2023-10-06
Zelensky sa che gli aiuti sono finiti. «Per gli States momento difficile»
Volodymyr Zelensky (Ansa)
Il leader ucraino ha colto i messaggi di Washington: Joe Biden è sotto pressione per le elezioni ed è costretto a ridurre il sostegno alla controffensiva. Guido Crosetto: «L’Italia ha fatto il possibile, le risorse non sono illimitate». Ieri a Granada, in Andalusia, è andato in scena il summit della Comunità politica europea (Cpe). Evento molto delicato a cui ha presenziato, tra gli altri, Volodymyr Zelensky. La posizione del presidente ucraino si sta facendo ogni giorno più precaria: la controffensiva si è definitivamente arenata e il sostegno incondizionato degli alleati occidentali ha iniziato a vacillare. Alcuni giorni fa, del resto, il Congresso americano ha congelato gli ulteriori aiuti militari che Joe Biden aveva promesso a Kiev. Una vera doccia fredda per Zelensky e le sue truppe ormai esauste. Non è un caso che, a Granada, il presidente abbia insistito sulla necessità impellente di dotare l’Ucraina di uno «scudo per l’inverno», ribadendo che, se Kiev non viene difesa, la Russia attaccherà presto altre nazioni europee: entro il 2028, ha dichiarato, il Cremlino «avrà ripristinato il potenziale militare che abbiamo distrutto e sarà abbastanza forte da attaccare i Paesi al centro della sua espansione. I nostri dati di intelligence sono chiari». Mosca in effetti continua a colpire: un razzo ha causato 51 morti a una veglia funebre a Groza, mentre Vladimir Putin ha annunciato il successo del test del missile nucleare Burevestnik, che sarebbe in grado di colpire qualsiasi punto del globo. Insomma, Zelensky ha un disperato bisogno degli aiuti militari che il Congresso ha per ora bloccato. A Granada si è parlato proprio di aiuti, che i vertici europei hanno richiesto a gran voce, esortando Washington a sbloccare la situazione. «Stiamo lavorando a un pacchetto da 50 miliardi per l’Ucraina», ha affermato la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen. Che poi ha aggiunto: «Noi tutti vediamo la situazione negli Usa, ma sono molto fiduciosa sull’impegno di Washington». Ancora più netto è stato l’Alto rappresentante Ue per la Politica estera, Josep Borrell: anche se Bruxelles «sta aumentando il suo sostegno», ha dichiarato, e «sul tavolo ci sono proposte per 50 miliardi di euro per la parte economica e civile e 20 miliardi a livello militare, certamente gli Stati Uniti sono insostituibili».E questo lo sa pure Zelensky, che si è detto fiducioso: «Sono stato a Washington e ho incontrato il presidente Biden. È sostenuto al 100% dalla Casa Bianca e anche dal Congresso a livello bipartisan». Tuttavia, ha aggiunto, «ovviamente è un periodo elettorale difficile per gli Stati Uniti». E qui casca l’asino. A essere bipartisan, infatti, non è tanto la volontà di inviare altri denari a Kiev, quanto piuttosto l’intento di togliere il piede dall’acceleratore. Con la sua consueta crudezza, lo ha fatto notare Donald Trump: «Non un altro dollaro deve essere speso fin quando l’Europa non eguaglia la somma che ha speso l’America per difendere l’Ucraina», ha tuonato l’ex presidente e probabile candidato del Partito repubblicano alle prossime elezioni. Secondo i suoi calcoli, Washington avrebbe speso 175 miliardi in più rispetto al Vecchio continente.Ma se il Gop è ormai da tempo scettico sul sostegno incondizionato a Kiev, non molto diversa - almeno nella sostanza - è la posizione dei dem. Pur ribadendo la necessità di aiutare l’Ucraina malgrado le resistenze di larghi segmenti dell’elettorato statunitense, il segretario di Stato americano, Antony Blinken, ha proposto di destinare a Zelensky quei 300 miliardi di dollari di asset russi congelati che, guarda caso, si trovano per la maggior parte in Europa: «Stiamo valutando quali poteri legali potremmo avere per utilizzare queste risorse per l’Ucraina», ha dichiarato Blinken. E, ha specificato, «poiché la maggior parte degli asset sono in Europa, anche gli europei devono essere convinti che ci siano le basi per farlo». Insomma, a parole, Biden e i suoi rassicurano il presidente ucraino sugli aiuti. Ma, nei fatti, sono convinti che gli Stati Uniti abbiano già fatto la loro parte. Allo stesso modo, non a caso, si è espressa Giorgia Meloni. Pur ribadendo a Zelensky la volontà di aiutare Kiev, il presidente del Consiglio italiano ha anche ammesso che «inflazione, prezzi, energia e migrazione sono tutte conseguenze del conflitto che rischiano di generare una stanchezza nell’opinione pubblica». Simili preoccupazioni, d’altronde, sono condivise pure da Guido Crosetto: «L’Italia ha fatto quasi tutto ciò che poteva fare, non esiste molto ulteriore spazio. Le risorse non sono illimitate», ha puntualizzato il ministro della Difesa.Se sugli aiuti Zelensky ha ricevuto più rassicurazioni che armi e denari, altrettanto complicata è la procedura di ammissione dell’Ucraina nell’Ue. Sia Roberta Metsola, presidente dell’Europarlamento, sia il premier spagnolo, Pedro Sánchez, hanno affermato a Granada di voler accelerare le operazioni. Ma l’ex presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, ha frenato bruscamente anche su questo punto: «Chi ha avuto a che fare con l’Ucraina sa che si tratta di un Paese corrotto a tutti i livelli della società», ha dichiarato in un’intervista all’Augsburger Allgemeine. «Nonostante gli sforzi», ha spiegato, «Kiev non ha i requisiti per aderire, ma ha bisogno di massicci processi di riforma interna». Pertanto, ha concluso Juncker, «non bisogna fare false promesse al popolo ucraino che sta soffrendo».
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.