2023-12-25
Nel 2023 l'Aeronautica militare ha fatto 160 missioni di soccorso
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Non c’è minuto nel quale i militari dell’Aeronautica degli Stormi che si occupano di soccorso non siano pronti per partire. E se li vedete volare, o stanno salvando una vita, o si stanno addestrando a farlo.Sono state 160 le missioni effettuate dal personale dell’Aeronautica militare in undici mesi. E altre ce ne saranno prima di Capodanno. Quando si dice «al servizio del paese» è letteralmente questo, mediamente da due a tre interventi a settimana, in Italia e all’estero, con aeroplani o elicotteri. Tra il primo gennaio 2023 e il 30 novembre i trasporti per ragioni sanitarie sono stati 94 in 267 sortite, 93 persone soccorse e un totale di 284 ore e tre minuti di volo. Di queste, 83 sono stati i casi di imminente pericolo di vita (Ipv); sette con anche uso di ambulanze; quattro per trasporto di pazienti per esigenze di trapianto, ovvero con a bordo anche organi ed equipe mediche. E dodici i casi di trasporto per ragioni umanitarie, ovvero pazienti ed equipe mediche. Ci sono state anche 19 operazioni antincendio, con 39 sortite per un totale di 68 ore e 23 minuti di volo e 627 sganci; quelle per l’emergenza meteo in Emilia-Romagna, 31 missioni per 122 ore e 9 minuti di volo, 326 sortite per soccorrere 91.822 persone. Sono numeri impressionanti che abbiamo voluto dare in modo diretto perché nell’anno del centenario della sua fondazione, l’Aeronautica Militare – ma non soltanto l’arma azzurra – ha dato un contributo eccezionale alla Nazione e, con 16 missioni all’estero, anche nei casi di soccorso avvenuti in Libia, Turchia (terremoto) e per l’evacuazione dei nostri concittadini da Israele. Numeri che hanno impegnato il personale militare dell’Aeronautica, equipaggi e specialisti, 24 ore al giorno, sette giorni la settimana. Arriva la richiesta di trasporto attraverso il coordinamento delle Prefetture, si pianifica la missione si parte, è il loro mestiere e merita un grazie. Noi della Verità lo facciamo così, presentandovi qualcuno di loro e dando loro voce senza fare domande, lasciandoli liberi e cercando di porre la persona prima della divisa.Cominciamo con il colonnello Marco Angori, comandante del 31° Stormo di Ciampino: «Questo reparto e le persone che ne fanno parte rappresentano al meglio l’idea dello Stato che si mette al servizio dei suoi cittadini. Attraverso il trasporto sanitario d’urgenza e umanitario, siamo noi stessi a rappresentare in prima persona l’Italia ai cittadini, e lo facciamo nel momento più difficile e delicato della vita di una persona, incontrando chi vive un dolore immenso come quello che può provare un genitore davanti alla sofferenza del proprio figlio. Ciò che facciamo ha un impatto fondamentale nel costruire la fiducia dei cittadini verso lo Stato. Le parole che utilizziamo, i gesti, persino i sorrisi che riserviamo a quei pazienti e alle loro famiglie, esercitano un’influenza notevole».Cristina R. - maggiore pilota, 31° Stormo: «Da bambina, vivendo vicino a un aeroporto, vedevo gli aerei decollare e atterrare e pian piano è cresciuta in me la passione per il volo. Al liceo ho capito che l’Aeronautica Militare mi avrebbe permesso non solo di realizzare un sogno, ma anche di mettere quel sogno al servizio degli altri. Ci sono voluti anni e sacrifici per arrivare fin qui, ma sono orgogliosa della mia scelta di vita perché cosciente del fatto che tramite quel sogno oggi porto soccorso. E faccio di tutto affinché le missioni di trasporto sanitario d’urgenza che mi vengono affidate si risolvano nel migliore dei modi, affinché questi bimbi possano ritrovare al più presto la strada verso i loro sogni».Daniele I. - capitano pilota, 31° Stormo: «Il percorso per diventare pilota militare è arduo e selettivo. Oggi, ogni qual volta mi trovo a correre verso l’aereo per decollare e soccorrere un connazionale in difficoltà o in pericolo di vita, sento che tutti quei sacrifici trovano un senso compiuto: l’Aeronautica Militare mi ha fornito una formazione di prim’ordine che, insieme ai miei colleghi, posso mettere al servizio della nostra collettività, contribuendo a salvare vite. Spesso trasportiamo piccoli pazienti in età neonatale, penso si comprenda come questa attività inorgoglisca tutti noi che quotidianamente siamo chiamati a prendervi parte».Primo luogotenente Gennaro B. - Direttore di carico, 31° Stormo: «Da Direttore di carico coadiuvo l’equipaggio nell’espletamento della missione, lo faccio da oltre vent’anni. Potrei raccontare centinaia di trasporti sanitari urgenti a cui ho preso parte, ma ognuno è unico e ogni volta è una nuova emozione. Il senso di urgenza che ci anima nel momento in cui ci si avvia all’aereo per decollare il prima possibile, perché coscienti che vi è qualcuno, magari un bambino, in pericolo di vita, si rinnova ad ogni missione. Ed è da lì che tutti noi prendiamo coscienza dell’importanza del nostro mestiere, di giorno, di notte, a Natale o a Pasqua. Non importa. Ci siamo sempre, pronti e orgogliosi di esserci».Sergente Angela B. – assistente di volo, 31° Stormo: «Da assistente di volo, durante i voli di trasporto sanitario d’urgenza mi trovo a diretto contatto con i pazienti e i loro famigliari. Sono esperienze forti ed è naturale cercare di offrire il massimo supporto, spesso anche sul piano psicologico. Durante il volo cerco di tranquillizzare il più possibile i passeggeri raccontando quanti pazienti abbiamo trasportato negli anni e quanti di questi abbiano trovato a destinazione le cure sperate. È un lavoro impegnativo che non conosce pause, ma sono cosciente di come sia essenziale per le tante persone che ci troviamo ad accogliere a bordo dei velivoli. E provi grande orgoglio per il proprio impiego». Dal Lazio alla Romagna, dove a Cervia (Ravenna), ha sede il 15° Stormo che si occupa di ricerca e soccorso (Sar) e dal quale dipendono, dislocati su tutto il territorio nazionale, l’85° Centro Sar di Pratica di Mare, l’80° Centro Sar di Decimomannu (CA), l’82° Centro Sar di Trapani, l’83° Gruppo Sar di Cervia e l’84° Centro Sar di Gioia del Colle (Bari). Oltre che per gli equipaggi militari, il Sar effettua operazioni di pubblica utilità quali la ricerca di dispersi in mare o in montagna, il trasporto sanitario d’urgenza di pazienti in imminente pericolo di vita e il soccorso di traumatizzati gravi, operando anche in condizioni meteorologiche estreme. Dal 2018 il Reparto ha acquisito la capacità Aib (antincendio boschivo) contribuendo alla prevenzione e alla lotta agli incendi su tutto il territorio nazionale.Tenente Colonnello Francesco Pastore – comandante 84° Centro Sar, 15° Stormo: «Quando, dopo un trasporto, è capitato di ricevere la telefonata da parte dei genitori del bambino o della bambina, con la quale si ringraziava l’Aeronautica Militare per quello cha ha fatto per salvargli la vita, credo che questa sia la soddisfazione più grande che riempie di orgoglio tutte le donne e gli uomini del 15° Stormo». Sergente Maggiore Giuseppina Scognamiglio – aerosoccorritrice, 15° Stormo: «Quando ti addestri immagini sempre quale possa essere lo scenario che ti aspetta e cerchi di prepararti a ogni evenienza. Quando la chiamata arriva, parti e sai che quella vita da salvare è lì, magari ancorata a una parete rocciosa, e tu sei la sua unica speranza. Ti metti in gioco con tutto il tuo addestramento e l’esperienza, e alla comunicazione via radio dell’operatore che ti dice che è pronto al recupero sai che ogni sforzo, attenzione e professionalità sono state utili, lo porti su, lui ti sorride e comprendi ogni volta che salvare vite umane è un grande privilegio».Tenente colonnello Lorenzo Leone - capo equipaggio, 15° Stormo: «Ho effettuato tanti soccorsi nella mia carriera, sono quasi sempre situazioni al limite in cui il minimo errore può comportare gravi conseguenze, per chi viene soccorso ma anche per l’equipaggio. Per questo cerco sempre di prendere le decisioni in maniera asettica e professionale e di portare al termine la missione cercando di non farmi coinvolgere emotivamente dall’evento. Ma alcuni giorni più di altri è veramente difficile non farsi trasportare dalle emozioni, soprattutto quando incroci lo sguardo dei genitori dei bambini».Terza tappa di questo articolo la 46a Brigata Aerea di Pisa, che opera con aeroplano da trasporto in contesti sovente internazionali. Maggiore Luca S. – Pilota 46ª Brigata Aerea: «La 46ª Brigata Aerea ha eseguito diversi trasporti sanitari durante quest'anno, quasi sempre in favore di bambini molto piccoli. La nostra peculiarità rispetto ad altri assetti dell'Aeronautica Militare che possono esprimere la stessa capacità, sta nel fatto di poter imbarcare, direttamente sul velivolo, l'ambulanza con a bordo il paziente e l'equipe medica, mantenendo in piena operatività tutte le apparecchiature dedicate al monitoraggio o agli interventi salvavita, garantendo quindi una continuità di assistenza tra i due ospedali». Maggiore Davide C. – Pilota 46ª Brigata Aerea: «La missione del pronto impiego sanitario inizia con l'attivazione dell'equipaggio in attesa (stand-by), che arriva in aeroporto ed effettua tutte le procedure finalizzate alla partenza del velivolo, che vanno dai briefing prevolo riguardo la situazione meteorologica, i bollettini per la navigazione aerea fino al controllo del velivolo. Al termine della verifica si decolla verso la destinazione dove recuperare il paziente, che solitamente è all'interno dell'ambulanza con l'equipe medica al seguito, che poi trasportiamo fino all'ospedale idoneo per l'assistenza necessaria. È una tipologia di missione molto particolare ed è solo una parte di quelle che svolge la 46° Brigata Aerea. È sicuramente approntata come una qualsiasi missione operativa o addestrativa, ma quando hai modo di interagire con l'equipe medica, anche solo con un incrocio di sguardi, ci si rende conto che il trasporto effettuato ha fatto la differenza tra la vita e la morte e ti rende consapevole che sei stato un elemento importante di un qualcosa di molto più grande».
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