2022-06-18
Viola ammette: vaccini poco efficaci. Ma esulta per l’iniezione agli under 5
Antonella Viola (Imagoeconomica)
L’immunologa festeggia sulla «Stampa» il semaforo verde all’inoculazione dei lattanti. Poco importa se, come lei stessa riconosce, i dati lascino dubbi su controindicazioni e immunità: la corsa all’hub può ripartire.Antonella Viola è finalmente felice. Bisogna comprenderla: per mesi la luce dei riflettori è stata puntata su di lei, ma negli ultimi tempi si è fatta leggermente più flebile. I suoi allarmi sulla pericolosità del vaiolo delle scimmie o sui rischi legati a Omicron 5 non hanno suscitato le reazioni angosciate che, fino a qualche tempo fa, provocavano altri suoi commenti sulla pandemia. Insomma, la situazione si era un po’ infiacchita. Ma ecco che, all’improvviso, la Food and drug administration americana ha approvato l’utilizzo dei vaccini Pfizer e Moderna sui bambini a partire dai 6 mesi di età. È stata una svolta. La nostra immunologa preferita non sta più nella pelle all’idea che si possano già ora affilare le siringhe, preparandosi all’inoculazione degli infanti. «Da molto tempo i genitori aspettano un vaccino per proteggere i loro bambini», ha scritto la Viola sulla Stampa. Ma davvero? Siamo sicuri che l’Italia sia piena di famiglie che non vedono l’ora di pungere i bambini di sei o dieci mesi? Qualche perplessità in proposito ammettiamo di averla.La Viola, tuttavia, è entusiasta. C’è una nuova platea di persone - per quanto piccole - che si potranno vaccinare, dunque bisogna gioire, e pazienza se sull’opportunità dell’iniezione i dubbi sono grandi come grattacieli. La dottoressa, in effetti, ammette che «i dati relativi all’efficacia della protezione dall’infezione da Omicron non sono particolarmente impressionanti, soprattutto nel caso del vaccino Pfizer». Poi, con singolare leggerezza, accenna agli effetti indesiderati: «Entrambi i vaccini hanno indotto effetti collaterali lievi o moderati, con una maggiore frequenza di eventi febbrili legata al vaccino Moderna».Messaggio chiaro. Non conta che l’efficacia sia, con tutta probabilità, molto scarsa. Non conta che i bambini, qualora si contagino, siano poco o per niente a rischio. E non contano nemmeno gli effetti collaterali su piccini sani. A importare è «l’ottima notizia» giunta dalla Fda, il cui esempio è facile sia seguito a brevissimo dall’Ema. «Finalmente i genitori avranno una scelta», dice la Viola, «e, sulla base delle indicazioni del pediatra, potranno decidere se proteggere i bambini con la vaccinazione».Beh, il punto è proprio questo. Siamo sicuri che i genitori avranno una scelta? Certo, appare impossibile che a qualcuno venga in mente di imporre un obbligo vaccinale sotto i 5 anni. Ma occorre ricordare che cosa è accaduto ai bambini appena più grandi: anche fra i minorenni, i non inoculati hanno subito nei mesi passati gravi discriminazioni, tra cui l’esclusione dalle attività sportive (giusto per citarne una). Voi davvero credete che - se si presentasse l’occasione - qualche adepto italiano della Cattedrale Sanitaria non escogiterà un sistema vessatorio perfino per i piccini di un paio d’anni? Su, siamo seri.Il fatto è che, non da oggi, si odono tutt’attorno sinistri scricchiolii. La sensazione, sempre più opprimente, è che la macchina sanitaria si stia preparando a rientrare in funzione a pieno regime, e che i profeti della Cattedrale siano preparando il terreno per l’arrivo di un autunno rovente. Sappiamo bene che il sistema di restrizioni, divieti e obblighi sia di fatto ancora in vigore e continui a colpire numerosi professionisti. Già queste evidenze non ci fanno stare particolarmente sereni.Adesso apprendiamo che pure i bambini di 6 mesi si apprestano a finire nel calderone delle punture, per la gioia della Viola e di altri suoi colleghi. E come se non bastasse, ecco che la tensione mediatica riprende a salire. Ieri i dati emersi dal monitoraggio della Cabina di regia di Istituto superiore di sanità e ministero della Salute sono stati presentati dai giornali con un discreto tasso di ansia. «Sale l’incidenza settimanale a livello nazionale: 310 casi ogni 100.000 abitanti (10-16 giugno) contro 222 ogni 100.000 abitanti (3-9 giugno)», affermano gli esperti dell’Iss.Nel report, fa notare Repubblica, «una sola Regione è classificata a rischio basso. Sono 14 le Regioni classificate a rischio moderato ai sensi del dm del 30 aprile 2020. Sono sei quelle classificate a rischio alto per la presenza di molteplici allerte di resilienza. Due Regioni tornano questa settimana a superare la soglia di allerta del 15% per l’occupazione dei reparti ospedalieri ordinari da parte di malati Covid. Sono la Sicilia, al 15,5%, e la Valle d’Aosta al 15,3%».Stanno ricominciando le uscite ansiogene sull’aumento dei contagi. Mattone dopo mattone si riprende la costruzione del muro retorico sulle inoculazioni, anche per i più piccoli. La folle gestione delle mascherine sui mezzi di trasporto fa capire che i governanti non intendono mollare la presa. Cosa dobbiamo dedurne? Che il circo Covid sta tornando in città. Del resto, i pagliacci non se n’erano mai andati.