2022-01-12
Vivendi e Cdp mirano a Labriola per Tim, ma l’elezione al Colle blocca la partita Kkr
Il 21 cda straordinario con all’ordine del giorno la nomina del sostituto di Gubitosi. Pif partner del fondo Usa per l’Opa?L’appuntamento da segnare in agenda è per venerdì 21 gennaio: per quella data è stato infatti convocato un consiglio di amministrazione straordinario di Tim, con all’ordine del giorno la nomina del nuovo amministratore delegato che prenderà il posto del dimissionario Luigi Gubitosi. A quanto è emerso i due principali soci, Vivendi e Cassa depositi e prestiti, sarebbero vicini a un allineamento sul nome di Pietro Labriola: l'obiettivo è peraltro di arrivare all’appuntamento del 21 con un consenso ampio, se non unanime, sul candidato. E anche l’incontro che lo stesso Labriola, nella veste di direttore generale al lavoro sul nuovo piano industriale della società di tlc, avrebbe dovuto tenere oggi con i sindacati è stato rimandato a una data successiva a quella del cda straordinario, probabilmente al prossimo 25 gennaio. Proprio il nuovo piano industriale sarà al centro della riunione «informale» prevista tre giorni prima del cda, il 18 gennaio, nella quale il dg Labriola illustrerà ai consiglieri di amministrazione i dettagli del piano. In agenda c’è poi una riunione ordinaria del board, in programma per il 26 gennaio, e che avrà all’ordine del giorno tutti i temi principali, tra cui l’aggiornamento sul dossier Kkr, mentre il prossimo 2 marzo i consiglieri dovrebbero dare il via libera al piano industriale.Labriola, che attualmente ricopre la carica di amministratore delegato di Tim Brasil, è in pole position per prendere il posto di Gubitosi: il manager sarebbe la scelta numero uno di Vivendi, primo azionista di Tim con il 23,75%, che non vede di buon occhio l’offerta presentata dal fondo statunitense Kkr. In ogni caso a breve l’advisor Spencer Stuart dovrebbe consegnare la rosa dei candidati al comitato nomine: tra i nomi circolati nelle ultime ore ci sono quelli dell’attuale ad di Vodafone Italia, Aldo Bisio, e dell’ex amministratore delegato di Cdp, Fabrizio Palermo, oltre a quello di Alberto Calcagno, numero uno di Fastweb, che è socia insieme a Tim e a Kkr di Fibercop, la società in cui sono confluite la rete secondaria di Tim e la rete in fibra sviluppata da FlashFiber, la joint-venture tra le stesse Tim e Fastweb. A premere per una rapida soluzione del rebus sul nome del nuovo amministratore delegato è stata anche il viceministro all’Economia, Laura Castelli, secondo cui «un’azienda come Tim non può rimanere in stallo, e considerato che si ritrova già da due mesi senza amministratore delegato è corretto arrivare a una decisione in modo celere, per evitare che il prezzo del tira e molla poi lo paghino solo Tim e i suoi azionisti».Ma se la scelta del nuovo ad appare in dirittura d’arrivo, per le altre partite in gioco la situazione è ancora estremamente fluida, ed è molto probabile che tutto resti in stallo fino a che non verrà eletto il nuovo capo dello Stato. Le votazioni per il Quirinale inizieranno il prossimo 24 gennaio, e le incognite sui nuovi equilibri politici che si verranno a delineare sono numerose. Sul tavolo c’è anzitutto il futuro dell’offerta lanciata da Kkr: il fondo di private equity non sarebbe intenzionato a rinunciare all’Opa su Tim e anzi, a quanto si è appreso, starebbe cercando ulteriori sponde finanziarie. Secondo fonti di stampa, tra i nomi dei possibili partner ci sono quelli di grandi banche come UniCredit e Intesa Sanpaolo, ma anche quello del fondo sovrano dell’Arabia Saudita Pif (Public Investment Fund), presieduto dal principe ereditario Mohammed bin Salman, e che a quanto ha riferito Bloomberg sarebbe stato contattato da Kkr nei giorni scorsi. L’altra grande partita riguarda il futuro della rete, e su questo aspetto, secondo indiscrezioni, il governo e i consiglieri di amministrazione starebbero valutando l’ipotesi di uno scorporo che non sia collegato all’Opa di Kkr. Anche su questo punto l’incontro del 18 gennaio tra Labriola e i consiglieri servirà a chiarire meglio i progetti interni di Tim. L’esecutivo per ora guarda con attenzione agli sviluppi. «Da parte del governo c’è un’attenzione assoluta alla rete, alla tecnologia e al lavoro», ha fatto sapere ieri la sottosegretaria al Mise, Anna Ascani, interpellata a proposito del progetto di rete unica. «La vicenda Tim, che è tuttora in corso, non è irrilevante da questo punto di vista. Il governo sta mettendo in atto tutti gli investimenti per fare in modo che questa rete arrivi davvero ovunque, perché la digitalizzazione delle imprese si può spingere con tutti gli incentivi del mondo ma, se non arriva la banda ad altissima capacità, è un po’ complicato avere imprese davvero digitalizzate».