2023-10-29
Vertice di maggioranza. È corsa verso un nuovo patto per evitare gli emendamenti
Il tavolo di domani dovrebbe essere preceduto da un incontro Tajani-Meloni: in ballo immobili e Iva sui prodotti per l’infanzia. Il premier vuole blindare la legge di bilancio.E adesso cosa succederà nel vertice di maggioranza di domani? Forza Italia e Lega presenteranno altre proposte di modifica o la quadra trovata in queste ora sarà considerata soddisfacente? E soprattutto la volontà espressa dal premier Giorgia Meloni di blindare la legge di bilancio con l’impegno dei partiti di governo a non «inserire» emendamenti sarà rispettata o si tornerà all’atavico andazzo delle misure bandierina da piazzare in fretta e furia e ad ogni costo? Gli interrogativi si tengono e infatti più passano le ore e più quella che sembrava una mission impossible, individuare un punto di caduta rispetto al quale poi la colazione avrebbe garantito «zero cambiamenti» in Parlamento, è diventata l’ipotesi più realistica: la manovra, almeno per quanto riguarda Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia, va verso l’inemendabilità. Motivi? Sicuramente la strada è stata spianata dall’intesa di fatto sulla cedolare secca sugli affitti brevi. Sale certo dal 21 al 26%, ma l’aumento si applica solo dalla seconda casa data in locazione in poi. Un compromesso che i partiti giudicano in modo abbastanza positivo perché tutela i proprietari che affittano un singolo immobile. Matteo Salvini del resto aveva «preteso» e ottenuto già il giorno prima che sulle pensioni si tornasse indietro da quota 104 a 103. E quindi, a quelle che venivano considerate le principali storture della legge di bilancio è stata messa quantomeno una pezza. Dire che Carroccio e Forza Italia siano soddisfatti è una parola grossa, fosse per Antonio Tajani la norma sugli affitti brevi dovrebbe essere stralciata, così come sarebbe necessario un intervento sulle pensioni minime. Mentre Salvini eliminerebbe anche adesso le penalizzazioni a quota 103. La riduzione delle finestre per uscire, il calcolo dell’assegno con il contributivo e l’indicazione di un limite pari a poco più 2.200 euro lordi al mese, ma il messaggio che è passato un po’ a tutti è chiaro: ci sono gli occhi della Commissione (il parere di Bruxelles è atteso per il 21 novembre) e delle agenzie di rating (il più pericoloso è il giudizio di Moody’s del 17 novembre), i saldi devono praticamente restare invariati. Anche ieri infatti il premier ha tenuto il piede sull’acceleratore: «La manovra è un lavoro che abbiamo sostanzialmente concluso. È stata inviata dal Mef a palazzo Chigi e lunedì la invieremo al parlamento», ha evidenziato la Meloni ad Acqualagna, in provincia di Pesaro e Urbino, dopo la firma dell’accordo di Coesione tra la presidenza del Consiglio e la Regione Marche, «voglio aggiungere che non e stata modificata rispetto ai saldi di bilancio che sono stati approvati nel Consiglio dei Ministri, siamo quindi pronti a procedere e confido che faremo del nostro meglio anche per approvarla in tempi rapidi e dare un segnale di serietà e idee chiare da parte dell’Italia».Tra i due alleati della Meloni, di certo i forzisti sono i più insofferenti. Forza Italia vorrebbe che venisse fatto un altro passo in avanti non solo sulla cedolare secca, ma anche sull’aumento dell’Iva che riguarda i prodotti per l’infanzia come i pannolini e di igiene intima come gli assorbenti. E domani, il numero uno azzurro dovrebbe vedere il premier per un chiarimento sul merito a palazzo Chigi. Una sorta di incontro preparatorio al vertice di maggioranza già previsto. «Siamo fiduciosi che si arriverà presto ad una soluzione che metta tutti d’accordo e acceleri l’approvazione della manovra», sottolinea Raffaele Nevi, portavoce nazionale di Fi, che getta acqua sul fuoco delle polemiche. Insomma, con quello che è successo in questi giorni nessuno può escludere che ci siano altri colpi di scena, ma al momento è probabile che nel corso del vertice di lunedì, la maggioranza dia il via libera a un testo condiviso e che la Meloni ribadisca lo stesso concetto espresso un paio di settimane fa: niente emendamenti alla manovra per velocizzare l’iter, dare un segnale di compattezza della maggioranza ed evitare il giro di «mance» che caratterizza la chiusura di ogni finanziaria.All’incontro dovrebbero partecipare oltre ai capigruppo dei tre partiti della coalizione anche i leader di Forza Italia, Fratelli d’Italia e Lega, oltre al ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti e al sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’attuazione del programma Giovanbattista Fazzolari. Nell’ultima stesura, la manovra da 24 miliardi sale a 109 articoli, rispetto agli 89 delle precedenti versioni, con l’aggiunta di 20 articoli che riguardano i saldi dei ministeri. Mancano però le tabelle, grazie alle quali si capirà l’effetto della spending review sui singoli dicasteri. E anche su questo punto i partiti sono in fibrillazione.
Edoardo Raspelli (Getty Images)
Nel riquadro: Mauro Micillo, responsabile Divisione IMI Corporate & Investment Banking di Intesa Sanpaolo (Getty Images)
L'ex procuratore di Pavia Mario Venditti (Ansa)