2020-07-18
Via libera di Grillo a Sansa: «Il meno peggio»
Dopo le tensioni sul sostegno al giornalista del «Fatto», candidato di Pd e 5 stelle in Liguria, tra i grillini torna la calma apparente. Divisione totale in Puglia: la maggioranza corre su tre fronti contro il centrodestra compatto. I mal di Sansa in casa M5s restano tutti, ma la candidatura di Ferruccio Sansa, giornalista del Fatto Quotidiano, alla presidenza della Regione Liguria, è ufficiale dalle 18 e 50 di ieri, quando un post sul Blog delle Stelle mette la parola fine all'ennesimo valzer. Tre ore prima il via libera a Sansa è arrivato via Ansa: «Il fondatore del M5s, Beppe Grillo», recita un lancio di agenzia, «ha sentito al telefono il capo politico Vito Crimi e gli ha confermato il sostegno alla candidatura di Ferruccio Sansa alla presidenza della Liguria. Lo si apprende da fonti M5s». Può partire, quindi, l'avventura politica di Ferruccio, che il prossimo settembre sfiderà, sostenuto da Pd e M5s, il presidente uscente della Liguria, Giovanni Toti, giornalista pure lui, ricandidato dal centrodestra. In verità la candidatura di Sansa era già stata ufficializzata il giorno prima, ma si sa come vanno le cose in casa grillina: fino all'ultimo istante può accadere tutto e il contrario di tutto. Ieri mattina, la farsa: mentre sul Fatto viene pubblicata la lettera di commiato di Sansa ai lettori, un retroscena di Repubblica dipinge un quadro tutt'altro che definito, con Luigi Di Maio che fa trapelare di non essere d'accordo con la candidatura del cronista: «Mi ha sempre attaccato», fa sapere il ministro degli Esteri. Spunta anche un messaggio Whatsapp che Beppe Grillo avrebbe inviato ai vertici del M5s: «Ma veramente stiamo sostenendo Sansa? Dove stiamo andando? Siamo diventati matti?». Apriti cielo: se neanche Grillo, che della famiglia Sansa è pure vicino di casa, a Genova, ha queste perplessità sulla candidatura, allora si torna in alto mare. La preoccupazione in casa Pd è grande, quanto la confusione sotto il cielo (penta)stellato.Sansa, sbalordito, telefona a Vito Crimi, autoreggente del M5s, per chiedergli conto di indiscrezioni e retroscena; Crimi, che in realtà non può decidere nemmeno il colore delle poltroncine da sistemare nelle sedi del Movimento, chiama Grillo, poi ritelefona a Sansa: «Vai avanti, hai il sostegno del M5s». Non basta, naturalmente: ci vuole la smentita di Grillo, che arriva qualche oretta dopo, sempre attraverso fonti del M5s, che fanno sapere che Crimi ha sentito Grillo, che ha telefonato a Di Maio, che ha richiamato Crimi per dirgli di fare uno squillo a Sansa e comunicargli il via libera definitivo alla candidatura. Terribile la staffilata che le «fonti» affidano ai media: «È il meno peggio», dice Grillo di Sansa, mentre Di Maio, maliziosamente, fa sapere che il ministro «rispetta le scelte del M5s», dunque non condivide ma si adegua.Peggio di così non poteva partire l'avventura politica di Ferruccio, che però non poteva immaginare nulla di diverso: nella sua carriera giornalistica non si è mai tirato indietro quando si è trattato di azzannare il Pd, soprattutto quello ligure, e in particolare la corrente che fa capo a Claudio Burlando, e Di Maio. Trattasi di antipatia reciproca ed ereditaria: il papà di Ferruccio, Adriano Sansa, magistrato e poeta, sindaco di Genova (si candidò come indipendente di sinistra) dal 1993 al 1997, ha duellato con Burlando (che mise il veto alla sua ricandidatura nel 1997) in decine di occasioni.Il figlio Ferruccio, tra l'altro, nel 2008 ha pubblicato, insieme a Marco Preve, il libro Il Partito del cemento. Politici, imprenditori, banchieri. La nuova speculazione edilizia, con prefazione di Marco Travaglio, nel quale Burlando e il Pd vengono descritti impietosamente. Indipendente lo è sul serio, Sansa: non è un caso che spesso e volentieri sia in cordiale ma aperto disaccordo con la linea del Fatto, da lui considerata troppo appiattita sul M5s, e che sia inviso alla fazione più «filosovranista» del M5s, quella capitanata appunto da Di Maio. La candidatura di Sansa non verrà sostenuta da Italia viva, che presenterà un suo candidato alla presidenza, esattamente come in Puglia, dove l'accordo tra Pd e M5s è invece in alto mare. Giuseppe Conte, pugliese d'origine, si è speso in prima persona per costruire anche qui un'alleanza, ma Luigi Di Maio non ne vuole sapere: il ministro degli Esteri è terrorizzato da un'eventuale vittoria giallorossa in Puglia, «swing state» di questa tornata elettorale, che rafforzerebbe la posizione del premier, suo avversario numero uno. Non a caso, ieri, non appena è circolata una indiscrezione su un possibile ritiro di Antonella Laricchia, candidata alla presidenza della Puglia per il M5s, Crimi ha scritto un post su Facebook per ribadire che la Laricchia «è la candidata presidente del M5s in Puglia alle prossime elezioni regionali. Contrariamente a quanto riportano i falsi retroscena e ricostruzioni che stanno circolando al solo scopo di indebolire questo governo», ha aggiunto Crimi, «non ci sarà alcun incontro per chiedere un passo indietro ad Antonella». Musica per le orecchie di Raffaele Fitto, candidato alla presidenza per il centrodestra, che vede più vicina la vittoria contro il presidente uscente Michele Emiliano, il quale dovrà fare i conti anche con la candidatura per Italia viva di Ivan Scalfarotto. Rotto, anzi frantumato, il fronte giallorosso: in Puglia la maggioranza che governa a Roma si divide in tre tronconi diversi, mentre Forza Italia, Fratelli d'Italia e Lega marciano compatti a sostegno del candidato di Giorgia Meloni.Naturalmente, la strada è ancora lunga, e non è escluso un colpo di scena: a quanto risulta alla Verità, l'unico modo per tenere insieme almeno Pd e M5s, in Puglia, sarebbe convincere Emiliano a non ricandidarsi, lasciando strada ad Antonio Decaro, sindaco di Bari e presidente dell'Anci. Il prezzo politico del passo indietro di Emiliano, però, sarebbe salatissimo: l'ex magistrato punterebbe infatti al ministero della Giustizia, dunque a prendere il posto di Alfonso Bonafede.
Gabriele D'Annunzio (Getty Images)
Lo spettacolo Gabriele d’Annunzio, una vita inimitabile, con Edoardo Sylos Labini e le musiche di Sergio Colicchio, ha debuttato su RaiPlay il 10 settembre e approda su RaiTre il 12, ripercorrendo le tappe della vita del Vate, tra arte, politica e passioni.
Il ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida (Ansa)
Lo stabilimento Stellantis di Melfi (Imagoeconomica)