
Il Collegio di garanzia ha respinto l’istanza del centrodestra, il suicido medicalmente assistito è operativo. Fontana e Fedriga portano il tema alla Conferenza Stato-Regioni.Il Collegio di garanzia ha respinto il ricorso presentato dal centrodestra contro la legge approvata in Toscana sul suicidio medicalmente assistito. Ad annunciare la decisione è stato il presidente del Consiglio regionale, Antonio Mazzeo, attraverso un post sul suo profilo Facebook. «Un passaggio fondamentale che conferma la validità del lavoro svolto», lo ha definito.Gli effetti della legge, approvata lo scorso 11 febbraio, erano stati sospesi in seguito all’istanza presentata dai capigruppo di Fdi, Vittorio Fantozzi, della Lega, Elena Meini e di Forza Italia, Marco Stella, che ritengono il fine vita una materia non di competenza regionale. La leghista Meini, nel presentare ricorso con i colleghi del centrodestra, aveva dichiarato: «Una Regione non può decidere in modo autonomo su un tema come questo. Il Pd si è aggrappato a una sentenza della Corte che, però, non dice questo». Invece per il Collegio di garanzia della Toscana, che si era riunito ieri mattina, la norma «non presenta le violazioni statutarie prospettate» e, in relazione ai profili contestati, «è conforme allo statuto». Il prossimo passo lo ha comunicato sempre Mazzeo: «Ora le Aziende sanitarie locali potranno procedere alla costituzione delle commissioni previste dalla legge, così da garantire un percorso chiaro e rispettoso per chi ne ha diritto».La norma prevede che, dopo la domanda presentata all’Asl da un paziente, un’apposita commissione medica ed etica si debba pronunciare nel tempo massimo di un mese e, se verifica che il paziente ha i requisiti, nei successivi dieci giorni deve provvedere al farmaco letale e al medico. Il suicidio assistito potrà, quindi, aver luogo entro una settimana, a carico del Sistema sanitario nazionale.Sull’eventuale ricorso da parte del governo, il presidente della commissione Sanità della Toscana, Enrico Sostegni, ha detto: «Il premier ha 60 giorni di tempo per decidere di impugnarla davanti alla Corte costituzionale ma questo non interrompe l’efficacia della norma. Se lo farà, attenderemo l’esito. Se non lo farà, di fatto sconfesserà l’opposizione in Consiglio regionale che ha discusso, spesso, senza entrare nel merito delle disposizioni». Mazzeo ha invitato ad accelerare i tempi di discussione e approvazione: «C’è il Parlamento, c’è una maggioranza chiara, possono fare una norma. L’auspicio che voglio fare al Parlamento e al governo è che sia una buona norma, come abbiamo provato a fare noi».Sul fine vita accelera anche la Lega. «Ho già mandato una lettera» alla Conferenza Stato-Regioni «e ho parlato ieri (due giorni fa per chi legge, ndr) con il coordinatore Massimiliano Fedriga. Mi ha detto che alla prossima riunione, non la settimana ventura ma quella successiva, lo metterà nell’ordine del giorno per iniziare a entrare nel merito e cercare di trovare un comportamento che sia comune a tutte le Regioni»: ha comunicato il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana.«Ne discuterà la Commissione», ha confermato Massimiliano Fedriga, governatore del Friuli-Venezia Giulia e presidente della Conferenza. «È un tema molto delicato che coglie la sensibilità e la formazione di ognuno. Le Regioni diranno la loro ma non penso prenderemo una posizione “sì o no”, ovviamente». Quello che si proverà a fare è «capire all’interno del quadro legislativo come muoverci in modo coordinato».Intanto proprio in Toscana, per la precisione a Firenze, martedì 18 marzo avrà luogo il convegno dal titolo «Suicidio assistito: aspetti medici, etici e giuridici», organizzato dalla Conferenza episcopale regionale.
L’aumento dei tassi reali giapponesi azzoppa il meccanismo del «carry trade», la divisa indiana non è più difesa dalla Banca centrale: ignorare l’effetto oscillazioni significa fare metà analisi del proprio portafoglio.
Il rischio di cambio resta il grande convitato di pietra per chi investe fuori dall’euro, mentre l’attenzione è spesso concentrata solo su azioni e bond. Gli ultimi scossoni su yen giapponese e rupia indiana ricordano che la valuta può amplificare o azzerare i rendimenti di fondi ed Etf in valuta estera, trasformando un portafoglio «conservativo» in qualcosa di molto più volatile di quanto l’investitore percepisca.
Per Ursula von der Leyen è «inaccettabile» che gli europei siano i soli a sborsare per il Paese invaso. Perciò rilancia la confisca degli asset russi. Belgio e Ungheria però si oppongono. Così la Commissione pensa al piano B: l’ennesimo prestito, nonostante lo scandalo mazzette.
Per un attimo, Ursula von der Leyen è sembrata illuminata dal buon senso: «È inaccettabile», ha tuonato ieri, di fronte alla plenaria del Parlamento Ue a Strasburgo, pensare che «i contribuenti europei pagheranno da soli il conto» per il «fabbisogno finanziario dell’Ucraina», nel biennio 2026/2027. Ma è stato solo un attimo, appunto. La presidente della Commissione non aveva in mente i famigerati cessi d’oro dei corrotti ucraini, che si sono pappati gli aiuti occidentali. E nemmeno i funzionari lambiti dallo scandalo mazzette (Andrij Yermak), o addirittura coinvolti nell’inchiesta (Rustem Umerov), ai quali Volodymyr Zelensky ha rinnovato lo stesso la fiducia, tanto da mandarli a negoziare con gli americani a Ginevra. La tedesca non pretende che i nostri beneficati facciano pulizia. Piuttosto, vuole costringere Mosca a sborsare il necessario per Kiev. «Nell’ultimo Consiglio europeo», ha ricordato ai deputati riuniti, «abbiamo presentato un documento di opzioni» per sostenere il Paese sotto attacco. «Questo include un’opzione sui beni russi immobilizzati. Il passo successivo», ha dunque annunciato, sarà «un testo giuridico», che l’esecutivo è pronto a presentare.
Luis de Guindos (Ansa)
Nel «Rapporto stabilità finanziaria» il vice di Christine Lagarde parla di «vulnerabilità» e «bruschi aggiustamenti». Debito in crescita, deficit fuori controllo e spese militari in aumento fanno di Parigi l’anello debole dell’Unione.
A Francoforte hanno imparato l’arte delle allusioni. Parlano di «vulnerabilità» di «bruschi aggiustamenti». Ad ascoltare con attenzione, tra le righe si sente un nome che risuona come un brontolio lontano. Non serve pronunciarlo: basta dire crisi di fiducia, conti pubblici esplosivi, spread che si stiracchia al mattino come un vecchio atleta arrugginito per capire che l’ombra ha sede in Francia. L’elefante nella cristalleria finanziaria europea.
Manfred Weber (Ansa)
Manfred Weber rompe il compromesso con i socialisti e si allea con Ecr e Patrioti. Carlo Fidanza: «Ora lavoreremo sull’automotive».
La baronessa von Truppen continua a strillare «nulla senza l’Ucraina sull’Ucraina, nulla sull’Europa senza l’Europa» per dire a Donald Trump: non provare a fare il furbo con Volodymyr Zelensky perché è cosa nostra. Solo che Ursula von der Leyen come non ha un esercito europeo rischia di trovarsi senza neppure truppe politiche. Al posto della maggioranza Ursula ormai è sorta la «maggioranza Giorgia». Per la terza volta in un paio di settimane al Parlamento europeo è andato in frantumi il compromesso Ppe-Pse che sostiene la Commissione della baronessa per seppellire il Green deal che ha condannato l’industria - si veda l’auto - e l’economia europea alla marginalità economica.




