2024-04-19
Verdi e Sinistra candidano la Salis: rischio contenzioso tra Ue e Ungheria
Angelo Bonelli (Imagoeconomica)
Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni schierano per la corsa alle Europee la maestra accusata di pestaggio. In caso di elezione otterrebbe l’immunità, ma Budapest potrebbe richiederne la revoca. Giorgia Meloni: «Politicizzare non aiuta».laria Salis alla fine ha deciso: è pronta a correre per le elezioni europee come capolista nelle liste di Alleanza Verdi Sinistra. L’accordo smentito più volte, ma poi confermato da una nota in serata, arriva al termine di una trattativa serratissima che, secondo il Foglio, ha portato avanti il leader di Sinistra italiana Nicola Fratoianni. La donna, insegnante e militante di sinistra, con quattro condanne passate in giudicato e con 29 denunce alle spalle, come ricorda il capo dei senatori di Fratelli d’Italia, Lucio Malan, si trova in carcere da 13 mesi in Ungheria in attesa di un processo per aver aggredito due militanti di destra. Il suo caso è diventato di dominio pubblico e poi contesissimo dalla sinistra, dopo le immagini di lei in catene in tribunale. «Trattata come un cane» ha denunciato più volte il padre, Roberto Salis, che insieme agli avvocati della figlia ha trattato segretamente per la candidatura. La firma è arrivata ieri nel carcere in cui si trova rinchiusa. In attesa dell’ufficialità, ieri si sono rincorse le smentite. Il segretario dei Verdi, Angelo Bonelli, ospite de L’Aria che Tira nel primo pomeriggio, a domanda precisa ha risposto: «Smentisco». Il giorno prima, Fratoianni aveva detto «Leggo su Il Foglio di un «Piano Fratoianni» per la candidatura di Ilaria Salis nelle liste di Alleanza Verdi Sinistra. Non esiste nessun piano Fratoianni. Eviterei che su una persona nelle condizioni in cui si trova Ilaria Salis si scatenasse un surreale dibattito mediatico che non l’aiuta certamente. Avs annuncia le sue candidature in modo trasparente senza bisogno di costruire improbabili piani segreti». Segreti infine svelati da una nota diffusa alle agenzie di stampa che annuncia la candidatura e la motiva così: «L’idea è che intorno alla candidatura di Ilaria Salis si possa generare una grande e generosa battaglia affinché l’Unione Europea difenda i principi dello Stato di diritto e riaffermi l’inviolabilità dei diritti umani fondamentali su tutto il suo territorio e in ognuno degli Stati membri». La corsa di chi voleva mettere il cappello su questa storia lo vincono Bonelli e Fratoianni. Alleanza Verdi Sinistra 1, Partito Democratico 0, la sconfitta è evidente. Nelle scorse settimane il segretario del Partito democratico, Elly Schlein, si era esposta su un eventuale candidatura della Salis nelle liste del Pd senza però sentire prima i suoi. Risultato? Candidatura bruciata. Un bello smacco, l’ennesimo per l’ormai debolissima Elly, che da settimane riceve botte da orbi dal finto alleato Giuseppe Conte. Il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, è intervenuta sul tema spiegando ancora una volta che politicizzare il suo caso non è d’aiuto, garantendo comunque che il lavoro del governo continua in ogni caso. «È il bello della democrazia. Quanto mi piacerebbe un confronto sul futuro dell'Italia e dell'Europa tra lei e il generale Vannacci, se dovesse accettare la candidatura con la Lega», ha commentato invece Matteo Salvini. Ora infatti tutti si chiedono che cosa succederà. Per Gyorgy Magyar, l’avvocato ungherese di Salis, «sono incerte le conseguenze» per quanto riguarda la situazione processuale della Salis. «In Ungheria l’immunità parlamentare scatta già dal momento della candidatura. Certo, in caso fosse eletta eurodeputata, le spetterebbe l’immunità, e la Corte ungherese per poter proseguire il processo penale a suo carico dovrebbe chiedere la sospensione dell’immunità stessa. Spetterebbe allora al futuro Parlamento europeo di pronunciarsi sul caso». Magyar però ha aggiunto che «visto che i fatti giudicati nel processo sono precedenti all’elezione, è però incerto quale sarebbe la reazione della Corte: ossia se - nella sua interpretazione - l’immunità sia applicabile o meno». L’avvocato Aurora D’Agostino, che segue il caso, sostiene che «il Parlamento Ue potrebbe dare lo stesso l’autorizzazione al proseguimento del processo a Budapest, ma intanto Salis vedrebbe la fine delle orribili condizioni di detenzione che sta subendo nelle carceri ungheresi». E aggiunge: «Dopo l’ultima udienza del 28 marzo è stato chiarissimo che a Ilaria Salis non sarebbero stati concessi i domiciliari, erano presenti parlamentari italiani del Pd, di Avs e anche di M5s, è plausibile che in quella circostanza abbia iniziato a prendere corpo l’idea di candidare Ilaria la Salis alle Europee». L’affare insomma è decisamente complesso e rischia di aprire un contenzioso tra Ungheria e Parlamento europeo, perché se è vero che dopo l’elezione scatterebbe automaticamente l’immunità, è anche vero che contestualmente il procuratore generale o il capo della Procura competente sul caso in Ungheria sarebbe tenuto a inviare al presidente del Parlamento europeo una richiesta di autorizzazione a procedere per poter riprendere il processo. Il Parlamento a maggioranza semplice a quel punto dovrebbe votare. Ma se Budapest decide di voler andare avanti, l’Unione europea potrebbe aprire una procedura d’infrazione, usando quindi armi di pressione politica? Ilaria Salis potrebbe diventare una pedina di scambio? Ai danni di chi?
Sebastien Lecornu (Getty Images)
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