2024-05-21
Il senso del viaggio di Jake Sullivan in Arabia Saudita
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Jake Sullivan (Getty Images)
Prove di disgelo tra Stati Uniti e Arabia Saudita? Domenica, il consigliere per la sicurezza nazionale americano, Jake Sullivan, si è incontrato a Dhahran con il principe ereditario saudita Mohammad bin Salman.Secondo la Saudi Press Agency, «durante l'incontro sono state esaminate le relazioni strategiche tra i due Paesi e le modalità per rafforzarle in vari campi». I due hanno anche discusso della «versione semifinale dei progetti di accordi strategici tra i due Paesi, che sono quasi in fase di finalizzazione». Al centro del colloquio è stata inoltre posta «la questione palestinese, per trovare un percorso credibile verso una soluzione a due Stati che soddisfi le aspirazioni e i diritti legittimi del popolo palestinese».Nonostante abbia avviato una distensione diplomatica con Teheran l’anno scorso, Riad resta preoccupata delle ambizioni nucleare iraniane. Inoltre, si è ulteriormente impensierita a seguito dell’attacco che gli ayatollah hanno di recente condotto contro lo Stato ebraico. Una serie di fattori che ha portato i sauditi a riavvicinarsi agli Stati Uniti dopo una fase particolarmente turbolenta. Non dimentichiamo infatti che i rapporti tra Riad e l’amministrazione Biden sono sempre stati significativamente freddi. Il punto è che il timore nei confronti degli iraniani si sta facendo sempre più forte tra i vertici della monarchia saudita.È in questo senso che Riad sta negoziando un accordo con Washington nel settore della difesa: un accordo che, secondo Reuters, prevedrebbe anche l'assistenza americana sul fronte del nucleare a uso civile. In un primo momento, Joe Biden sperava di legare tale intesa alla normalizzazione dei rapporti tra Riad e Gerusalemme: tuttavia, in assenza di un cessate il fuoco a Gaza, i sauditi hanno, almeno per ora, fatto marcia indietro su questo fronte, privando l’attuale presidente americano di un successo diplomatico che il diretto interessato avrebbe potuto sbandierare in campagna elettorale. Non dimentichiamo che, a settembre scorso, Biden era a un passo dall’ottenere la normalizzazione dei rapporti tra Gerusalemme e Riad: un processo diplomatico che è tuttavia improvvisamente saltato a seguito del brutale attacco condotto da Hamas contro Israele il 7 ottobre. Era d’altronde questo l’obiettivo dell’Iran, che ha sempre avversato la logica degli accordi di Abramo: quell’Iran che risulta storicamente il principale finanziatore sia di Hamas che di Hezbollah.Sotto questo aspetto, è tutto da dimostrare che i sauditi stiano realmente iniziando a fidarsi dell’attuale Casa Bianca. Certo: il timore nutrito verso Teheran - lo abbiamo visto - li sta riavvicinando a Washington. Ma il rifiuto di procedere con la normalizzazione dei rapporti con Israele potrebbe essere letto anche come un modo per evitare di dare a Biden un assist nel pieno della campagna elettorale americana. Fermo restando che l’attuale presidente degli Usa continua a mantenere un approccio fondamentalmente blando nei confronti del regime khomeinista. Domenica, l’Iran ha fatto sapere di aver avuto recentissimamente dei colloqui indiretti con Washington nell’Oman. Insomma, non è affatto escludibile che i sauditi (e gli israeliani) stiano scommettendo su un ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca, essendo certi del fatto che una sua eventuale nuova presidenza ripristinerebbe la politica della “massima pressione” su Teheran: una premessa fondamentale, questa, per rispolverare concretamente la logica degli accordi di Abramo.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.