressioni subite durante le manifestazioni di piazza, il controllo del territorio e persino all’interno degli istituti di pena: siamo vittime di attacchi ideologici e strumentalizzazioni politiche che mirano a delegittimare la nostra missione», avevano dichiarato allora i responsabili del sindacarto di polizia Siulp nello spiegare la genesi della manifestazione di protesta per lanciare l’allarme sulle condizioni sempre più difficili in cui chi porta una divisa deve lavorare.Proprio il capoluogo piemontese era stato teatro, sempre a novembre, del «No Meloni day», una giornata di proteste promossa da centri sociali e collettivi studenteschi «contro il governo della guerra, dei tagli e delle riforme all’Università». Quel giorno, i pacifisti contrari a qualsiasi conflitto bellico avevano ingaggiato diversi scontri con le forze dell’ordine, tanto che ben 19 poliziotti erano rimasti intossicati da spray urticante.Stessa solfa nel corteo dei pro Pal contro la guerra di Israele nella Striscia di Gaza: i pacifici pacifisti avevano trasformato, lo scorso 5 ottobre, Roma in un campo di battaglia con bombe carta, pali della segnaletica divelti in strada usati per sfondare il cordone delle forze dell’ordine, sassi e bottiglie lanciate contro gli agenti: durante gli scontri almeno 34 persone sono rimaste ferite, di cui 30 tra le forze dell’ordine e pure alcuni fotografi sono stati bastonati da alcuni manifestanti. Sempre a novembre, a Bologna, la rete antifascista bolognese, in strada per protestare contro una manifestazione organizzata da Rete dei patrioti e Casapound, aveva assalito con sassi e bastoni gli agenti di polizia in tenuta antisommossa. Una scia di feriti che non merita neanche mezza parola di condanna da parte di certa sinistra.
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