2022-05-17
Verso la riconferma del commissario che paralizza Taranto
Roberto Cingolani (Getty Images)
Il prefetto Demetrio Martino, imposto dal vicepresidente grillino Mario Turco, ha fermato i lavori di bonifica. Roberto Cingolani pronto a rinominarlo.La scorsa settimana si è fatto un gran parlare delle bonifiche di Taranto, poiché una parte politica guidata da Mario Turco e Michele Emiliano ha portato 5 stelle e Pd a votare contro il governo Draghi (salvato dall’astensione di Fratelli d’Italia). Secondo i partiti del campo largo Draghi stava compiendo «uno scippo alle bonifiche di Taranto». In realtà a bloccarle è stato proprio l’ex sottosegretario di Conte. Nonostante il ministro Roberto Cingolani non abbia saputo rispondere in question time sulla natura e i fondi necessari per le bonifiche dello stabilimento, queste procedono speditamente da parte dei commissari di Ilva in amministrazione straordinaria e di Acciaierie d’Italia (report pubblicato proprio sul sito del Mite). Per le bonifiche dell’area Sin fuori lo stabilimento, invece, vi è un commissario straordinario attualmente nominato proprio dal vicepresidente grillino Mario Turco, nella figura del prefetto Demetrio Martino, che da quando è arrivato ha fermato tutti i lavori che con il suo predecessore procedevano speditamente e con grande professionalità e competenza. Il guaio è che Cingolani, che per sua stessa ammissione davanti al Parlamento e in diretta televisiva Rai ha detto che di bonifiche Ilva non sa nulla, in settimana dovrebbe riconfermarlo, dopo una proroga legata all’emergenza Covid.Il commissario straordinario per le bonifiche di Taranto fu istituito con legge del 2012, e un fondo di 215 milioni. Nulla c’entra con i tre commissari di Ilva in amministrazione straordinaria, che invece gestiscono la bonifica delle aree di loro proprietà con altri fondi, e che ben altri ostacoli stanno ricevendo dalla magistratura (che proprio ieri ha negato dissequestro impianti area a caldo) e dalle autorità locali che ritardano i permessi di bonifica, o dalle agenzie regionali come Arpa e Asl che si rifiutano di realizzare la valutazione di impatto sanitario sul piano ambientale fin qui realizzato (proprio quella richiesta da Turco). Su un altro capitolo poi le bonifiche dell’ex yard Belleli, affidate all’Autorità portuale (la stessa che ancora non riesce a realizzare una cassa di colmata non inquinante) e su cui sempre Mario Turco ha impegnato gli enti a mettere 132 milioni di fondi pubblici su 64 privati per un insediamento Ferretti da 200 occupati di cui nessuno ancora ha visto il Piano industriale. Nel 2014 fu nominata commissario alle Bonifiche Vera Corbelli, una geologa già commissario dell’Autorità di bacino meridionale, accusata però dai politici locali di non far loro toccare palla sugli appalti, vero interesse clientelare.Divenuto sottosegretario Mario Turco, si decide di sostituirla nominando commissario il prefetto di Taranto, uomo di Stato ma privo di competenze tecniche e scientifiche. Inoltre attraverso una convenzione milionaria per gestire personalmente il fascicolo, Turco assegnò al prefetto l’unità tecnica di Investitalia, una struttura creata dal governo Conte con una dotazione finanziaria di oltre 50 milioni e guidata proprio dal sottosegretario Turco. Poi cancellata da Draghi. È stato proprio il prefetto Martino - audito in commissione - ad ammettere difronte ai soli tre parlamentari presenti, di aver sospeso per sua personale volontà il Piano di monitoraggio ambientale integrato programmato dalla Corbelli: un progetto da 17 milioni di euro in collaborazione con Carabinieri, Cnr, Ispra e Istituto superiore di sanita, per l’istallazione di 600 stazioni di monitoraggio sulla qualità delle acque e dei suoli. Sempre nella stessa audizione il prefetto ha annunciato di aver sospeso un altro appalto da 13 milioni, già aggiudicato, per la bonifica del cimitero. Casartigiani ha lanciato l’allarme: «Senza bonifica non c’è più spazio per accogliere nuove sepolture». Mentre il prefetto ha affidato al Comune la rimozione per 4 milioni di euro dei marine litter (i rifiuti marini), cosa che il commissario Corbelli aveva fatto direttamente recuperando 500 tonnellate di rifiuti. Ma ora che, attraverso il Comune, è stata affidata alla politica sono tutti più contenti. Martino ha anche sospeso, senza motivo, il risanamento del Mar Piccolo. Un progetto già completato, con gara effettuata, da 35 milioni di euro. Un’area molto importante per Taranto perché è quella dove vengono allevate le famose cozze, ma fortemente inquinata dalla presenza dell’arsenale della Marina militare.Non a caso l’ex commissario Corbelli ha sempre detto che era inutile fare le bonifiche finché continuavano a passarci le grandi navi militari. E invece, proprio sotto il mandato di Turco, non solo è stata ampliata la base navale in Mar Grande, ma si è previsto che una delle stazioni del Mar Piccolo, la banchina Torpediniere, divenisse porticciolo per la nautica da diporto. Che l’inquinamento venga da lì è scritto proprio nelle ricerche pubblicate su Nature dal commissario Corbelli, mentre «la zona difronte Ilva risulta essere quella a più bassa contaminazione, con attendibili indicatori di una apprezzabile attuazione della contaminazione rispetto al 2010». E invece secondo il prefetto è la Marina a inquinare meno (senza dire da dove prenda questi dati). Forse per questo Cingolani vuole riconfermarlo?