2021-03-11
Nella corsa al vaccino tutti sorpassano disabili, oncologici e malati a rischio
Senza un piano chiaro nelle Regioni è il caos. Nessuna data in Campania per i più vulnerabili. Idem in Puglia e Toscana.Facciamo ancora fatica a capire quali siano le categorie più fragili e a rischio per il nostro ministero della Salute. In un primo momento sembravano gli operatori sanitari e sociosanitari, gli over 80 e gli ospiti delle Rsa, seguiti dalle persone «estremamente vulnerabili» quali disabili, oncologici, cardiopatici, dializzati, pazienti con diabete, trapiantati. Si passava quindi alle persone tra i 75 e i 79 anni, per includere successivamente la fascia 70-74 e via a scalare con i cittadini «senza condizioni che aumentano il rischio clinico», in caso di positività al Covid. Come mai, allora, sul sito del governo i più vaccinati risultano i cinquantenni (1.201.426), seguiti dagli ottantenni (1.190.037) ma subito dopo dai quarantenni (934.595) e dai trentenni (703.112)? Abbiamo pazienti con compromessa risposta sanitaria, ma anche over 70 (appena 189.238 quelli che hanno ricevuto il farmaco anti coronavirus) nelle retroguardie rispetto a docenti e bidelli, vaccinati con scuole chiuse e didattica a distanza. Non è solo per mancanza di dosi o per indicazioni tardive sull'utilizzo di Astrazeneca anche per gli over 65, che la vaccinazione nel nostro Paese procede a rilento e in maniera così irragionevole. Stiamo pagando l'assenza di un piano vaccinale con definizioni chiare, rigide, delle categorie prioritarie da vaccinare, coinvolgendo la Protezione civile nella logistica e organizzando il personale sanitario (soprattutto gli infermieri), perché le somministrazioni non restino al palo. «Abbiamo scelto di iniziare a proteggere il nostro personale sanitario, le Rsa e gli anziani over 80, i più colpiti dalla malattia in questi mesi. Non vi è dubbio che la priorità vada alle persone con disabilità grave e patologie critiche», ha finalmente dichiarato il ministro della Salute, Roberto Speranza. Ieri il ministro per le Disabilità, Erika Stefani, in question time alla Camera assicurava: «Verranno aggiornate le “Raccomandazioni" che stabiliscono le priorità nell'accesso ai vaccini, e saranno esplicitate, tra le categorie con accesso prioritario, quelle delle persone con disabilità grave». Intanto in Campania i soggetti estremamente vulnerabili, come dializzati e disabili, ancora non sanno quando verranno immunizzati. Solo l'ambulatorio trapianti renali di Avellino starebbe convocando i propri pazienti. Nella Regione, amministrata da Vincenzo De Luca (Pd), le dosi di farmaco servono per completare la campagna sugli over 80 (appena 105.794 i vaccinati finora sui 307.000 censiti nelle varie province), e quella che riguarda personale scolastico e forze dell'ordine. Polizia e carabinieri sono in prima fila, nell'esposizione al Covid, ma non i docenti a casa a impartire lezioni con la Dad. In Puglia, dove si indaga per centinaia di vaccinazioni che sarebbero illegittime, perché avrebbero riguardato personale non sanitario e che non ha diretto contatto con il pubblico, da oggi il vaccino viene dato ai dipendenti dell'Adisu, l'Agenzia regionale per il diritto allo studio. Nella Regione di Michele Emiliano (Pd), la vaccinazione del personale scolastico era stata avviata lo scorso 20 febbraio e ieri risultava un totale di 63.846 inoculazioni eseguite. Per gli over 80 siamo ancora a 77.039. Tanti sono ancora gli ultraottantenni pugliesi non autosufficienti che non riescono a ottenere il vaccino a casa, perché solo da lunedì prossimo dovrebbero scendere in campo i medici di famiglia, che per i primi 15 giorni riceveranno ciascuno sei dosi di Pfizer e dieci di Moderna a settimana. Di questo passo, i tempi saranno infiniti, altro che «fine marzo, inizio aprile», come ipotizzava Pier Luigi Lopalco, assessore regionale alla Sanità. In Toscana, dove governa il centrosinistra, il presidente, Eugenio Giani, ha deciso di continuare con le vaccinazioni del personale scolastico. Solo dal 19 marzo si potrà partire con la fascia di età 77-80 anni, intanto gli over 80 vaccinati sono appena 36.521 su 324.000 presenti in Regione, mentre il farmaco è già stato dato a 44.017 tra prof e bidelli. Non c'è una logica, un programma che tuteli le persone più fragili e mentre a Firenze è scoppiato il caso delle dosi di vaccino che al Mandela forum, il principale hub della Toscana, sarebbero state buttate o somministrate a conoscenti, come rivelato dal programma Le Iene, la Regione riduce a sei a settimana le dosi di Pfizer a disposizione di ciascun medico di famiglia. Un solo flacone a testa, «siamo di fronte a una totale “schizofrenia" organizzativa», ha commentato al Tirreno Lorenzo Mencacci, segretario provinciale per Lucca della Fimmg, la federazione medici di famiglia. In Sicilia, da ieri, si vaccinano magistrati (circa 1.800) e avvocati (28.000), da domani potranno iniziare a prenotarsi online i cittadini tra i 70 e i 79 anni. Chi ha patologie, deve attendere. Anche nella Regione a guida centrodestra, solo un ultraottantenne su cinque è stato vaccinato: 68.515 le dosi somministrate agli over 80 che sull'Isola sono 320.000. Pochissimi sono stati raggiunti da vaccinatori a domicilio, però i docenti che hanno ricevuto il farmaco sono già 40.709 sui 170.000 che si erano prenotati. Il Lazio ha cominciato a vaccinare disabili gravissimi, ma secondo Vincenzo Falabella presidente della Fish, la Federazione italiana per il superamento dell'handicap, molti saranno esclusi perché la Regione non ha incluso «tutte le persone riconosciute dalla legge 104», che riferisce la disabilità al grado effettivo di partecipazione sociale. Si procede così, in ordine sparso, con priorità che si accavallano e carenza di operatori.
Henry Winkler (Getty Images)
Ecco #DimmiLaVerità del 7 novembre 2025. Il deputato di Fdi Giovanni Maiorano illustra una proposta di legge a tutela delle forze dell'ordine.
Un appuntamento che, nelle parole del governatore, non è solo sportivo ma anche simbolico: «Come Lombardia abbiamo fortemente voluto le Olimpiadi – ha detto – perché rappresentano una vetrina mondiale straordinaria, capace di lasciare al territorio eredità fondamentali in termini di infrastrutture, servizi e impatto culturale».
Fontana ha voluto sottolineare come l’esperienza olimpica incarni a pieno il “modello Lombardia”, fondato sulla collaborazione tra pubblico e privato e sulla capacità di trasformare le idee in progetti concreti. «I Giochi – ha spiegato – sono un esempio di questo modello di sviluppo, che parte dall’ascolto dei territori e si traduce in risultati tangibili, grazie al pragmatismo che da sempre contraddistingue la nostra regione».
Investimenti e connessioni per i territori
Secondo il presidente, l’evento rappresenta un volano per rafforzare processi già in corso: «Le Olimpiadi invernali sono l’occasione per accelerare investimenti che migliorano le connessioni con le aree montane e l’area metropolitana milanese».
Fontana ha ricordato che l’80% delle opere è già avviato, e che Milano-Cortina 2026 «sarà un laboratorio di metodo per programmare, investire e amministrare», con l’obiettivo di «rispondere ai bisogni delle comunità» e garantire «risultati duraturi e non temporanei».
Un’occasione per il turismo e il Made in Italy
Ampio spazio anche al tema dell’attrattività turistica. L’appuntamento olimpico, ha spiegato Fontana, sarà «un’occasione per mostrare al mondo le bellezze della Lombardia». Le stime parlano di 3 milioni di pernottamenti aggiuntivi nei mesi di febbraio e marzo 2026, un incremento del 50% rispetto ai livelli registrati nel biennio 2024-2025. Crescerà anche la quota di turisti stranieri, che dovrebbe passare dal 60 al 75% del totale.
Per il governatore, si tratta di una «straordinaria opportunità per le eccellenze del Made in Italy lombardo, che potranno presentarsi sulla scena internazionale in una vetrina irripetibile».
Una Smart Land per i cittadini
Fontana ha infine richiamato il valore dell’eredità olimpica, destinata a superare l’evento sportivo: «Questo percorso valorizza il dialogo tra istituzioni e la governance condivisa tra pubblico e privato, tra montagna e metropoli. La Lombardia è una Smart Land, capace di unire visione strategica e prossimità alle persone».
E ha concluso con una promessa: «Andiamo avanti nella sfida di progettare, coordinare e realizzare, sempre pensando al bene dei cittadini lombardi».
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