2022-01-22
Sulla vendita di A2A a Parigi incombe il Tar
Marco Patuano, presidente di A2A (Ansa)
Mentre l’energia diventa sempre più strategica, Ardian allunga le mani sul secondo operatore italiano. Un affare da 4,1 miliardi su cui Igor Iezzi (Lega) chiede chiarimenti: «Partner scelto senza alcuna gara». E che potrebbe costringere i giudici a intervenire.L’energia è così (poco) strategica che si può vendere ai francesi. È una delle più sorprendenti contraddizioni italiane. Mentre le bollette si gonfiano e la partita sulle risorse si fa incandescente a livello europeo, prosegue sul fondo dell’acquario il corteggiamento con amorosi sensi fra la multiutility A2A e il colosso transalpino Ardian. Obiettivo, la costituzione di una newco partecipata al 45% dal fondo di Parigi in cui conferire gli impianti a ciclo combinato, le dighe e il parco clienti della municipalizzata lombarda; un accordo da 4,1 miliardi ipotizzato l’estate scorsa e portato avanti in gran segreto. In palio ci sono il controllo dell’idroelettrico alpino sul versante italiano, quello dell’asset fondamentale delle dighe lombarde. E 2,5 milioni di utenti i cui destini sono da definire. Poiché tutto sta avvenendo nel totale silenzio mediatico, fanno notizia tre interrogazioni contemporanee di rappresentanti della Lega al ministro delle Infrastrutture, Enrico Giovannini, e ai due sindaci, Giuseppe Sala (Milano) ed Emilio Del Bono (Brescia), azionisti della società di servizi a maggioranza pubblica e referenti politici del centrosinistra. L’operazione finanziaria presenta alcuni punti critici: tocca asset la cui sovranità è di vitale importanza, avviene senza gara pubblica, è a rischio illegittimità, non offre garanzie d’essere un affare. «Le premesse potrebbero rappresentare un rischio per la sicurezza nazionale. Innanzitutto un soggetto estero prende possesso delle concessioni idroelettriche senza gara», sottolinea il deputato Igor Iezzi «e secondariamente l’operazione non è trasparente. Si presenta formalmente come un conferimento ma se Ardian mette anche del denaro (1,5 miliardi, ndr), configura la stessa come una compravendita». C’è altro a sollevare le perplessità. Continua Iezzi nell’interrogazione: «Il partner è stato scelto da A2A senza alcuna gara. Inoltre l’advisor dell’operazione è la banca d’affari Nomura di cui Marco Patuano, presidente di A2A, è senior advisor Europe per telecomunicazioni e infrastrutture. Una questione di opportunità avrebbe suggerito di recidere quel legame da conflitto di interessi». Esiste anche il rischio che un aumento di capitale del fondo francese metta il partner italiano in minoranza. Nelle interrogazioni ai sindaci di Milano e Brescia, i consiglieri Pietro Marrapodi e Simona Bordonali aggiungono: «Ardian sembrerebbe non apportare alcun asset rinnovabile detenuto in Italia ma solo risorse finanziarie. Con questa operazione A2A abbandona la sua mission industriale per adottare una politica aggressiva di acquisto a prezzi molto alti di impianti già esistenti, quindi senza alcun beneficio per il sistema Paese avviato verso la transizione energetica».Per giocare la partita senza stress i due player hanno deciso di prolungare il preliminare d’intesa (che sarebbe dovuto scadere il 31 dicembre 2021) sino a fine marzo 2022. L’ad di A2A, Renato Mazzoncini, tende a rassicurare: «È la stessa Ardian ad avere chiesto garanzie di uscita dalla newco, è impossibile che possa scalare A2A. Nel cda la maggioranza dei consiglieri (quattro su sette) e l’amministratore delegato saranno italiani». Sull’accordo controverso pende anche un rischio giudiziario poiché il mancato bando pubblico potrebbe far rizzare le antenne al Tar. C’è un precedente proprio a sfavore di A2A: in ottobre i giudici amministrativi hanno dichiarato illegittimo il matrimonio da 450 milioni con Aeb, multiutility della Brianza, perché «non è stata garantita la concorrenza». Dopo un giudizio iniziale ribaltato dal Consiglio di Stato, hanno ribadito nel merito la loro contrarietà all’operazione.«Stiamo vendendo ai francesi anche A2A? Quando avremo dato loro le banche, la finanza, la gestione del risparmio, le assicurazioni, l’acqua, le utilities, si fermeranno?». Se lo domanda Guido Crosetto, cofondatore di Fratelli d’Italia, in un tweet che coglie l’orizzonte politico della vicenda. Con i suoi 12.000 dipendenti e i 7 miliardi di fatturato, A2A è la società di servizi più importante d’Italia; per intenderci, il secondo operatore nazionale dell’energia dopo Enel. Ardian è una potenza finanziaria (90 miliardi di dollari di asset) guidata in Italia da Nicolò Saidelli e con una predisposizione a entrare nel nostro business. La società, fondata 25 anni fa da Dominique Senequier, numero uno di Axa, ha recentemente raccolto 6,5 miliardi, una parte dei quali viene investita nel nostro Paese.L’operazione sponsorizzata dal Pd conferma il movimentismo progressista sulla direttrice Italia-Francia, favorito dalle relazioni fra centrosinistra ed Eliseo e dal rinnovato appetito di Parigi dopo la firma del Trattato del Quirinale. I sette anni di Enrico Letta a SciencePo, la distribuzione a pioggia di medaglie della Legion d’onore, l’elezione di Sandro Gozi al Parlamento europeo con i voti di Emmanuel Macron determinano il clima. I gioielli italiani sono obiettivi sensibili, è giusto difenderli e chiedere trasparenza.
Pedro Sánchez (Getty Images)
Alpini e Legionari francesi si addestrano all'uso di un drone (Esercito Italiano)
Oltre 100 militari si sono addestrati per 72 ore continuative nell'area montana compresa tra Artesina, Prato Nevoso e Frabosa, nel Cuneese.
Obiettivo dell'esercitazione l'accrescimento della capacità di operare congiuntamente e di svolgere attività tattiche specifiche dell'arma Genio in ambiente montano e in contesto di combattimento.
In particolare, i guastatori alpini del 32° e i genieri della Legione hanno operato per tre giorni in quota, sul filo dei 2000 metri, a temperature sotto lo zero termico, mettendo alla prova le proprie capacità di vivere, muoversi e combattere in montagna.
La «Joint Sapper» ha dato la possibilità ai militari italiani e francesi di condividere tecniche, tattiche e procedure, incrementando il livello di interoperabilità nel quadro della cooperazione internazionale, nella quale si inserisce la brigata da montagna italo-francese designata con l'acronimo inglese NSBNBC (Not Standing Bi-National Brigade Command).
La NSBNBC è un'unità multinazionale, non permanente ma subito impiegabile, basata sulla Brigata alpina Taurinense e sulla 27^ Brigata di fanteria da montagna francese, le cui componenti dell'arma Genio sono rispettivamente costituite dal 32° Reggimento di Fossano e dal 2° Régiment étranger du Génie.
È uno strumento flessibile, mobile, modulare ed espandibile, che può svolgere missioni in ambito Nazioni Unite, NATO e Unione Europea, potendo costituire anche la forza di schieramento iniziale di un contingente più ampio.
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