2022-09-12
Zhang apre alla cessione dell'Inter, con Moratti sullo sfondo
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La famiglia cinese avrebbe affidato a Goldman Sachs il mandato di vendere la squadra nerazzurra. Il prezzo è stato fissato in 1,2 miliardi. Negli ultimi giorni è tornato a circolare il nome di Vivek Ranadivé, il co-proprietario della squadra di basket Nba dei Sacramento Kings, ma continua a rimanere viva la pista che porta al fondo arabo Pif. Con l'ex presidente pronto in caso di cordata italiana.Intanto la squadra di Simone Inzaghi, dopo la vittoria nel finale con il Torino, è volata in Repubblica Ceca per l'importante sfida di Champions League contro il Viktoria Plzen: obbligatori i tre punti per ambire al passaggio del girone di ferro con Bayern Monaco e Barcellona.Lo speciale contiene due articoli.Non sarà una passeggiata il passaggio di proprietà dell’Inter di Steven Zhang. La scorsa settimana è tornata a circolare sui media la notizia che l’imprenditore cinese avrebbe affidato a Goldman Sachs il mandato di vendere la squadra nerazzurra.In realtà è da tempo che le operazioni di cessioni sono iniziate. Non è una notizia il fatto che il presidente Xi Jinping in patria abbia deciso di invertire una tendenza iniziata nel lontano 2011, quando Pechino sognava una Cina campione del mondo ai mondiali del 2018 in Russia. Nel 2020, in concomitanza con l’esplosione della pandemia da Covid 19, il Partito comunista cinese ha varato un piano che prevede che in 5 anni i capitali esteri anche di aziende private rientrino in patria. In Cina morde la crisi economica, dettata soprattutto da una bolla immobiliare sempre sul rischio di esplodere. Insomma, la parentesi sportiva è finita, nonostante i miliardi investiti in questi anni in squadre come Milan, Atletico Madrid ma anche giocatori come, Carlos Tevez, Hulk e Stephan El Shaarawy o allenatori come Marcello Lippi. Zhang in patria è nella morsa dei debitori. A metà luglio il South China Morning Post ha pubblicato la sentenza dell’Alta Corte di Hong Kong, che ha condannato il patron dell’Inter al pagamento di 255 milioni di dollari di debiti, circa 2 miliardi di dollari di Hong Kong. Ma i problemi non terminano qui. Perché la stessa squadra nerazzurra avrebbe un debito di almeno 700 milioni di euro da ripianare. Serve un socio, un nuovo investitore. Ed è proprio su questo che Goldman Sachs sta lavorando di giorno e di notte. Il prezzo di vendita è di 1,2 miliardi, anche perché gli Zhang vorrebbero guadagnare dalla cessione e hanno tempo almeno fino al 2025, come ha stabilito il Partito comunista cinese. Molto del futuro dell’Inter ruota intorno al prestito di Oaktree da oltre 290 milioni di euro con un interesse al 12%. A quanto pare ci sarebbe tempo fino al 2024 per rinegoziarlo. Intanto si cercano investitori. Negli ultimi giorni è tornato a circolare il nome di Vivek Ranadivé, il co-proprietario della squadra di basket Nba dei Sacramento Kings, 64enne ingegnere di origine indiana, fondatore di numerose aziende nel settore dell’informatica e già negli scorsi mesi inserito tra i possibili componenti della cordata della RedBird di Gerry Cardinale per acquistare il Milan da Elliott. Ma non c’è solo lui. Si parla anche del fondo arabo Pif. Il Public Investment Fund è un fondo sovrano saudita, cioè un fondo d’investimento pubblico di proprietà del governo dell’Arabia Saudita, con sede a Riyad, Pif nasce infatti nel 1971 per gestire società locali con legami con il Regno Unito. È uno dei fondi sovrani più ricchi del mondo della finanza. Lo scorso anno ha acquistato il Newcastle per 360 milioni di euro e l’acquisizione dell’80% del club inglese. Nelle ultime settimane si pensava che l’affare con i sauditi fosse già chiuso. Poi è arrivata la smentita ufficiale. Anche perché la Premier League dove Pif ha investito non è la serie A, i guadagni sono più alti soprattutto grazie ai diritti televisivi. Insomma, il socio deve essere ancora trovato. E chissà che alla fine non compaia Massimo Moratti, ex presidente dell’Inter, ancora molto amato, che negli ultimi anni si è fatto spesso carico delle preoccupazioni dei tifosi. Nel 2021 spuntò anche una cordata di vip, con persino un altro presidente, Ernesto Pellegrini, pronto a rilevare il club. Certo, è difficile che i due facciano da soli. Ma lo stesso Moratti lo scorso anno era stato molto chiaro in un’intervista a Repubblica. «Essere in minoranza in un club di calcio serve a poco. Al momento non penso ci siano le condizioni per una cordata italiana alla guida del club, a prescindere da me e dalla mia volontà. Certo sarebbe bello che, in caso di cessione, la nuova proprietà fosse appassionata. Agli Zhang, gli interisti devono essere grati per come hanno fatto le cose finora. Stiamo a vedere. I promotori di InterSpac sono molto motivati, bisognerà capire come andranno avanti. È un’iniziativa a cui guardo con interesse». Carlo Cottarelli, interista e candidato del Pd a luglio di quest’anno, aveva spiegato che Zhang li aveva scartati. «Noi abbiamo fatto quello che avevamo promesso di fare, cioè preparare un business plan. Abbiamo lavorato con Deloitte Consulting. Ma la proprietà della società non è interessata a lavorare con noi. E quindi noi non possiamo andare avanti. Mi spiace ma è così. Magari in futuro le cose cambieranno». Il futuro è adesso.<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="True" data-href="https://www.laverita.info/zhang-cessione-inter-moratti-sfondo-2658197716.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="la-champions-chiama-nerazzurri-in-repubblica-ceca-contro-il-viktoria-plzen" data-post-id="2658197716" data-published-at="1662987498" data-use-pagination="False"> La Champions chiama: nerazzurri in Repubblica Ceca contro il Viktoria Plzen Ansa Mentre è ancora tutto da decifrare il futuro societario, con le notizie di una possibile cessione del club, in casa Inter è già tempo di pensare al campo. Dopo la vittoria per 1-0 acciuffata nei minuti finali contro il Torino sabato scorso a San Siro, grazie al gol di Marcelo Brozovic, la formazione allenata da Simone Inzaghi è volata in Repubblica Ceca per la delicata sfida di Champions League contro il Viktoria Plzen.Ai nerazzurri, infatti, per mantenere intatte le chance di superare il complicatissimo girone con Bayern Monaco e Barcellona, occorre ottenere il massimo dei punti nelle due sfide contro i cechi, a cominciare dalla trasferta di domani con fischio d'inizio alle 18:45. La sconfitta casalinga alla prima giornata contro i bavaresi e la contemporanea vittoria dei catalani proprio sul Viktoria, mettono l'Inter nella condizione di dover vincere e approfittare del passo falso di una tra Bayern e Barca nello scontro diretto. Il tecnico piacentino, che dovrà rinunciare ancora una volta a Romelu Lukaku - il belga è rimasto ad Appiano Gentile a svolgere lavoro differenziato per superare il problema ai flessori - si affida in attacco ai gol di Lautaro Martinez, affiancato da Edin Dzeko, con Joaquin Correa pronto a subentrare a gara in corso. Da sciogliere ancora il dubbio su chi sarà il portiere titolare. Samir Handanovic ha risposto alle critiche post derby sfoderando una prestazione da campione contro il Torino. André Onana non ha sfigurato contro il Bayern in quella che fin qui è la sua unica presenza in una gara ufficiale con la maglia dell'Inter. Interpretando le parole di Inzaghi nel post partita contro il Torino, in Champions dovremmo vedere tra i pali ancora il camerunese. L'altro ballottaggio riguarda l'esterno di centrocampo con Matteo Darmian che potrebbe scalzare Denzel Dumfries, mentre è confermato a sinistra Federico Dimarco, vantaggio su Robin Gosens, così come il terzetto difensivo composto da Skriniar-De Vrij-Bastoni e quello in mediana formato da Barella-Brozovic-Calhanoglu. Proprio da Milan Skriniar, arrivano buone notizie per i tifosi dell'Inter: il difensore slovacco, dopo aver passato tutta l'estate con la valigia in mano direzione Paris Saint-Germain e in scadenza tra nove mesi, è vicinissimo a firmare il rinnovo di contratto che lo blinderebbe in nerazzurro per altre cinque stagioni a sette milioni di euro all'anno.
Sehrii Kuznietsov (Getty Images)
13 agosto 2025: un F-35 italiano (a sinistra) affianca un Su-27 russo nei cieli del Baltico (Aeronautica Militare)
La mattina del 13 agosto due cacciabombardieri F-35 «Lightning II» dell’Aeronautica Militare italiana erano decollati dalla base di Amari, in Estonia, per attività addestrativa. Durante il volo i piloti italiani hanno ricevuto l’ordine di «scramble» per intercettare velivoli non identificati nello spazio aereo internazionale sotto il controllo della Nato. Intervenuti immediatamente, i due aerei italiani hanno raggiunto i jet russi, due Sukhoi (un Su-27 ed un Su-24), per esercitare l’azione di deterrenza. Per la prima volta dal loro schieramento, le forze aeree italiane hanno risposto ad un allarme del centro di coordinamento Nato CAOC (Combined Air Operations Centre) di Uadem in Germania. Un mese più tardi il segretario della Nato Mark Rutte, anche in seguito all’azione di droni russi in territorio polacco del 10 settembre, ha annunciato l’avvio dell’operazione «Eastern Sentry» (Sentinella dell’Est) per la difesa dello spazio aereo di tutto il fianco orientale dei Paesi europei aderenti all’Alleanza Atlantica di cui l’Aeronautica Militare sarà probabilmente parte attiva.
L’Aeronautica Militare Italiana è da tempo impegnata all’interno della Baltic Air Policing a difesa dei cieli di Lettonia, Estonia e Lituania. La forza aerea italiana partecipa con personale e velivoli provenienti dal 32° Stormo di Amendolara e del 6° Stormo di Ghedi, operanti con F-35 e Eurofighter Typhoon, che verranno schierati dal prossimo mese di ottobre provenienti da altri reparti. Il contingente italiano (di Aeronautica ed Esercito) costituisce in ambito interforze la Task Air Force -32nd Wing e dal 1°agosto 2025 ha assunto il comando della Baltic Air Policing sostituendo l’aeronautica militare portoghese. Attualmente i velivoli italiani sono schierati presso la base aerea di Amari, situata a 37 km a sudovest della capitale Tallinn. L’aeroporto, realizzato nel 1945 al termine della seconda guerra mondiale, fu utilizzato dall’aviazione sovietica per tutti gli anni della Guerra fredda fino al 1996 in seguito all’indipendenza dell’Estonia. Dal 2004, con l’ingresso delle repubbliche baltiche nello spazio aereo occidentale, la base è passata sotto il controllo delle forze aeree dell’Alleanza Atlantica, che hanno provveduto con grandi investimenti alla modernizzazione di un aeroporto rimasto all’era sovietica. Dal 2014, anno dell’invasione russa della Crimea, i velivoli della Nato stazionano in modo continuativo nell’ambito delle operazioni di difesa dello spazio aereo delle repubbliche baltiche. Per quanto riguarda l’Italia, quella del 2025 è la terza missione in Estonia, dopo quelle del 2018 e 2021.
Oltre ai cacciabombardieri F-35 l’Aeronautica Militare ha schierato ad Amari anche un sistema antimissile Samp/T e i velivoli spia Gulfstream E-550 CAEW (come quello decollato da Amari nelle immediate circostanze dell’attacco dei droni in Polonia del 10 settembre) e Beechcraft Super King Air 350ER SPYD-R.
Il contingente italiano dell'Aeronautica Militare è attualmente comandato dal colonnello Gaetano Farina, in passato comandante delle Frecce Tricolori.
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Ecco #EdicolaVerità, la rassegna stampa podcast del 17 settembre con Carlo Cambi