2021-11-22
De Luca, il napalm e quei cattivi maestri
Vincenzo De Luca (Getty Images)
Caro Vincenzo De Luca, caro governatore della Campania, lo so che adesso tutti diranno che la sua era solo una battuta, che forse lo faceva per ispirare l'imitazione di Maurizio Crozza, che quello che esce dalla sua bocca non dev'essere preso sul serio e poi avanti così, che di altre giustificazioni ce ne restano mille (copyright Orietta). Però io non riesco proprio a mandare giù la sua uscita sul napalm contro i no vax. Il video l'abbiamo visto tutti: «Molti suoi colleghi chiedono misure più stringenti per i no vax. Lei che ne pensa?», le chiede un giornalista. E lei: «Mi rimane solo il napalm, il lanciafiamme lo abbiamo già introdotto». E mi chiedo come sia possibile che, in un momento in cui a tutti è chiesta responsabilità, serietà, moderazione, attenzione, un rappresentante delle istituzioni possa usare un linguaggio di questo tipo, quasi fosse una simpatica goliardata, roba da sorriderci su. Mentre invece è istigazione all'odio. La conosciamo, caro governatore. Sappiamo benissimo che lei è tutt'altro che nuovo a espressioni violente o offensive. Rosi Bindi? «È da uccidere». I 5 Stelle? «Mezzepippe». L'avversaria in Consiglio regionale? «Una chiattona». L'opposizione? «Scema». La sindaca Raggi? «Bambolina imbambolata». I giornalisti che le danno fastidio? «Camorristi». Il cronista che le fa una domanda che non le piace? «Malvivente». Il suo modo di esprimersi è stato per certi versi anche un elemento del suo successo mediatico e ha coperto i tanti lati oscuri dell'amministrazione della Regione. Ma questo può giustificare ogni nefandezza? Anche in un momento come questo? S'immagina se qualcuno dei manifestanti della piazza no green pass avesse chiesto di usare il napalm contro chicchessia? Che cosa sarebbe successo? Quanti arresti, quante perquisizioni, quante ore di talk, quanta pubblica indignazione avremmo avuto? Di sicuro nessuno l'avrebbe liquidata come una battuta. La sua invece sì, era una battuta. E tanto basta. È scivolata via come se niente fosse. Un sorriso, un'alzata di ciglia, una scrollata di spalle. Sempre il solito, il governatore. E pazienza se dietro quella battuta, in realtà, c'è una cultura dell'odio che cresce, una caccia alle streghe dilagante, una discriminazione verso italiani che (ricordiamolo) non violano nessuna regola. E una ricerca disperata del capro espiatorio per nascondere i flop di scelte sbagliata e narrazioni farlocche. Lo ha detto persino un uomo di scienza come Andrea Crisanti, non certo sospettabile di essere no vax. E questo giornale lo ha più volte scritto: ci avevano fatto credere che se tutti avessimo preso l'ombrello avrebbe smesso di piovere. Invece, guarda un po', continua a piovere e l'ombrello non tiene neppure troppo bene. E allora vogliono dare la colpa a quelli che l'ombrello non ce l'hanno. Vogliono chiuderli in casa, impedire loro di andare al bar, al ristorante, al cinema a teatro, vogliono proibire loro ogni spostamento, la spesa al supermercato e anche il cenone di Natale. E se poi tutto ciò non bastasse, ecco che arriva lei, con il napalm. Era solo una battuta, naturalmente. Ma una battuta che serve a titillare quella «rabbia dei sì vax», la cui esplosione qualcuno evoca a titoli cubitali. A proposito di «cattivi maestri»…
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