2019-07-19
Verso la promozione il presidente del tribunale per i minori di Bologna
Giuseppe Spadaro guida la struttura competente sui casi di Bibbiano e per questo ispezionata dal ministero. Per lui un ci sarebbe l'incarico di procuratore capo a Roma. Famose le sue sentenze pro adozioni arcobaleno.Il Csm - « a larga maggioranza», come si legge sull'Ansa, ha proposto che Giuseppe Spadaro sia nominato procuratore capo presso il tribunale per i minorenni di Roma. Uno spostamento di alto livello, quello che si profila per l'attuale presidente del tribunale per i minorenni di Bologna. Il diretto interessato è apparso piuttosto soddisfatto: «Attendo quello che deciderà il plenum del Csm», ha detto sempre all'Ansa, «ma posso fin d'ora dirmi onorato dell'importante incarico per cui sono stato proposto dalla commissione incarichi direttivi. Sarebbe un privilegio dirigere la Procura minorile della capitale per la quale ho fatto domanda nel 2018», ha aggiunto Spadaro. «Qualora non dovessi farcela la procura verrebbe comunque diretta da una collega bravissima, che so aver lavorato benissimo nella mia Calabria». Nella Commissione per gli incarichi direttivi del Csm, infatti, c'è una minoranza che ha preferito votare un altro candidato, ovvero Giuseppina Latella. Con lei si sono schierati I togati Marco Mancinetti di Unicost e il presidente della Commissione Mario Suriano, di Area. A favore di Spadaro, invece, si sono espressi i togati Piercamillo Davigo (Autonomia e Indipendenza) e Loredana Miccichè (Magistratura Indipendente) nonché i laici Emanuele Basile (Lega) e Fulvio Gigliotti (M5s). Ora, dunque, toccherà al plenum del Csm decidere sulla nomina, ma sembra proprio che il presidente del tribunale bolognese sia favorito. La faccenda, in effetti, è piuttosto interessante. Il Tribunale dei minorenni di Bologna, infatti, è competente su «Angeli e demoni», ovvero l'inchiesta della Procura di Reggio Emilia sui presunti casi di allontanamento forzato di minori dalle proprie famiglie e abusi in Val d'Enza. Non per nulla, appena la faccenda è esplosa, il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, ha subito inviato gli ispettori al tribunale di Bologna, con il preciso obiettivo di «verificare l'operato dei magistrati». Già, perché sono i magistrati ad avere l'ultima parola sulla gestione dei bambini, a loro tocca stabilire se sia giusto levarli ai genitori e darli in affido a una famiglia oppure mandarli in una casa d'accoglienza. Bonafede era apparso molto deciso: «Stiamo vigilando sull'operato della magistratura e analizzando i dati che arrivano sul caso», ha detto annunciando l'ispezione. «Ipotizziamo di incrociare i dati che arrivano agli uffici giudiziari per verificare in maniera stringente l'andamento delle situazioni degli affidi ai minori e individuare le situazioni critiche. Non ci sarà nessuno sconto da parte della giustizia».Quando gli ispettori sono arrivati in Emilia, sono stati accolti proprio da Spadaro. Il quale - così riportava il Corriere di Bologna - ha colto l'occasione per spiegare che, nel caso di Bibbiano, «i giudici si sono sentiti ingannati e depistati dalle manipolazioni dell'istruttoria che i pm contestano ai servizi sociali». Il presidente del tribunale di Bologna, conclusa l'ispezione, si è mostrato tranquillo, anzi soddisfatto: «Abbiamo potuto dimostrare la correttezza dell'operato del tribunale e dei miei giudici», ha detto Spadaro. «Ringrazio il ministro della Giustizia, si tratta di un atto dovuto ma anche di un segnale di particolare attenzione nei confronti di una vicenda che ha scosso l'opinione pubblica e gli stessi giudici minorili che sono da considerare parte offesa in questa inchiesta». A giudicare dalle dichiarazioni, insomma, sembra proprio che nelle aule bolognesi sia tutto a posto. Nei giorni scorsi, il tribunale di Bologna ha annunciato che - proprio sulla scorta dell'inchiesta «Angeli e demoni», rivedrà alcune decisioni relative all'affido di minori prese negli anni passati. In buona sostanza, saranno rianalizzati i casi di alcuni bambini presi in carico dai servizi sociali della Val d'Enza guidati da Federica Anghinolfi (una delle indagate, fra i protagonisti principali dell'inchiesta). Era proprio sulla base delle relazioni dei servizi bibbianesi che i giudici di Bologna stabilivano se togliere o meno i bimbi alle loro famiglie e se eventualmente darli in affido. I vecchi casi saranno riaffidati ai servizi sociali di altri distretti, inoltre pare che saranno poi ascoltati genitori e bambini per verificare se «le criticità sono state superate e se i minori possano rientrare in famiglia». Al profano viene dunque da chiedersi se i giudici bolognesi non si siano fidati troppo degli operatori del giro bibbianese. «Il problema è sistemico», dice il luminare bolognese Giovanni Battista Camerini, docente di Psichiatria Forense dell'età evolutiva a Padova, Roma e Mestre. «I tribunali per i minorenni di tutta Italia danno deleghe in bianco ai servizi sociali». Un'opinione simile la esprime l'avvocato Francesco Miraglia: «È il tribunale che fa i provvedimenti», dice. «Se c' è un colpevole e sempre il giudice, per quanto mi riguarda, se non altro perché non ha vigilato».«Se se ne dovesse andare da Bologna, Spadaro avrebbe comunque tutto il tempo di porre un freno ai danni che hanno subito i bambini interessati dall'inchiesta Angeli e demoni», dice l'avvocato Francesco Morcavallo, «e a tutti quelli che hanno subito una sorte simile. Il rimedio non è però sovrapporre altre valutazioni a quelle precedenti, ma rimandare a casa i bimbi allontanati senza presupporti di fatto». Comunque sia il presidente Spadaro sembra pronto per Roma. E in queste ore non mancano i pubblici riconoscimenti dei suoi meriti. Secondo l'Ansa, «durante la sua presidenza, il tribunale per i minori bolognesi ha emesso provvedimenti innovativi [...] in materia di stepchild adoption». Risulta infatti che Spadaro sia molto attento al tema dell'adozione per le coppie arcobaleno. Lo ha attestato giusto un paio di giorni fa Sergio Lo Giudice, già presidente nazionale di Arcigay e senatore del Pd nonché presidente della Commissione per i diritti e le pari opportunità presso la presidenza del Consiglio. La sua nomina, all'epoca, fece molto discutere, perché Lo Giudice è un aperto sostenitore dell'utero in affitto. Lui stesso, assieme a Michele Giarratano, con cui è unito civilmente, ha avuto due figli tramite surrogazione (partoriti da una donna californiana). La novità è che Lo Giudice è appena diventato ufficialmente padre adottivo dei due piccoli. Lo ha annunciato lui stesso sui social, e ha colto l'occasione per ringraziare... Giuseppe Spadaro. «Nel leggere la sentenza, rigorosa ed emozionante, stesa dall'ottimo Giuseppe Spadaro, presidente del tribunale per i minorenni di Bologna, un lungo passaggio mi ha particolarmente colpito», ha scritto Lo Giudice. «È quello in cui si fa discendere dalla legge 76/2016 sulle unioni civili un nuovo forte principio di legittimazione dell'adozione dei figli del partner, quella che nella discussione di quella proposta veniva chiamata stepchild adoption. Quella legge, è scritto nella sentenza, “ha eletto le coppie formate da persone dello stesso sesso, ove sussistenti vincoli affettivi, al rango di “famiglia" [...] così offrendo all'adozione in casi particolari un substrato relazionale solido, sicuro, giuridicamente tutelato». Grazie alla sentenza scritta da Spadaro, dunque, si è compiuto un ulteriore passo in avanti verso la stepchild adoption tanto cara al mondo arcobaleno. Su questo tema, sembra, l'attenzione del tribunale bolognese è stata sempre alta. Forse, su altre faccende, lo è stata un po' meno.