
Difende l'organismo da molti nemici, è gustoso in tutte le salse (sia dolci sia salate) e fa pure perdere peso. Ecco perché la «pera dell'alligatore» va così di moda. E oggi si produce anche qui.Poco tempo fa, al supermercato, insieme allo scontrino della spesa mi hanno dato un altro scontrino che però era tale solo all'apparenza. Sulla carta, infatti, era stampato un avocado stilizzato, seguito dalla scritta: «The fruit of life. Il tuo benessere è prezioso. Proteggilo con l'avocado». Seguiva la spiegazione: «La World avocado organization (Wao) è un'organizzazione che rappresenta alcuni dei maggiori produttori, commercianti, esportatori e importatori di avocado nel mondo, con lo scopo primario di garantire il giusto equilibrio tra gusto e benessere.L'avocado è gustoso, versatile, salutare e semplicemente buono per te. Queste sono solo alcune delle ragioni per cui l'avocado è il frutto della vita!». Seguiva, infine, un link per le ricette. Di fronte a un impegno pubblicitario così massiccio, ho allora deciso di cercare risposta alla domanda che mi frullava in testa da un po', essendo una che comprava l'avocado per fare in casa il quacamole messicano già anni fa, quando non era ancora diventato di moda come superfood e lo stesso concetto di superfood non aveva ancora penetrato i confini del nostro linguaggio. La domanda è: ma l'avocado è un superfood o una superbufala?Del superfood il nostro possiede la prima caratteristica, cioè l'origine straniera. La retorica del superfood si basa sull'esaltazione di un prodotto sconosciuto ai più e questa ignoranza è più diffusa nei confronti di un prodotto esotico. In questo senso l'avocado, originario dell'America centrale, è certamente un superfood. Il suo nome deriva dalla parola azteca ahuacatl che vuol dire «testicolo» in riferimento alla forma del frutto. Forse anche per questo motivo nell'antichità gli si attribuivano proprietà afrodisiache. Le prime tracce di consumo dell'avocado, databili all'8000 a.C., sono state ritrovate nella terra della civiltà azteca, cioè in Messico, nella grotta di Coxcatlán nella valle di Tehuacán. Nell'età preistorica l'avocado era una coltura soprattutto centroamericana e oggi, seppure il Messico ne resti il primo produttore mondiale, l'avocado è molto apprezzato e anche coltivato nel resto del mondo, dagli Stati Uniti - soprattutto nell'area californiana - passando per la Repubblica Domenicana e l'Indonesia, fino a noi, perché nel Sud Italia, in particolar modo in Sicilia e Sardegna, l'avocado è stato introdotto con successo. Nelle terre centroamericane l'avocado è un alimento identitario e tradizionalissimo, in primis come protagonista della salsa guacamole ma anche, come contorno, della zuppa colombiana ajiaco e dello chapín guatemalteco (salsiccia con cavolo e crema di avocado). Da noi è diventato il contrario, un feticcio superfood consumato soprattutto nell'avocado toast, apripista della narrazione dell'avocado superfood in tutto il mondo e che, essendosi diffuso come tante altre mode anche grazie ai social network, è uno dei cibi più fotografati in Instagram, con circa 1,6 milioni di post. L'avocado toast, ricetta da colazione per lo più salata, prevede anche versioni dolci (un classico è pane tostato, avocado, fragole e miele): questa ambivalenza, dovuta al gusto invero neutro dell'avocado, ci ricorda che nonostante esso sia spesso preso per un ortaggio perché è impiegato in ricette per lo più salate, in realtà è un frutto. L'avocado - pensate - è talmente oggetto di moda che sono nati anche gli «avocado bar»: il primo in Italia ha aperto nel rione Monti di Roma, serve solo ricette a base di avocado. Forse per la sua forma, forse per la sua esoticità, l'avocado è diventato una specie di idolo alimentare dai mille e più disparati impieghi. Tra gli hipster va molto di moda l'avolatte, che ha addirittura mandato in cantina le tazzine. Nato in Turchia, e poi giunto negli Stati Uniti e in Australia, consiste in un caffè versato nel guscio svuotato dell'avocado. Col latte, poi, si decora la superficie raffigurando una foglia (l'hashtag «avolatte», scritto all'italiana, su Instagram conta un migliaio di post). Fuori di queste mode, però, al netto della paccottiglia sensazionalistica che serve a far interessare le persone al cibo «miracoloso» del momento e, soprattutto, a venderglielo, l'avocado dimostra di non essere per nulla una superbufala. Che faccia bene e che abbia senso introdurlo - certo, non monotematicamente - nella nostra alimentazione è assodato.L'avocado è il frutto dell'albero, mediamente alto 10 metri ma che può raggiungere anche i 20, Persea gratissima (o Persea americana o Laurus persea L.), pianta della famiglia delle Lauraceae alla quale appartengono anche l'alloro (Laurus nobilis), la canfora (Cinnamomum camphora) e la cannella (Cinnamomum zeylanicum). Il frutto è una drupa, cioè quel tipo di frutto carnoso indeiscente (che non si apre spontaneamente per rilasciare il seme al contrario del frutto deiscente come la noce o la nocciola), con esocarpo (buccia) sottile, mesocarpo (polpa) carnoso e succoso ed endocarpo (la parte più interna, il nòcciolo) legnoso, contenente il seme. Questo tipo di frutti è protagonista della disseminazione zoocora: gli animali se ne cibano e poi disperdono l'endocarpo col seme che non possono digerire, contribuendo così alla diffusione della specie vegetale. Ciò non avviene, però, con l'avocado, perché foglie, corteccia, frutti e semi di avocado sono tossici per molti animali, dai gatti e cani ai pesci passando per i cavalli. I frutti di avocado non sono però tossici per l'uomo, il quale, consumando queste drupe a inequivocabile forma di pera (anticamente l'avocado era chiamato «pera dell'alligatore» e «pera della conchiglia»), lunghe dai 7 ai 25 centimetri e dal peso compreso tra 100 grammi e 1,4 chilogrammo ciascuna, innanzitutto dimagrisce. Nonostante possieda circa 160 calorie ogni 100 grammi, determinati non tanto dai 4,4 grammi di proteine, gli 1,8 di zuccheri solubili, i 3,3 di fibra, quanto soprattutto dai 23 grammi di grassi, l'avocado aiuta a perdere peso.Non si tratta di miracolo, né di contraddizione. Il quantitativo di fibre contenuto in un etto di avocado, infatti, è la metà della razione giornaliera consigliata. Come sappiamo, le fibre aiutano il transito intestinale e soprattutto forniscono un immediato e prolungato senso di sazietà che aiuta anche nel caso, molto diffuso, in cui si sia in sovrappeso per fame nervosa. In più, le fibre aiutano a depurare l'organismo e abbassano l'indice glicemico del pasto perché contrastano la produzione di insulina e quei repentini picchi glicemici al cui crollo, poi, abbiamo fame. Per questo effetto riequilibrante della glicemia, l'avocado svolge anche un'azione protettiva contro il diabete. I grassi dell'avocado, inoltre, sono grassi sani. Non bisogna esagerare però (la porzione perfetta di avocado è 1 al giorno), altrimenti si rischiano gonfiore addominale, costipazione, crampi, diarrea. Esaminiamo meglio questi grassi: per il 18,33% si tratta di acidi grassi monoinsaturi (acido palmitoleico e acido oleico), per il 2,48% grassi saturi (come acido palmitico) e per l'1,45% sono acidi grassi polinsaturi (acido linoleico, acido alfa-linolenico e acido arachidonico). Un eccesso di grassi saturi nella dieta corrisponde ad un maggior rischio di sviluppare tutta una serie di malattie, tra cui patologie cardiovascolari e alcuni tipi di tumore. Al contrario, una dieta sobria e ricca di acidi grassi insaturi è assai benefica per tutto l'organismo. La regola generale è che un eccesso di grassi saturi possa far male, mentre quelli insaturi facciano bene: l'avocado li contiene entrambi ma in bassa quantità rispetto ai grassi puri come oli e burri. L'acido linoleico, insieme agli Omega 3 (altri grassi contenuti nell'avocado), aiuta infatti a tenere sotto controllo il colesterolo, migliorano la circolazione, riducono gonfiori e ritenzione idrica, lubrificano le articolazioni e riducono i sintomi dell'artrite.Mantenendo sotto controllo il colesterolo, l'avocado protegge anche dalle malattie cardiovascolari. Anche altri elementi dell'avocado, come fitosteroli e ormoni vegetali, hanno una potente funzione antinfiammatoria. Ottimo per chi deve evitare la frutta troppo dolce, l'avocado presenta un rapporto ideale tra sodio e potassio (sappiamo che il primo deve essere basso e il secondo alto, infatti abbiamo 2 milligrammi di sodio e 450 di potassio) che è anche utile a contrastare l'ipertensione. Se il contenuto di ferro non è altissimo, solo 0,6 milligrammi, abbiamo però 13 milligrammi di calcio e soprattutto 44 di fosforo, componente di ossa e denti che ci aiuta a formarli i case di crescita e poi a mantenerli sani, quindi l'avocado è perfetto anche per le merende dei bambini, ma lo è anche per le donne con ciclo mestruale o non più mestruate perché il fosforo aiuta a tenere a bada gli sbalzi d'umore da sindrome premestruale o da menopausa e, in generale, fa bene a tutti perché aiuta ad assorbire il calcio, ad attivare la vitamina D e a mantenere efficiente la memoria. E le vitamine? Spiccano 6,4 milligrammi di vitamina E e 18 di vitamina C. Anche in questo caso il fatto di mangiare l'avocado principalmente crudo ci fa assimilare totalmente le vitamine con tutti i loro effetti positivi: la vitamina E è un potente antiossidante che ci protegge dai radicali liberi e la vitamina C, oltre a funzionare anch'essa come antiossidante e perciò prevenire l'invecchiamento, è utile nella produzione dei globuli rossi e nell'assorbimento del ferro. Ottimo ricostituente naturale estivo col suo paniere vitaminico-minerale, l'avocado ci è complice anche nel cambio di stagione verso il quale ci stiamo incamminando, visto che domani sarà il solstizio di autunno.Se non vi va di sbucciare avocado freschi, sappiate che esiste anche l'olio di avocado, estratto non dal seme, come avviene per gli oli di semi (soia, arachide, noci), bensì dalla polpa, esattamente com'è per l'olio di oliva. Ricordiamoci, se invece preferiremo il frutto «in polpa ed osso», che la maggior parte dei nutrienti si concentra in quella parte di color verde acceso vicina alla buccia. E facciamo attenzione a cercare gli avocado italiani, perché ci sono. Pensate che il mercato dell'avocado in Italia ha registrato nel decennio dal 2007 al 2016 una crescita di ben il 150% e dal 2016 al 2019 del 143%, un exploit dovuto in parte proprio all'introduzione della sua coltivazione in loco. Ma a fare da volano è stata soprattutto l'esplosione della narrazione del nostro come superfood. In questi anni, noi siamo diventati il terzo produttore europeo di avocado, dietro Spagna e Grecia. La maggior parte delle coltivazioni italiane di avocado si trovano in Sicilia e, nonostante si tratti ancora di un frutto che per lo più importiamo, può essere possibile rintracciare avocado italiani e quindi dare un aiuto anche alla salute e al benessere della nostra economia, «coltivando» il sovranismo alimentare.
Antonio Scoppetta (Ansa)
- Nell’inchiesta spunta Alberto Marchesi, dal passato turbolento e gran frequentatore di sale da gioco con toghe e carabinieri
- Ora i loro legali meditano di denunciare la Procura per possibile falso ideologico.
Lo speciale contiene due articoli
92 giorni di cella insieme con Cleo Stefanescu, nipote di uno dei personaggi tornati di moda intorno all’omicidio di Garlasco: Flavius Savu, il rumeno che avrebbe ricattato il vicerettore del santuario della Bozzola accusato di molestie.
Marchesi ha vissuto in bilico tra l’abisso e la resurrezione, tra campi agricoli e casinò, dove, tra un processo e l’altro, si recava con magistrati e carabinieri. Sostiene di essere in cura per ludopatia dal 1987, ma resta un gran frequentatore di case da gioco, a partire da quella di Campione d’Italia, dove l’ex procuratore aggiunto di Pavia Mario Venditti è stato presidente fino a settembre.
Dopo i problemi con la droga si è reinventato agricoltore, ha creato un’azienda ed è diventato presidente del Consorzio forestale di Pavia, un mondo su cui vegliano i carabinieri della Forestale, quelli da cui provenivano alcuni dei militari finiti sotto inchiesta per svariati reati, come il maresciallo Antonio Scoppetta (Marchesi lo conosce da almeno vent’anni).
Mucche (iStock)
In Danimarca è obbligatorio per legge un additivo al mangime che riduce la CO2. Allevatori furiosi perché si munge di meno, la qualità cala e i capi stanno morendo.
«L’errore? Il delirio di onnipotenza per avere tutto e subito: lo dico mentre a Belém aprono la Cop30, ma gli effetti sul clima partendo dalle stalle non si bloccano per decreto». Chi parla è il professor Giuseppe Pulina, uno dei massimi scienziati sulle produzioni animali, presidente di Carni sostenibili. Il caso scoppia in Danimarca; gli allevatori sono sul piede di guerra - per dirla con la famosissima lettera di Totò e Peppino - «specie quest’anno che c’è stata la grande moria delle vacche». Come voi ben sapete, hanno aggiunto al loro governo (primo al mondo a inventarsi una tassa sui «peti» di bovini e maiali), che gli impone per legge di alimentare le vacche con un additivo, il Bovaer del colosso chimico svizzero-olandese Dsm-Firmenich (13 miliardi di fatturato 30.000 dipendenti), capace di ridurre le flatulenze animali del 40%.
Matteo Bassetti (Imagoeconomica)
L’infettivologo Matteo Bassetti «premiato» dal governo che lui aveva contestato dopo la cancellazione delle multe ai non vaccinati. Presiederà un gruppo che gestirà i bandi sui finanziamenti alla ricerca, supportando il ministro Anna Maria Bernini. Sarà aperto al confronto?
L’avversione per chi non si vaccinava contro il Covid ha dato i suoi frutti. L’infettivologo Matteo Bassetti è stato nominato presidente del nuovo gruppo di lavoro istituito presso il ministero dell’Università e della Ricerca, con la funzione di offrire un supporto nella «individuazione ed elaborazione di procedure di gestione e valutazione dei bandi pubblici di ricerca competitivi».
Sigfrido Ranucci (Imagoeconomica)
- La trasmissione lancia nuove accuse: «Agostino Ghiglia avvisò Giorgia Meloni della bocciatura del dl Riaperture». Ma l’attuale premier non ebbe alcun vantaggio. Giovanni Donzelli: «Il cronista spiava l’allora leader dell’opposizione?». La replica: «Sms diffusi dal capo dell’autorità».
- Federica Corsini: «Contro di me il programma ha compiuto un atto di violenza che non riconosce. Per difendersi usa la Rai».






