2021-11-27
Cambia il vertice Tim, Vivendi brinda. Per ora
Il presidente di Tim Salvatore Rossi (Ansa)
Luigi Gubitosi lascia le deleghe al presidente Salvatore Rossi e al neo dg Pietro Labriola che però non diventa ad come avrebbero voluto i francesi. Il manager napoletano resta in cda: potrà seguire gli sviluppi dell'Opa di Kkr, su cui il governo continua a non mettere veti.Si è consumato il cda straordinario di Tim. Nessuna sfiducia, ma passo indietro di Luigi Gubitosi che ieri ha giocato d'anticipo e rimesso agli azionisti tutte le deleghe. Il manager aveva già fatto sapere di voler fare un passo indietro dopo il forte pressing dei francesi di Vivendi. Già giovedì pomeriggio al termine del comitato rischi aveva messo il punto della questione nero su bianco. «Al fine di favorire il processo decisionale da parte del consiglio, metto a disposizione del cda le deleghe che mi avete conferito. Se questo passaggio consentirà una più serena e rapida valutazione dell'offerta non vincolante di Kkr, sarò contento che sia avvenuto».la lettera Non è mancato un richiamo a chi avrebbe potuto cercare di giocare sul fattore tempo per rimandare la decisione. «Atteggiamenti dilatori da parte del consiglio, che possono essere interpretati come volti a difesa degli interessi di taluni azionisti, sono da evitare», ha scritto Gubitosi, precisando che «la stessa trattazione è tra gli ultimi punti dell'ordine del giorno del cda», il che «può dare un senso di scarsa priorità». Detto fatto. Il cda di ieri ha accolto la mozione e assegnato le deleghe di ad in parte al presidente Salvatore Rossi e in parte al manager Pietro Labriola, attuale ad di Tim Brazil, che ora verrà richiamato a Roma con il ruolo di direttore generale. Quest'ultimo è da tempo il candidato di Vivendi per la successione ad amministratore delegato. La scelta sembra quindi corrispondere ai desiderata francesi che contestano a Gubitosi la perdita di valore del titolo (quasi dimezzato in due anni) e il mancato raggiungimento degli obiettivi con l'accordo sul calcio legato a Dazn. È però il caso di notare che Labriola da direttore generale da lunedì, pur tornando a Roma, non siederà in consiglio, mentre Gubitosi spogliato delle deleghe da ad continuerà a mantenere la poltrona in cda. Non è un dettaglio da poco. Nelle prossime quattro settimane sarà da analizzare la proposta di Kkr, il cui valore di offerta si è già allineato a quello di Borsa e che secondo le indiscrezioni potrebbe arrivare fino a 85 centesimi. Praticamente il valore di carico da parte di Vivendi. Inoltre la mossa di Gubitosi di rassegnare le deleghe senza andare allo scontro e alla conta ha permesso a Cassa depositi e prestiti (rappresentata in cda da Giovanni Gorno Tempini) di non svelare minimamente le carte. E di non far capire al mercato quale sarà la posizione del governo nei confronti del fondo americano. Se con l'anno nuovo si scoprisse che c'è veramente apertura e quindi nessun veto ma un intervento di coabitazione sulla rete, il rischio per Vivendi è di aver brindato troppo presto. Ha sì ottenuto l'allontanamento di Gubitosi, ma poi dovrebbe trovarsi di fronte al muro americano che vanta una potenza di fuoco nettamente superiore. E quindi si troverebbe a lasciare la preda e le Tlc italiane. Il tema a quanto ci risulta è stato anche affrontato nella visita romana di Emmanuel Macron che senz'altro non freme per sostenere Vincent Bolloré, il patron di Vivendi. Nel frattempo sono subito scattate le reazioni sindacali e politiche. I vertici del Pd lunedì incontreranno i segretari generali dei sindacati di categoria per fare il punto sulla situazione di Tim. Il segretario Enrico Letta, assieme al vice Giuseppe Provenzano e al responsabile economia della segreteria dem Antonio Misiani, incontreranno in videoconferenza il segretario generale Slc Cgil Fabrizio Solari, il segretario generale Fistel Cisl Vito Antonio Vitale e quello Uilcom, Salvatore Ugliarolo. la legaLa linea piddina l'ha già dettata Goffredo Bettini che si è dimostrato aperturista agli Usa. Al contrario ieri Matteo Salvini è tornato sul tema in una posizione pro Vivendi. «Bene l'abbandono delle deleghe da parte di Gubitosi, impensabile che andasse avanti nonostante risultati negativi e previsioni non mantenute. Ora avanti nel nome della tutela dell'interesse nazionale: nessuna svendita di pezzi di azienda, tutela della rete pubblica, salvaguardia di investimenti e occupazione, no al cedimento a interessi finanziari stranieri. Mercoledì incontrerò tutte le sigle sindacali», ha detto dopo aver sollecitato l'intervento della Consob. Strana posizione. Da un lato tutela lo status quo, dimenticando tre cose: l'attuale azionista di maggioranza è già straniero, che il fondo Usa non ha mai parlato di spezzatino e che da cinque anni nessun governo metto mano al riordino della rete, cosa che è praticamente impossibile con l'attuale compagine.
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)
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