2021-08-26
«Vaccino ai giovani: vantaggi minimi, scarsi dati sui rischi»
Maurizio Rainisio (iStock)
Il biostatistico Maurizio Rainisio: «Il Covid uccide meno di un ragazzo per milione. E le ditte hanno testato il medicinale su poche migliaia di loro»In Italia sono decedute 423 persone con doppio vaccino, fino a oggi, secondo i dati dell'Iss. Sempre stando ai dati pubblici di Epicentro.it (Iss), si legge che gli under 40 «sani» (senza malattie preesistenti) deceduti per Covid sono 44, da inizio pandemia. Appurati questi numeri è utile proseguire per comprendere le motivazioni di chi esprime dubbi, in particolare sui vaccini pediatrici. Innanzitutto, tralasciando i complottismi, capiamo l'identikit degli esitanti stabili, ovvero coloro che non hanno subito flessioni in 6 mesi e sono ancora titubanti rispetto alla strategia vaccinale totale, per tutte le fasce d'età. Chi sono? Laureati con dottorato di ricerca. Insomma, altamente istruiti. Questo secondo lo studio del Dipartimento di epidemiologia dell'Università di Pittsburgh, che ha coinvolto oltre 5 milioni di statunitensi. In Italia, non esiste uno studio accurato come questo, ma gli esitanti sono altrettanto numerosi: circa 9,4 milioni da 12 a 39 anni, 5,7 milioni tra i 40-59 anni e 2,1 milioni tra i 60-79 anni. La composizione è eterogenea, va da Nord a Sud (per i maggiorenni) da bassa ad alta formazione. La domanda è una: perché? Escludendo che siano tutti irrazionali, scriteriati, disinformati e irresponsabili è opportuno comprendere le ragioni vere, non quelle ridicolizzate. Per capire quali siano i dubbi e la razionalità (o meno) La Verità ha intervistato Maurizio Rainisio, biostatistico, con 40 anni di esperienza come ricercatore universitario e nell'industria farmaceutica (in particolare: modelli statistici applicati alla ricerca clinica e all'epidemiologia).Quando si è di fronte a una scelta che riguarda la propria salute e dei propri figli si devono fare valutazioni attente. Secondo lei chi esita perché lo fa?«I governi dovrebbero proporre il vaccino solo alle persone che ne possono trarre un sicuro beneficio. L'evidenza della sicurezza anche per i giovani sembra aumentare, ma non compensa ancora il vantaggio veramente minimo, meno di un decesso per milione in giugno luglio tra sani e portatori di patologie anche gravi. Per gli anziani non ci sono dubbi, il vaccino riduce la probabilità di morire o di ammalarsi gravemente».Uno dei motivi principali che frena chi è di fronte a questa scelta è il rischio di reazioni avverse, si può calcolare per fascia di età? Cosa sappiamo degli eventi avversi?«Non esistono dati veramente attendibili al riguardo. I giovanissimi arruolati negli esperimenti sono troppo pochi per fare deduzioni/estrapolazioni: 1.000 Pfizer e 2.000 Moderna. I dati raccolti sul campo sono molto poco affidabili e difficili da attribuire. Nel mondo di prima, ho visto ritirare dal mercato ottimi farmaci per molto meno di quello che si vede con i vaccini».L'Iss ha dichiarato che su 128.000 decessi Covid da inizio pandemia, 31 sono negli under 19, nella pressoché totalità avevano malattie pregresse estremamente gravi. Quindi, i bambini sani deceduti per Covid non ci sono. Che riflessione si può fare?«Sì, nelle fasce di età dei giovanissimi, 0-19 anni, i decessi dichiarati causati da Covid sono stati 31 su 10,5 milioni di bambini e ragazzi, con una mortalità media di 3 per milione. Bisogna aggiungere che, anche se dati dettagliati non sono disponibili, solo il 3% dei decessi nella popolazione generale riguarda persone sane. Possiamo dedurre che i decessi tra giovanissimi sani siano molto meno di 1 per milione. Ovvero, 0,0001%».I bambini sono le riserve del virus (a livello epidemiologico)? In tal caso lo sono anche i fragili, immunodepressi, donne in gravidanza e le persone sulle quali il vaccino non ha dato effetti?«Le riserve del virus sono in Paesi poveri che hanno poco accesso ai vaccini, India, Nigeria, Brasile per fare qualche esempio. Personalmente insieme a molti altri non credo nell'immunità di gregge con questo tipo di virus. Qualcuno ha fatto l'esempio della vaccinazione per la polio ma quello è un enterovirus, non c'entra nulla».Secondo i dati dell'Iss di giugno, per evitare un decesso negli under 40, servono 851.000 vaccinati. I Cdc (Centers for disease control and prevention) riportano 10 reazioni avverse gravi (di cui il 50% miocarditi) ogni 100.000 vaccini nei giovanissimi. Come valuta questo rapporto?«851.000 sono i dati di giugno, unendo i dati di giugno e luglio, risulta che per scongiurare un decesso tra under 40 (sani e malati) su base annua bisogna vaccinarne 225.000; per scongiurare un decesso tra i settantenni o più però bisogna vaccinarne circa 600. Non sappiamo ancora se il vaccino causi un evento avverso letale su 225.000 trattati giovani, e non lo sapremo probabilmente mai. Sappiamo che sicuramente non causa un decesso ogni 600 trattati anziani; per questo non ci sono dubbi sugli anziani».Le varianti del virus dove si originano, tra i vaccinati oppure tra i non vaccinati?«Non è assolutamente il mio campo e non posso esprimermi con competenza. Posso dire che dati 6 miliardi di individui di cui l'1% sono italiani, la probabilità che la prossima variante degna di attenzione si sviluppi in Italia è minima».
Giorgia Meloni ad Ancona per la campagna di Acquaroli (Ansa)
«Nessuno in Italia è oggetto di un discorso di odio come la sottoscritta e difficilmente mi posso odiare da sola. L'ultimo è un consigliere comunale di Genova, credo del Pd, che ha detto alla capogruppo di Fdi «Vi abbiamo appeso a testa in giù già una volta». «Calmiamoci, riportiamo il dibattito dove deve stare». Lo ha detto la premier Giorgia Meloni nel comizio di chiusura della campagna elettorale di Francesco Acquaroli ad Ancona. «C'é un business dell'odio» ha affermato Giorgia Meloni. «Riportiamo il dibattito dove deve stare. Per alcuni è difficile, perché non sanno che dire». «Alcuni lo fanno per strategia politica perché sono senza argomenti, altri per tornaconto personale perché c'e' un business dell'odio. Le lezioni di morale da questi qua non me le faccio fare».
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