2021-05-01
Dopo tanti intoppi finalmente parte l’inchiesta politica sui bambini rubati
Maria Teresa Bellucci (Ansa)
Sull'onda di Bibbiano, vari partiti chiesero una commissione sugli affidi illeciti e le case famiglia. Ma il M5s cambiò alleato... A lasciare sconcertati sono le date. I primi articoli di giornale riguardanti l'istituzione di una commissione parlamentare di inchiesta sugli affidi illeciti risalgono addirittura all'autunno del 2019. Per ottenere il via libera del Parlamento si è dovuta aspettare la fine di luglio del 2020. E soltanto ieri è stato finalmente annunciato che i lavori possono iniziare. E dire che erano partiti in quarta. Era l'estate del 2019, ed era appena esploso il caso Bibbiano: sui giornali si parlava di bambini tolti ingiustamente alle famiglie e dati in affido anche a coppie che poi li maltrattavano. Anni e anni di dolore, di vite incrinate, di storture dei tribunali, di malcostume di assistenti sociali, avvocati e politici all'improvviso suppuravano sotto gli occhi attoniti della cittadinanza. Si scoprì ciò che in tanti già sapevano: il sistema italiano di gestione dei minorenni non funzionava bene, le sue lacune provocavano ferite probabilmente insanabili, e nella gran parte dei casi le vittime, oltre ai bambini, erano le famiglie più fragili e più povere. Sull'onda emotiva sollevata dall'inchiesta Angeli e demoni, vari partiti chiesero a gran voce che si indagasse una volta per tutte sugli affidi e sulle strutture che ospitavano i piccini in difficoltà. Fratelli d'Italia, Lega e persino il Movimento 5 stelle proposero di istituire una commissione parlamentare. Ricordate? Erano i giorni del «partito di Bibbiano», Alessandro Di Battista aveva annunciato addirittura un libro esplosivo di cui poi si sono mestamente perse le tracce. Dunque si partì di gran carriera, e appena finita l'estate le varie proposte di legge erano pronte. Poi, però, i mesi hanno cominciato a passare, e a qualcuno continuare a parlare di Bibbiano non è più sembrato utile. Sono cambiati i governi, il «partito di Bibbiano» è diventato il principale alleato dei pentastellati, e un po' alla volta l'idea di ficcare il naso nelle magagne del sistema minorile ha iniziato a non apparire poi così urgente. In realtà, di indagare c'è bisogno eccome. Certo: i bambini coinvolti nel caso Bibbiano sono tutti tornati a casa. I procedimenti giudiziari che coinvolgono i vari protagonisti (assistenti sociali e psicologi, ma anche politici) sono attualmente in corso. Tuttavia il sistema, in fondo, non è cambiato. Si continua, ad esempio, a non avere idea di quanto costino davvero allo Stato le case famiglia e le strutture in cui i ragazzi vengono accolti. Manca un monitoraggio costante della situazione dei piccoli. Ci sono modifiche alle leggi sulla separazione dalle famiglie che andrebbero fatte, e alla svelta. E, prima di ogni altra cosa, ci sono ancora decine e decine di padri e di madri che restano separati dai loro figli, anche se tante volte non se lo meritano. La Commissione parlamentare d'inchiesta sugli affidi illeciti e le case famiglia (così si chiama) sarebbe potuto partire mesi e mesi fa. A febbraio 2020 i testi di legge erano già stati esaminati dalla commissione competente. Il Parlamento, se ci fosse stata la volontà politica, avrebbe potuto mettere in moto tutto già a marzo dell'anno scorso. Purtroppo, un bel po' di politici hanno ritenuto che accelerare non servisse: meno si torna a parlare dello scandalo bibbianese, meglio è. Fortuna che qualcuno ha deciso di non mollare l'osso. Maria Teresa Bellucci - deputato e capogruppo per Fratelli d'Italia in commissione Affari sociali e Bicamerale infanzia e adolescenza - ha passato quasi un anno a martellare i suoi colleghi alla Camera e il presidente Roberto Fico. «Ogni volta che ci si riuniva per i lavori parlamentari», racconta «io ricordavo all'aula che la commissione non era ancora stata istituita». Perché tanto ritardo? La ragione è triste ma semplice. «Nel settembre 2020 Fico invitò tutti i gruppi parlamentari a indicare i loro candidati membri. A dicembre 2020 Partito democratico, Forza Italia e gruppo misto ancora non avevano fornito i nomi». E mentre questi temporeggiavano, i casi da indagare restavano aperti come buchi neri. «Non c'è solo Bibbiano», dice la Bellucci. «Ricordo la storia di Massa Carrara, quelle del Piemonte...». La pandemia ha fornito un utile paravento dietro cui nascondersi, ma è evidente come il clamoroso ritardo non dipenda dal Covid, bensì dalla mancanza di volontà. Colpisce soprattutto la latitanza del Pd, il partito più toccato dalla vicenda emiliana: non solo gli amministratori locali ma anche alcuni parlamentari avevano celebrato a più riprese il «modello Bibbiano». E fare i conti con questo scheletrino non è certo invitante per i dem. Alla fine, l'insistenza della Bellucci e di Fdi ha portato frutti, pure grazie all'appoggio (gli va riconosciuto) di Roberto Fico. Le scuse ora sono finite: la commissione può partire, e deve farlo quanto prima. Perché qui non si tratta di polemica politica, ma della vita di intere famiglie: le più fragili e le più dimenticate.
Jose Mourinho (Getty Images)