2021-11-21
Da Vienna a Zagabria, mezza Europa in piazza contro le nuove restrizioni
Violenze e spari venerdì a Rotterdam, ieri altre proteste. In Austria presenti con bandiere e striscioni anche i manifestanti italiani. I croati chiedono una legge che impedisca di discriminare i non vaccinati.Il nuovo lockdown generale, che scatterà domani, e l'obbligo vaccinale a partire da febbraio infiammano l'Austria. Ieri migliaia di persone sono scese in piazza per protestare contro le nuove restrizioni che il governo ha deciso di introdurre per contrastare la quarta ondata di Covid, che sta colpendo con un numero di contagiati in continuo aumento. I manifestanti si sono scatenati nella piazza di Vienna dedicata agli eroi, davanti all'ex palazzo imperiale, e l'hanno riempita di rabbia, espressa attraverso fischi, scrosci di applausi, colpi di tamburi e piatti. Molti sventolavano la bandiera austriaca, altri cartelli che si opponevano alla vaccinazione e etichettavano la decisione del governo come totalitaria. Sono tanti gli austriaci che contestano le misure del governo e ieri hanno deciso di aderire alla protesta, che ha attirato anche manifestanti di altri Paesi, tra cui l'Italia, con una «delegazione» presente con tanto di striscione «Noi siamo il popolo italiano». A promuovere la manifestazione è stato il partito populista Fpoe. Il suo leader, Hebert Kickl, è positivo al Covid ma ha voluto intervenire comunque via video alla protesta e ha dichiarato che in Austria si sta appunto scivolando verso una «dittatura, con il governo che crede di dover pensare e decidere per noi». A controllare che la situazione non degenerasse c'erano 1.300 agenti. L'idea di una vaccinazione obbligatoria ha suscitato reazioni pesanti, anche perché va detto che l'Austria è uno dei Paesi con il minor tasso di immunizzazione in Europa. Forse anche per questo il contagio corre veloce e gli ospedali stanno cominciando a ritrovarsi in difficoltà, con le terapie intensive al limite della capienza, proprio come era accaduto durante la prima ondata di coronavirus. Il tasso di mortalità è triplicato nelle ultime settimane, per questo il governo ha deciso di entrare in azione nel modo perentorio e controverso che si è detto. Una scelta, che ha scatenato rabbia, ma che non è arrivata alle conseguenze estreme vissute invece in Olanda, dove le proteste di venerdì sera si sono concluse con le forze dell'ordine che hanno sparato contro i manifestanti. La città simbolo di queste sommosse è stata Rotterdam, con i manifestanti che gettavano pietre e fuochi d'artificio contro la polizia. Molte le auto finite in fiamme. Gli agenti hanno risposto usando gli idranti e poi hanno esploso colpi di avvertimento, che in realtà hanno raggiunto qualcuno dei dimostranti, per fortuna in modo non grave. Il bilancio è stato di sette feriti, tra manifestanti e poliziotti. Solo l'arrivo di rinforzi nelle forze dell'ordine e la decisione di sospendere i mezzi di trasporto pubblici e di mandare a casa la folla hanno permesso di non far degenerare la situazione e di riportare un po' d'ordine. Il sindaco di Rotterdam Ahmed Aboutale ha parlato di «orgia di violenza» e commentato questo episodio in modo negativo.Molto più tranquille, invece, le manifestazioni che si sono svolte sempre ieri a Zagabria, in Croazia. Circa diecimila persone sono convenute nella capitale da tutto il Paese su invito dell'associazione di cittadini «Iniziativa per il diritto e le libertà», che è legata al movimento cattolico Vigilare. Due le richieste avanzate in piazza: da un lato l'abolizione dei green pass in tutti i settori e dall'altro l'approvazione di una legge con cui si vieti l'introduzione di decreti discriminatori come quello sull'obbligo del certificato Covid. A mantenere tranquilli i manifestanti è stato anche il dispiegamento massiccio di forze, che ha evitato azioni pericolose ma non ha ovviamente potuto fare nulla contro le accuse e le offese rivolte a gran voce verso il governo e verso il suo premier Plenković.Le proteste contro l'obbligo del vaccino per i sanitari, comunque, stanno scuotendo da giorni anche l'isola di Guadalupa, territorio d'Oltremare francese, dove da lunedì uomini incappucciati guidano scioperi e proteste. Nelle ultime ore persino i vigili del fuoco (per il 75 per cento non vaccinati) hanno deciso di unirsi alle manifestazioni contro le scelte del presidente Emmanuel Macron. La sua iniziativa di rendere obbligatorio il vaccino è stata etichettata come un retaggio coloniale.