2024-05-16
Voto di scambio green
Pressing delle aziende produttrici di impianti di energie rinnovabili sui loro dipendenti: «Dopo le Europee si rischia il cambio di rotta, dovete votare tutti per i partiti più schierati a favore della transizione ecologica».Le associazioni delle aziende delle rinnovabili si sono organizzate per spingere i propri dipendenti a votare alle europee i partiti «verdi». Basta leggere il titolo di un webinar che si terrà la mattina del prossimo 21 maggio: «Powering the Poll: Mobilising the clean energy workforce to vote in the EU elections». Tradotto: mobilitare la forza lavoro nel settore dell'energia pulita per votare alle elezioni europee. Più esplicito di così. Ad organizzarlo sono le principali associazioni europee delle rinnovabili, WindEurope, European heat pump association, Renewable hydrogen coalition, RE-Source platform, Energy storage coalition, Solarpower europe, e Ease. Meno conosciuta, quest’ultima (il cui acronimo significa European association for storage of energy), che però è la principale associazione delle organizzazioni attive nell’intera catena di valore dello stoccaggio dell’energia. Fondata nel 2011, rappresenta circa 70 membri, tra cui utility, fornitori di tecnologia, istituti di ricerca, operatori del sistema di distribuzione e operatori del sistema di trasmissione. Ease, si legge sul sito, «sostiene la diffusione dello stoccaggio di energia per consentire una transizione economicamente vantaggiosa verso un sistema energetico resiliente, neutrale per il clima e sicuro». E ancora: «Insieme, i membri di Ease vantano un’esperienza significativa in tutte le principali tecnologie e applicazioni di stoccaggio. Questo ci permette di generare nuove idee e raccomandazioni politiche che sono essenziali per costruire un quadro normativo favorevole allo stoccaggio». In sostanza l’iniziativa, come si capisce dal titolo, è un’operazione di lobbying sui dipendenti del settore per spostare anche parte dell’opinione pubblica sui temi green in vista del round elettorale di giugno. La missione dichiarata di Ease è infatti quella di «creare un ponte tra i responsabili politici della Ue e le parti interessate allo stoccaggio dell’energia». E la visione è altrettanto chiara: «Avere un’Europa neutrale dal punto di vista delle energie rinnovabili entro il 2050, grazie all’accumulo di energia». In sostanza l’iniziativa, come si capisce dal titolo, è un’operazione di lobbying sui dipendenti del settore per spostare anche parte dell’opinione pubblica sui temi green in vista del round elettorale di giugno. Tutti i protagonisti del settore martedì prossimo daranno le istruzioni agli associati su come «alimentare» il voto verde. Al webinar parteciperanno anche relatori di spicco della Commissione europea e del Parlamento europeo che spiegheranno cosa ha fatto esattamente la Ue per sostenere le energie rinnovabili e la transizione energetica «e come possiamo mantenere lo slancio», viene spiegato nell’invito. Dove si ricorda che «la Ue in generale - e il Parlamento europeo in particolare - emanano leggi che hanno un impatto sulla transizione energetica in Europa». Che il Parlamento europeo «ha svolto un ruolo cruciale nel recepire l’impegno della Ue a diventare neutrale dal punto di vista climatico entro il 2050. E ha contribuito a innalzare l’obiettivo dell’Ue per le energie rinnovabili ad almeno il 42,5% del consumo finale di energia dell’Ue entro il 2030. Ma la realizzazione di questo obiettivo non è scontata. Il nuovo Parlamento europeo potrebbe finire per essere molto meno favorevole al Green Deal e alle energie rinnovabili di quello attuale. È fondamentale che tutti noi votiamo», viene sottolineato. Poi l’appello della registrazione all’appuntamento del 21 si fa ancora più chiaro: «Migliaia di persone in tutta Europa lavorano per rendere la transizione energetica una realtà. Come possiamo aiutarle a mobilitare i loro colleghi, amici e familiari affinché usino il loro voto questo giugno?». Come possono farlo? Registrandosi «per partecipare alla discussione». I destinatari del messaggio, ossia i dipendenti da mobilitare, sono parecchi. Secondo l’ultimo rapporto di Solar Power Europe, l’associazione europea del fotovoltaico, tra la fine del 2021 e il 2022, l’occupazione solo nel settore fotovoltaico in Europa è cresciuta del 39%: da 466.000 posti di lavoro equivalenti a tempo pieno a oltre 648.000 (in Italia si sfiorano i 42.000). Cui vanno aggiunti i lavoratori del settore legato alle pompe di calore, ai biocarburanti e all’energia eolica, senza dimenticare l’indotto.Nel caso di questo webinar l’obiettivo è chiarissimo ed esplicito. Ma anche con manovre meno esposte, l’attività di pressione sul voto di giugno è partita da tempo. Già a marzo il sito Politico raccontava come i lobbisti si stanno battendo per mantenere in vita l’eliminazione graduale delle auto a gas nella Ue nel 2035. La fine della vendita di nuove auto che emettono biossido di carbonio è politicamente impopolare e questo sta spingendo i sostenitori più accesi a scatenare campagne volte a garantire che non si facciano passi indietro dopo le elezioni europee di giugno. Eurobat, la lobby dell’industria delle batterie, ha ad esempio pubblicato in aprile un manifesto in cinque punti in cui si chiede un maggior numero di «crediti d’imposta, sussidi o benefici finanziari che rendano i veicoli elettrici economicamente più attraenti» per incoraggiare tassi di adozione più elevati.
Era il più veloce di tutti gli altri aeroplani ma anche il più brutto. Il suo segreto? Che era esso stesso un segreto. E lo rimase fino agli anni Settanta