2023-05-08
Vlahovic dribbla il buonismo Figc. Gravina resta solo con il suo autogol
La grazia a Lukaku, come prevedibile, si rivela discriminatoria: ora che è stato il serbo a reagire alle offese razziste, la soluzione offerta all’interista pare un privilegio. Il presidente ammetta l’errore e cambi le regole.Insultare un calciatore serbo dandogli dello «zingaro» non può essere valutato come meno grave rispetto a insultare un giocatore di colore dandogli del «negro». Paradossalmente, sarebbe razzismo anche questo. E così, come previsto, dopo il caso dell’interista Romelu Lukaku, graziato per aver reagito ai cori beceri dei tifosi juventini, ora la Figc dovrà trovare il modo di fare lo stesso con lo juventino Dusan Vlahovic, preso di mira domenica dalla curva dell’Atalanta. Anche il centravanti serbo, dopo aver segnato, si è preso la rivincita e ha fatto segno al pubblico di tacere. E anche lui, come Lukaku, è stato puntualmente ammonito dall’arbitro Daniele Doveri. Così si va verso una nuova «grazia», quando l’unica strada da seguire sarebbe quella di cambiare il regolamento e prevedere che, in alcuni casi, il cartellino giallo per chi «provoca» il pubblico resti nel taschino dell’arbitro. Questo giornale aveva segnalato per tempo che la soluzione ad personam adottata meno di un mese fa dal presidente Gabriele Gravina per evitare la squalifica di Lukaku costituiva un precedente ingestibile, foriero di sicuri pasticci, possibili ingiustizie e polemiche a raffica. Del resto, coerentemente, il presidente degli arbitri, Carlo Pacifici, aveva avvertito che si sarebbe continuato ad ammonire chi si rivolge al pubblico con gesti volgari o di scherno, anche se pesantemente provocato. Razzismo o non razzismo. Fatto che è, puntualmente, avvenuto all’ora di pranzo di domenica, a Bergamo.Durante il recupero, Vlahovic fa notare all’arbitro che non si può non sentire i cori razzisti che piovono dalla curva e Doveri ferma il gioco per un minuto. Poi si riprende a giocare e il centravanti della Juve segna il gol del due a zero, quindi esulta portandosi per qualche istante il dito indice davanti alle labbra, rivolto alla gradinata atalantina. Ovviamente, si becca il cartellino giallo. Ma la commedia comincia dopo il fischio finale. Alcuni testate giornalistiche riportano che la Figc, nel silenzio (per ora) del presidente Gravina, si sarebbe fatta viva con una telefonata informale ai vertici della Juventus per trasmettere solidarietà e vicinanza. Adesso bisogna aspettare di leggere il referto arbitrale, per avere la certezza che l’ammonizione a Vlahovic sia stata motivata solo e unicamente con lo sfottò al pubblico. Dopo di che, tutto si complica perché da un lato Gravina non può non graziare anche il giocatore juventino ma dall’altro la situazione è in parte diversa da quella di Lukaku. Per il belga fu valutato come necessario un intervento di urgenza del presidente (previsto dal regolamento) perché era scattata la squalifica e si voleva che giocasse la partita seguente. Invece la situazione cartellini del serbo è differente: quello di ieri è il primo e perché scatti la squalifica ne servono altri quattro che, a quattro giornate dal termine del campionato, sono decisamente improbabili. In sostanza, anche se nessuno può prevedere la prossima mossa di Gravina contro il razzismo negli stadi, o si decide in modo assolutamente irrituale che si cancella l’ammonizione di domenica, oppure la grazia presidenziale non può che arrivare al momento in cui scattasse una squalifica. Ancora una volta, se si vogliono evitare ingiustizie e incertezza delle sanzioni (oltre che problemi con gli arbitri), la Figc dovrebbe avere il coraggio di non rendere automatica l’ammonizione del calciatore che si ribella ai cori razzisti. La norma, per funzionare bene e adattarsi all’ampio spettro di imbecillità che si può sprigionare da una curva, dovrebbe lasciare agli arbitri ampia discrezione nel valutare a che tipo di insulti sia stato sottoposto il giocatore e quanto sia giustificabile e misurata la sua reazione.Ciò detto, anche il caso Vlahovic, al netto delle acrobazie che richiederà alla Figc, lascia aperte alcune questioni. La più importante ha a che fare con il buon senso e la professionalità dei calciatori. Senza voler minimamente giustificare i cori razzisti, i calciatori sono dei signori assai ben pagati anche per comportarsi in modo professionale e per tenere a freno i nervi, dando magari un po’ di buon esempio in termini di civiltà ed educazione. Per questo motivo, si può capire tutto, ma ci sono tanti calciatori che sanno fare spallucce. Per tornare al caso di domenica a Bergamo: bene ha fatto Vlahovic a chiedere all’arbitro di sospendere la partita, come da regolamento, ma quando ha segnato il gol finale poteva limitarsi a esultare godendosi la straordinaria rivincita. L’altro tema riguarda la lotta al razzismo negli stadi. Nella grazia a Lukaku (e immaginiamo anche in quella che arriverà per Vlahovic) Gravina aveva espressamente citato il contrasto al razzismo come motivazione del gesto di clemenza personale. In realtà, quello che molti fingono di dimenticare è che già oggi non mancano le regole e le leggi in tal senso. Gli arbitri possono fermare una partita, espellere un calciatore razzista, le curve possono essere chiuse e le società di calcio multate e sanzionate. E poi c’è la questura che, nel giro di pochi giorni, può identificare facilmente i tifosi e fermarli a colpi di Daspo. Se ci si vuole inventare nuovi strumenti, anche per appuntarsi una medaglietta, almeno bisogna farlo bene.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.