2021-10-28
Virtuosi che sanno toccare l’anima. Ecco i giganti del violino che ammiro
Da sinistra Aldo Ferraresi e Váša Prihoda (Getty Images)
L'Italia vanta non solo un primato tra i maestri liutai, ma anche una lunga lista di assi delle quattro corde. Tra di essi spicca Aldo Ferraresi: ammirato in tutto il mondo, rifiutò i palchi degli Usa per amore dell'Italia.Il tema a cui dedicherò la mia attenzione, in questo articolo, riguarda il variegato mondo dell'interpretazione musicale. Non sui musicisti di oggi, altrimenti dovrei essere catalogato fra i critici musicali e recensore di concerti, anziché rimanere nell'ambito delle mie considerazioni esclusivamente di interprete e di violinista. Saranno invece dei liberi pensieri su alcuni giganti della musica che mi hanno particolarmente impressionato ed ispirato. Anzi, colgo l'occasione per ribadire che non ambisco a rubare il mestiere ai critici musicali di oggi e, soprattutto, per dolermi del fatto che la stessa critica musicale ha subito un brusco e drammatico ridimensionamento su tutte le testate giornalistiche attualmente in circolazione. Lo spazio dedicato alla recensione di concerti di musica classica si è ristretto in maniera allarmante. Vorrei pertanto iniziare proprio con le parole di un critico musicale, Gino Roncaglia, che descrivono mirabilmente il violino in un libro uscito pochi giorni dopo la fine della Seconda guerra mondiale e che si intitola Invito alla Musica: «L'arte violinistica va oltre il fatto dell'estetica e tocca la nostra stessa umanità. È una meraviglia che da una così piccola cassetta di legno e quattro corde tese, si possa ottenere tanta magia di suoni».Per motivi di spazio naturalmente non potrei citare tutti gli interpreti che vorrei e mi limiterò pertanto, anche se con rammarico, a descrivere soltanto una parte di essi. Il periodo storico preso in considerazione, parte dall'epoca delle prime incisioni discografiche sino agli interpreti che ho potuto sentire dal vivo, o che mi hanno impartito lezioni e dato consigli. Prima di entrare nella descrizione, vorrei ricordare il fatto che l'Italia è stata grande protagonista della storia della musica ed in particolare del violino. A cominciare dalla liuteria che ha visto protagonisti nomi come quello di Amati, Albani, Bergonzi, Camilli, Guadagnini, Guarneri, Gagliano, Gasparo da Salò, Maggini, Stradivari, solo per citare i liutai più importanti. Parliamo della creazione di uno strumento, che è costruito con più di 60 pezzi, tutti importantissimi. L'Italia ha anche il primato di annoverare violinisti che hanno dato grande impulso tecnico allo strumento e, allo stesso tempo, di essere stati dei grandi compositori: Gabrieli, Corelli, Vitali, Geminiani, Vivaldi, Veracini, Tartini, Locatelli, Viotti, Paganini.La grande sapienza tecnica e virtuosistica italiana era mirabilmente accoppiata alla espressività e alla linea del canto. Richard Wagner scriveva sulle qualità della scuola italiana le seguenti parole: «Solo attraverso il canto l'anima arriva al possesso della musica. Ben suonare uno strumento è dunque ben cantare su questo strumento!». E celebre fu proprio il motto di Tartini che diceva: per ben suonare, bisogna ben cantare.E proprio il bel canto operistico e il contemporaneo sviluppo della musica violinistica si ispireranno vicendevolmente portandosi alle più alte vette di espressione e di fantasia creativa.A questo punto possiamo introdurre il primo profilo che vorrei ricordare, ovvero quello del grande violinista italiano Aldo Ferraresi. Nato a Ferrara il 14 maggio del 1902, bambino prodigio, si diplomò appena quindicenne a Roma. Iniziò subito una prestigiosa carriera affiancandola al perfezionamento con Eugène Ysaye che lo considererà il migliore fra i suoi allievi. In omaggio al suo insegnante suonò diverse sue composizioni. Trionfò al teatro alla Scala di Milano e collaborò con i più grandi direttori dell'epoca. Suonò su preziosi violini fra cui lo Stradivari «King George» e il Guarneri «Cannone» appartenuto a Paganini, ma i suoi strumenti prediletti erano un Camillo Camilli e un Alessandro Gagliano, spesso utilizzati nelle sue incisioni, per lo più dal vivo. Profondamente legato all'Italia, rifiutò prestigiosi inviti provenienti dagli Stati Uniti e passò i suoi ultimi giorni a Sanremo dove morì il 29 giugno del 1978.Ferraresi aveva un suono ed una cantabilità unici. Se si può fare un accostamento alle voci dei cantanti, si può parlare di Caruso, della Callas e di Gigli. Riusciva a creare una emozione indescrivibile in tutto quello che eseguiva. Quando interpretava compositori russi, come ad esempio Šostakovič, riusciva a dar voce alla malinconia ed al fatalismo struggente e tragico dell'anima slava. Negli adagi dei concerti paganiniani, trasformava il suono del violino in un canto esatico vicinissimo allo spirito verdiano e soprattutto belliniano. Evocava Maria Callas che è riuscita con la profondità espressiva a lasciare un segno indelebile ed inarrivabile nella storia dell'interpretazione. Ascoltate Aldo Ferraresi su YouTube nei concerti di Šostakovič e Mario Guarino e naturalmente quelli di Paganini. L'archivio storico della Rai custodisce preziose registrazioni di questo grande artista.Altro sommo violinista fu il cecoslovacco Váša Prihoda che associo volentieri ad Aldo Ferraresi. Fra l'altro fu proprio lui a consigliare Ferraresi di andare alle lezioni di Eugène Ysaye. Anche lui bambino prodigio, debuttò a soli 13 anni. Con il fondamentale appoggio di Arturo Toscanini, che lo scoprì udendolo suonare in un caffè al Grand'Italia a Milano, iniziò una prestigiosa carriera. Le caratteristiche di questi due grandissimi interpreti, erano, per quanto riguarda Ferraresi, l'espressività e l'emozione che scaturisce da ogni nota, mentre Prihoda aveva doti tecniche strabilianti al punto che non sembra possibile che un essere umano possa aver raggiunto una tale immacolata perfezione. Ciò che strabilia è che faceva tutto senza dare alcuna impressione di fatica o sforzo. Riusciva a rendere il suono dello strumento trascendendo la materia sonora e le difficoltà tecniche del brano che eseguiva. Consiglierei l'ascolto del concerto di Cajkovskij dove il suono del suo violino si può accostare alla definizione che Dante dà di Omero: «Il signore che sopra gli altri come aquila vola». Le incisioni purtroppo sono molto scadenti, ma consiglio l'ascolto, sempre su YouTube, di alcuni brani paganiniani che lasciano gli ascoltatori senza fiato.1. Continua
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