2018-11-01
Teschi, vodoo ma anche Chernobyl e l'Iraq. I viaggi dark muovono 800.000 persone
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Del 40% di turisti che sceglie viaggi culturali, il 15% è composto da tanaturisti, ovvero viaggiatori che scelgono mete divenute famose per massacri, morti, tragedie o catastrofi naturali. Tra i luoghi più visitati al mondo ci sono Chernobyl e l'Iraq. In America, Ground Zero e il suo memoriale sono al secondo posto dei musei più instagrammati al mondo. Secondo uno studio del gruppo svedese Pandox nel 2017 solo l'ex centrale nucleare ha attirato 50.000 visitatori.A New Orleans si prega sulla tomba della regina del voodoo, in Inghilterra si cerca un vampiro assetato di sangue. Guida ai cimiteri più spettrali del mondo.Aokihagara in Giappone è conosciuta come la foresta dei suicidi. Luogo di leggende e misteri, ogni anno perdono la vita tra la fitta vegetazione del posto oltre 100 persone.Cumuli di ossa nascosti nei tunnel del metrò, serial killer e un parco di divertimenti al coperto che permette di rivivere gli anni del terrore. Londra è la città più spettrale d'Europa. Lo speciale contiene cinque articoli e una gallery con i luoghi «del diavolo».«La consapevolezza della nostra mortalità, nell'epoca dei selfie e dei social network, ha avuto un particolare impatto sul turismo creando quello che definiamo tanaturismo (da thanatos, morthe) ovvero la ricerca di mete divenute famose per massacri, morti, tragedie. È un fenomeno molto particolare che non per forza è riconducibile alla ricerca del macabro, dell'horror, ma che piuttosto punta a mostrare al viaggiatore quanto la nostra vita sia effimera e possa finire da un momento all'altro». A parlare è Philip Stone, professore dell'Institute for dark tourism research dell'università del Central Lancashire, uno dei maggiori esperti del settore al mondo. «Quello che mi colpisce è come le persone affrontano la loro mortalità osservando luoghi in cui hanno perso la vita altri. È davvero affascinate dal mio punto di vista studiare come quello che era nato come un semplice fenomeno sia divenuto un settore in grado di creare posti di lavoro e reddito». Sebbene il termine «dark tourism» sia comparso nel lessico comune solo nel 1996 dopo che due studiosi dell'università di Glasgow presentarono un documento che analizzava il fenomeno del turismo verso le aree associate all'assassinio di Jfk, quello del turismo macabro non è certo una novità dei tempi moderni. Durante il Medioevo i più abbienti erano soliti organizzare nei periodi estivi lunghi pellegrinaggi per visitare tombe e catacombe in cui assistevano a incontri sul passato di Santi e martiri. Qualcosa di simile avveniva anche durante l'Illuminismo con le classi abbienti disposte a pagare ingenti somme di denaro per raggiungere le piazze più famose d'Europa per assistere a decapitazioni ed esecuzioni pubbliche. Nonostante le molteplici catastrofi e i massacri che si sono susseguiti negli anni, è solo nel 2000 che il fenomeno è divenuto degno di attenzione. Tanto che, del 40% di quel segmento del turismo definito «culturale», il 15% è composto da persone che scelgono di visitare luoghi macabri e sovrastati dallo spettro della morte. Vi basti pensare che, secondo uno studio del gruppo svedese Pandox, nel 2013, l'aumento della dark tourism ha portato in Iraq oltre 800.000 persone che hanno scelto il Paese con il solo proposito di visitare un'area devastata dalla guerra. Chernobyl nel 2017 ha richiamato più di 50.000 turisti solo nella Chernobyl exclusion zone, il cuore della strage nucleare, un'area di circa 30 chilometri che un tempo era preclusa a tutti e che oggi, invece, è aperta alle visite. Una zona congelata, morta, quasi disabitata, che la natura sta lentamente reclamando. Negli ultimi anni, complice anche il Web e le decine di leggende che si possono trovare online, il turismo macabro si è ulteriormente trasformato e ha visto la nascita di molteplici blog, forum ed enciclopedie che guidano i più temerari alla scoperta del lato oscuro del turismo. Il turismo della morte è così apprezzato che Netflix, il portale di streaming di film e serie tv, ha creato una serie di puntate di 40 minuti circa dedicate proprio ai viaggi macabri.Chi sceglie mete potenzialmente horror non è attratto solo dalla morte ma anche dall'oscuro e dal mistico. Salem, la cittadina nel Massachussetts, nota per la caccia alle streghe e i processi del 1692, sta vivendo da alcuni anni un nuova vita. Dopo che nel 1982 i turisti iniziarono a diminuire per l'eccessiva strumentalizzazione del fenomeno, nel 2016 l'istituzione di eventi legati ad Halloween ha attratto oltre 500.000 persone portando nelle casse del paesino oltre 105 milioni di dollari e creando ben 800 nuovi posti di lavoro.Tornando alle stragi, oggi uno dei luoghi più apprezzati al mondo è senza dubbio l'area di New York in cui un tempo sorgevano le Torri Gemelle. Ground Zero e il museo nazionale dell'11 settembre su Tripadvisor sono al secondo posto delle oltre 1.000 cose consigliate da fare nella Grande Mela e il memoriale è addirittura al secondo posto tra i musei più postati su Instagram al mondo. Guardando i numeri, il successo è innegabile. Solo nel 2017 oltre 3 milioni di visitatori hanno visitato il memoriale dell'11 settembre portando nelle casse della fondazione non profit che gestisce la zona ben 67 milioni di dollari. Guardando all'Europa, l'intero continente pullula di castelli che hanno dato natali a scienziati pazzi, musei con vere sale operatorie dismesse, bagni termali nascosti nel sottosuolo quasi impossibili da trovare e labirinti dai cui si racconta sia impossibile uscire. In questo settore, l'Italia riveste un ruolo fondamentale grazie a oltre 300 luoghi misteriosi disseminati lungo tutto lo Stivale visitabili con tour organizzati nelle varie città.Senza dimenticare luoghi intrisi di religione come San Bernardino alle Ossa a Milano, costruito nel 1145 nei pressi della chiesa di Santo Stefano Maggiore, i cui muri, porte e pilastri sono interamente coperti da ossa e teschi, il tanaturismo in Italia vede veri e propri «pellegrinaggi» su luoghi di stragi o di omicidi. È il caso per esempio della Costa Concordia il cui relitto per mesi è stato oggetto di foto e selfie di turisti da tutto il mondo. Come la Concordia tanti altri luoghi in Italia noti alle cronache sono divenuti mete di turismo. Il delitto di Avetrana ha portato migliaia di curiosi davanti alla casa di zio Michele Misseri, così come la villetta della strage di Cogne o quella in cui è stata ritrovato il cadavere di Meredith sono ancora oggi mete ritenute interessanti dagli appassionati del genere. Quello della morte è un turismo difficile da comprendere. Il giorno successivo alla morte di 71 persone nell'incendio di Grenfell Tower a Londra, gruppi di curiosi si aggiravano per la zona scattando foto al mostro di cemento che aveva preso fuoco. I residenti della zona, in rispetto a quelle famiglie che ancora stavano cercando i corpi dei loro cari, avevano così ben pensato di tappezzare l'aree con cartelloni che recitavano «Grenfell: una tragedia, non un'attrazione turistica». Tutto inutile, ovviamente. Perché poche ore dopo ecco comparire un gruppo di cinesi con una guida, pronti a scattarsi selfie sul luogo della tragedia. Marianna Baroli
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