2023-01-31
I vip rubano il farmaco ai diabetici: fa snellire
Negli Stati Uniti l’Ozempic e il gemello Wegovy sono introvabili: le star dei social da Musk alle Kardashian li hanno indicati come ritrovati «miracolosi» che fanno perdere peso. Così è scattata la corsa all’acquisto. E chi ne ha bisogno, i veri malati, è in difficoltà.Il chirurgo pro-gender Tony Mangubat: «Fatti oltre 10.000 interventi, il paziente più piccolo aveva 15 anni».Lo speciale contiene due articoli.È il medicinale più in voga a Hollywood, una fiala di norma prescritta a chi abbia il diabete mellito di tipo 2. Ozempic, e il gemello Wegovy, sono pressoché introvabili, negli Stati Uniti. Ma la ragione non sta in quello che dovrebbe essere il suo uso canonico. Ozempic e Wegovy, nel Paese dove tutto è possibile, sono diventati una scorciatoia costosa alla magrezza. Socialite e star, insieme a una platea di pigri dal portafoglio pingue, ne hanno comprato tanto da esaurirlo.«È molto frustrante per la maggior parte dei pazienti. Alcuni fra questi hanno dovuto aspettare diversi mesi prima di riuscire a trovare il medicinale, con ripercussioni importanti sulla loro salute, fisica e mentale», ha dichiarato al New York Post il dottor Gregory Dodell, del Central Park Endocrinology, spiegando come l’Ozempic abbia cominciato a essere prescritto anche a persone ossessionate dai chili di troppo.Il farmaco, approvato negli Stati Uniti nel 2017, è composto di semaglutide, in grado di replicare la sintesi di un ormone che l’intestino umano produce naturalmente. La semaglutide, a ogni pasto, aiuta il pancreas a rilasciare una giusta dose di insulina, andando a controbilanciare così i picchi glicemici. Non solo. «La semaglutide viene prodotta mentre mangiamo ed è colei che dice al nostro cervello che siamo sazi, pieni. Aiuta le persone a sentirsi meno affamate, aiuta a raggiungere prima un livello di sazietà e aiuta a mantenere più a lungo questo livello di sazietà. Tutto questo, però, accade quando non siamo davvero pieni come le iniezioni di semaglutide ci inducono a credere», ha spiegato ancora la dottoressa Katherine H. Sanders al Post, raccontando come le punture di Ozempic debbano essere fatte una volta alla settimana, sottopelle, nella pancia, nelle braccia oppure nelle cosce.Di norma, le punture servono a chi abbia il diabete, per abbassare il livello di zuccheri nel sangue, o a chi abbia problemi importanti di sovrappeso. Nella fattispecie, però, complice un tam tam mediatico condotto su TikTok, le punture sono diventate l’assillo di chi voglia perdere il 10 o il 15% della propria massa corporea. Il social più giovane del momento è impazzito per l’Ozempic. L’hashtag dedicato al farmaco è stato usato circa 400 milioni di volte.Diversi utenti hanno cominciato a tessere l’elogio della pennetta pre-riempita, decantandone i poteri «miracolosi». Altri hanno documentato il proprio percorso di dimagrimento, cercato di emulare le grandi star, di indurle a confessare questo loro segreto di bellezza. Kim Kardashian, la sorella Khloe, Kylie Richards, Chelsea Handler, Elon Musk. I fruitori dell’Ozempic sarebbero tanti, e sarebbero ricchi. Il farmaco, che negli Stati Uniti non è coperto dall’assicurazione sanitaria, ha un dosaggio variabile. Ma, di media, può arrivare a costare 1.300 dollari al mese, con singole dosi vendute a 342.«Per chi non lo sapesse, “gaslighting” significa cercare di convincere qualcuno che la sua percezione della realtà sia sbagliata. È un po’ come quando le celebrità giurano di aver perso peso bevendo più acqua, ma in verità si scopre che è stato l’Ozempic», ha scherzato Chelsea Handler presentando, il 15 gennaio scorso, i Critics’ Choice Awards, mentre Musk, candidamente, ha ammesso su Twitter come il segreto della sua forma fisica siano «il digiuno intermittente e il Wegovy». Farmaco che, come l’Ozempic, ha non pochi effetti collaterali.Tik Tok, fautore della moda, parla di «faccia da Ozempic»: un teschio scarno, incartapecorito, con la pelle ormai vuota e flaccida. L’Ozempic, che può dare anche bruciori di stomaco e problemi di reflusso gastroesofageo, smagrisce il corpo ma, sul viso, porta via ogni traccia di grasso. «E il grasso, per l’invecchiamento della faccia, non è mai un nemico. Piuttosto, direi che è un amico», ha spiegato ancora il dottor Oren Tepper, secondo cui «Una perdita di peso può riportare indietro l’orologio biologico quando si parla di fisici. Quando si parla di visi, la perdita di peso l’orologio biologico lo sposta in avanti, invecchia». E, soprattutto, se raggiunta attraverso iniezioni di Ozempic o Wegovy, la perdita di peso espone a rischi incalcolabili.Il farmaco è relativamente nuovo sul mercato. Non sono, perciò, disponibili studi che spieghino se e quali effetti collaterali l’Ozempic e il Wegovy possano avere sul lungo termine. Chelsea Handler, che di recente ha dichiarato pubblicamente di aver smesso le iniezioni, ha parlato di un «senso diffuso di malessere». «Mi lasciava nauseata, non lo prenderò più», ha detto. «Non è un farmaco miracoloso e usarlo per persone che vogliano perdere qualche chilo sarebbe inappropriato. L’obesità è una condizione medica. Per persone che abbiano un sovrappeso di almeno 45 chili, Ozempic e Wegovy sono terapie necessarie. Ma somministrare farmaci a chiunque, senza un bisogno reale, non è prudente», ha concluso il dottor Scott Kahan, del National Center for weight and wellness di Washington Dc.<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/vip-farmaco-semaglutide-2659332950.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="il-dottor-trans-che-opera-i-minori-si-vanta-e-li-circuisce-a-suon-di-post" data-post-id="2659332950" data-published-at="1675164649" data-use-pagination="False"> Il «dottor trans» che opera i minori si vanta (e li circuisce) a suon di post Per quanto attuale, il fenomeno delle virostar - i medici che, per loro formazione epidemiologica divenuta centrale con la pandemia, sui media si sentono titolati a pontificare su tutto -, potrebbe essere superato. La nuova frontiera sembra infatti esser un’altra: quella dei chirurghi pro gender che, atteggiandosi a influencer, esortano i ragazzini al «cambio di sesso». Ne è un chiaro esempio il dottor Tony Mangubat del La Belle Vie cosmetic surgery center and med spa di Seattle, un medico il cui successo sui social è letteralmente clamoroso. Mangubat è, infatti, popolarissimo su Tik Tok dove, col nickname «TikDocTony», vanta oltre 220.000 follower. Un seguito di cui il chirurgo di Seattle, in perfetto stile pubblicitario, si serve per promuovere in modo esplicito la propria attività, che con il «cambio di sesso» ha molto a che vedere. Gli «interventi chirurgici di affermazione transgender» offerti nella sua clinica includono la solita «ricostruzione del torace», ovvero mastectomie bilaterali - la rimozione dei seni - e, viceversa, l’«aumento del seno», ovvero protesi mammarie per uomini che si identificano come donne. Tra i «servizi» disponibili pure la mascolinizzazione facciale di ragazze che «si sentono» uomini, con tanto di interventi sulla fronte, sulle guance, sul mento e sulla mascella. Attivo dal 1987, Mangubat ha al suo attivo oltre 10.000 interventi; il che potrebbe essere di relativa importanza, se non stessimo parlando di un medico che sponsorizza la propria attività sul social network più popolare tra i giovani che lui, evidentemente, vede anzitutto come potenziali clienti. Tanto che ha reso pubblico che il paziente più giovane su cui ha eseguito una mastectomia aveva 15 anni; si trattava di una ragazzina che gli era stata mandata da una struttura psichiatrica e che lui non si è fatto troppi problemi a operare. Del resto, la filosofia di questo chirurgo di Seattle è chiara: non esistono limiti di età minimi per il «cambio di sesso». A dirlo in modo chiaro è sempre lui che, rispondendo a una domanda sul punto - «qual è l’età ideale per sottoporsi a un intervento chirurgico di alto livello?» - ha chiarito: «Quando è giusto per te». Un argomento che pare stare a cuore a Mangubat è quello dei capezzoli. In un video dedicato al tema, ha raccontato di tre diverse richieste ricevute da altrettanti pazienti. Il primo voluto la rimozione dei capezzoli perché erano fonte della disforia di genere; il secondo, un paziente «non binario» che li voleva più grandi per sentirsi più femminile; il terzo era un semplice «intervento chirurgico di ricostruzione maschile». Il successo sui social di questo medico, da qualche tempo, ha incuriosito anche i grandi media americani. Il giornale on line ThePostMillennial.com, in questi giorni, gli ha dedicato un lungo servizio e una della più note agenzie di stampa del mondo, la Reuters, lo scorso novembre ha pubblicato un accurato reportage sul fenomeno dei baby trans di Michelle Conlin, Robin Respaut e Chad Terhune; nell’articolo si parlava anche del dottor Mangubat che era stato contattato, ma aveva «scelto di non rilasciare commenti». Molto meglio, per lui, dedicarsi ai social e far lievitare il portafogli. D’altra parte, il «cambio di sesso» da parte dei minori, oltre che una realtà dilagante, costituisce ormai un sostanzioso business. Basti pensare che il giro d’affari attorno al fenomeno, solo negli Stati Uniti, si aggira su 1,9 miliardi di dollari l’anno e si prevede un ulteriore incremento, con un tasso di crescita annuale dell’11,23%; questo fino al 2030, quando toccherà il tetto dei 5 miliardi di dollari. La ragione dell’attivismo social dei medici pro gender è, dunque, fin troppo chiara, anche se non c’è dubbio che chiunque la faccia notare si deve preparare a fronteggiare la solita accusa. Quella di transfobia.