2023-07-02
Viaggio segreto della Cia in Ucraina. E Mosca butta giù il ponte di Kherson
Nel riquadro il direttore della Cia William Burns (Ansa)
Gli americani informati dei piani di Kiev per la controffensiva: «Meglio non farsi illusioni». Zaporizhzhia fa di nuovo paura.«Ha combattuto per i filorussi». Arrestato a Malpensa il guerrigliero italiano Alessandro Bertolini. Giulia Schiff sull’altro fronte fu trattata da eroina.Lo speciale contiene due articoli. Il direttore della Cia William Burns a inizio giugno si sarebbe recato segretamente in Ucraina. È il Washington Post a rivelare il recente (non primo, né probabilmente ultimo) viaggio del numero uno dei servizi Usa nei territori invasi. Nella circostanza, è venuto a conoscenza della strategia ucraina di riconquista dei territori occupati. Strategia illustrata dai funzionari di Kiev. Obiettivo: liberare la maggior parte delle zone invase entro l’autunno, spostare artiglieria e sistemi missilistici vicino al confine con la Crimea e avanzare ulteriormente nell’Est del Paese, per avviare così la trattativa per un cessate il fuoco con Mosca. Burns, oltre ai massimi funzionari dell’intelligence ucraina, ha incontrato anche il presidente Volodymyr Zelensky. La visita è avvenuta prima del tentato golpe della Wagner su Mosca, la notizia ha quindi probabilmente spinto lo stesso Burns a telefonare al Cremlino per chiarire che gli States non sapevano nulla e non hanno mai avuto a che fare con l’ammutinamento di Prigozhin. A una settimana dalla rivolta il presidente russo Vladimir Putin deve risolvere i problemi interni, individuando nemici e traditori. Sembrerebbe infatti che il leader del Cremlino - nonostante le promesse - abbia dato mandato ai servizi segreti di far fuori Prigozhin. Nella lista degli 007 russi ci sarebbe anche il generale Sergej Surovikin che secondo le ultime indiscrezioni sarebbe stato tesserato con la Wagner segretamente (e quindi a conoscenza dei piani). Di nessuno dei due si ha traccia e il loro destino resta un mistero. Intanto gli Usa con il generale dell’esercito Mark Milley tornano sull’ipotesi di fornire bombe a grappolo all’Ucraina: «Lo stiamo valutando da molto tempo. Gli ucraini le hanno chieste, altri Paesi europei le hanno fornite, i russi le stanno usando», ha detto Milley, «c’è un processo decisionale in corso». Poi ha commentato i risultati della controffensiva ucraina: «Sarà molto difficile, sarà molto lunga. Nessuno dovrebbe farsi illusioni». Le preoccupazioni maggiori adesso ruotano intorno alla centrale nucleare di Zaporizhzhia. Secondo Zelensky i russi avrebbero preparato tutto per un’esplosione locale, un déjà vu della diga di Nova Khakovka. Il leader ucraino ha poi spiegato che l’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) dovrebbe essere pronta a controllare la centrale nucleare per verificare la presenza di ordigni a distanza prima di ripristinare il pieno controllo ucraino. «Questo momento di passaggio del controllo della centrale sarà molto pericoloso», ha concluso. Gli uomini del direttore Rafael Grossi finora non hanno trovato indicazioni visibili di mine o altro. Secondo l’Istituto per lo studio della guerra «Le forze russe non sarebbero in grado di controllare le conseguenze di un incidente radiologico intenzionale presso la centrale nucleare di Zaporizhzhia. Un incidente potrebbe ulteriormente degradare la capacità della Russia di cementare la sua occupazione dell’Ucraina meridionale» lasciando aree inabitabili e ingovernabili. Per questo motivo, sostiene l’Isw, «è improbabile che le forze russe causino un incidente intenzionale».Intanto a Kiev ieri il premier spagnolo Pedro Sanchez ha inaugurato la presidenza del semestre spagnolo al Consiglio Ue. Prima un discorso al Parlamento ucraino e poi l’incontro con Zelensky cui è seguita una conferenza stampa congiunta. «Sono qui con aiuti per 55 milioni: 51 dalla Banca mondiale, altri 4 attraverso l’Onu per energie rinnovabili. Ci auguriamo che l’Ucraina abbia una pace giusta: la posizione dell’Ue è chiara. Tutti uniti condanniamo l’aggressione russa e lavoriamo insieme. E continueremo così sino a quando avremo la pace. Da qui lanciamo un messaggio chiaro a Putin: l’Europa aiuterà Kiev sino a quando sarà necessario». Per Zelensky il prossimo semestre sarà fondamentale e decisivo per l’avvio dei negoziati di adesione dell’Ucraina all’Unione europea. «Contiamo sul sostegno della Spagna in questo senso» ha detto rivolgendosi a Sanchez. Zelensky è poi tornato sul tema Nato: «Siamo arrivati a un accordo con i Paesi alleati perché possano addestrare i nostri militari ma alcuni stanno ritardando molto: posso ricordare che nel summit di Vilnius vedremo questo aspetto più chiaramente. L’Ucraina ha il pieno diritto di entrare nella Nato. Questo invito è un primo passo molto importante per noi». Il conflitto intanto prosegue: ieri un missile russo ha colpito il ponte Antonovsky, nelle vicinanze di Kherson. Si tratterebbe di un missile Iskander. Il ponte era già stato semidistrutto nelle scorse settimane. L’attacco è avvenuto sulla riva sinistra, dove le forze ucraine stavano tentando di costruire una testa di ponte per ripristinare l’efficienza della struttura.<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/viaggio-segreto-cia-ucraina-2662160326.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="ha-combattuto-per-i-filorussi-arrestato-guerrigliero-italiano" data-post-id="2662160326" data-published-at="1688277564" data-use-pagination="False"> «Ha combattuto per i filorussi». Arrestato guerrigliero italiano Messe da parte la tuta mimetica e le armi, stava per arrivare in aeroporto. Ma ad attenderlo, all’ultimo gradino della scaletta dell’aereo, c’erano i carabinieri del Ros, che avevano raccolto tutti i dettagli sui suoi spostamenti per rientrare in Italia. Il foreign fighter Alessandro Bertolini è stato arrestato a Malpensa. Il ventinovenne, originario di Rovereto in provincia di Trento, è indagato dalla Procura antiterrorismo di Genova, insieme ad altre persone, per aver combattuto, dal 2016 a oggi, a fianco delle milizie filorusse nel Donbass dietro compenso economico. Un mercenario. Difeso dall’avvocato Massimiliano Luigi Scialla, durante il suo interrogatorio si è avvalso della facoltà di non rispondere. E per ora, quindi, resta avvolta nel mistero la sua decisione di rientrare in Italia, pur sapendo il rischio che correva una volta atterrato nel Paese che aveva emesso per lui un mandato di cattura. Di sicuro ha ricevuto un trattamento (almeno mediatico) ben diverso da quello riservato a Giulia Schiff, che si unì alle brigate internazionali ucraine e fu trattata come un’eroina, sia durante il conflitto che una volta rimpatriata. Bertolini è in carcere a Busto Arsizio (Varese), ma verrà trasferito a Genova, dove attenderà l’udienza preliminare, che è fissata a settembre. L’uomo, che era latitante come gli altri italiani filorussi che hanno imbracciato il fucile in Donbass, secondo l’accusa «avrebbe partecipato ad azioni, preordinate e violente, dirette a mutare l’ordine costituzionale o a violare l’integrità territoriale del governo ucraino, Stato estero di cui non era cittadino né stabilmente residente, senza far parte delle forze armate di alcuna delle parti in conflitto». Inoltre sarebbe accusato anche «di aver reclutato altri soggetti in posizione a lui subordinata». L’avvocato Scialla si è affrettato a far sapere che bisognerà «verificare i suoi rapporti con le milizie russe e filorusse e capire se il suo rapporto era informale o formale». Un tassello che, secondo la difesa, «cambierebbe il quadro». L’inchiesta, curata dal pm Federico Manotti, ha già portato a un processo con tre condanne: Antonio Cataldo, che ha patteggiato una pena a 2 anni e 8 mesi, Olsi Krutani, albanese, ex ufficiale delle truppe russe, 2 anni e 8 mesi, e Vladimir Verbitchii, operaio moldavo, 1 anno e 4 mesi. I tre erano stati arrestati nel 2018 con l’accusa di associazione a delinquere, finalizzata al reclutamento e al finanziamento di mercenari. Furono stralciate, invece, le posizioni di Andrea Palmeri, indicato dalla Procura come la «mente» del gruppo e soprannominato «il generalissimo», e di Gabriele Carugati detto «Arcangelo». Bertolini era rimasto in territorio ucraino proprio insieme a Palmeri, a Carugati e Massimiliano Cavalleri, detto Spartaco, bresciano, ex carpentiere tra i primi a partire, nel 2014, per il Donbass, rimasto anche ferito in uno scontro a fuoco. I carabinieri del Ros hanno continuato a inseguire Bertolini finché non hanno accertato che sarebbe atterrato a Malpensa. L’indagine del pool antiterrorismo di Genova è cominciata nell’ottobre 2013, quando i carabinieri del Ros cercarono di risalire agli autori di alcuni slogan apparsi a La Spezia che inneggiavano al comandante delle Ss Erick Priebke, condannato per la strage delle Fosse Ardeatine. Agli inquirenti non erano sfuggite le frequenti visite di Palmieri in città. E sono scattate le intercettazioni, durante le quali si è scoperto il presunto giro di mercenari per il Donbass. Con la truppa italiana sarebbe quindi partito anche Bertolini, che ora, secondo i Radicali italiani Massimiliano Iervolino, Igor Boni e Giulio Manfredi, «potrà spiegare» addirittura «le trame russe in Italia».
Pedro Sánchez (Getty Images)
Alpini e Legionari francesi si addestrano all'uso di un drone (Esercito Italiano)
Oltre 100 militari si sono addestrati per 72 ore continuative nell'area montana compresa tra Artesina, Prato Nevoso e Frabosa, nel Cuneese.
Obiettivo dell'esercitazione l'accrescimento della capacità di operare congiuntamente e di svolgere attività tattiche specifiche dell'arma Genio in ambiente montano e in contesto di combattimento.
In particolare, i guastatori alpini del 32° e i genieri della Legione hanno operato per tre giorni in quota, sul filo dei 2000 metri, a temperature sotto lo zero termico, mettendo alla prova le proprie capacità di vivere, muoversi e combattere in montagna.
La «Joint Sapper» ha dato la possibilità ai militari italiani e francesi di condividere tecniche, tattiche e procedure, incrementando il livello di interoperabilità nel quadro della cooperazione internazionale, nella quale si inserisce la brigata da montagna italo-francese designata con l'acronimo inglese NSBNBC (Not Standing Bi-National Brigade Command).
La NSBNBC è un'unità multinazionale, non permanente ma subito impiegabile, basata sulla Brigata alpina Taurinense e sulla 27^ Brigata di fanteria da montagna francese, le cui componenti dell'arma Genio sono rispettivamente costituite dal 32° Reggimento di Fossano e dal 2° Régiment étranger du Génie.
È uno strumento flessibile, mobile, modulare ed espandibile, che può svolgere missioni in ambito Nazioni Unite, NATO e Unione Europea, potendo costituire anche la forza di schieramento iniziale di un contingente più ampio.
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A Dimmi La Verità Stefania Bardelli, leader del Team Vannacci di Varese, fa chiarezza sul rapporto con la Lega e sulle candidature alle elezioni degli esponenti dei team.